Bufera sul polo sanitario di Laterza, stamane la protesta dei dipendenti La Rsa è riconducibile a Clemy Pentassuglia, moglie dell’assessore Lopane
Situazione tesa all’Osmairm di Laterza, in provincia di Taranto, struttura residenziale per anziani sorta nel 1978, riconducibile alla famiglia di Clemy Pentassuglia, moglie dell’assessore regionale al Turismo, Gianfranco Lopane, il quale sin dal 2018 eroga servizi a una serie di clienti (tra i quali Osmnairm) attraverso la sua società Armonia Immobiliare. L’assessore ha sempre respinto l’accusa di conflitto d’interesse tra questa sua attività privata e la posizione occupata nella giunta Emiliano.
Oggi, dalle 9 alle 11, scatta la protesta dei lavoratori nel piazzale antistante la loro sede di lavoro perché gli stipendi di gennaio non sono stati ancora pagati.
Ma questo tema costituisce solo la miccia di una contestazione più generale che si innesta su un quadro di generale nervosismo creato per la mancata applicazione di una delibera regionale su orari di lavoro e reperibilità e sul dumping contrattuale denunciato dai sindacati della funzione pubblica di Cgil, Cisl e Uil.
«L’azienda ci ha comunicato qualche giorno fa che ci sono problemi tecnici per il mancato pagamento delle retribuzioni di gennaio – dice Mimmo Sardelli della Cgil – e noi abbiamo aspettato giorni prima di decidere di protestare perché il problema è che non sono emersi elementi di novità sui tempi nei quali i lavoratori riceveranno lo stipendio. In ogni caso questo tema rientra in una situazione più generale abbastanza tesa».
L’Osmairm conta 630 dipendenti e dispone di diverse strutture tra ambulatori e centri semiresidenziali dislocate in tutta la provincia di Taranto. Opera in regime di convenzione con la Regione Puglia che ogni anno paga 30 milioni per i servizi che riceve. «I lavoratori sono in stato di agitazione – riprende Sardelli – perché l’azienda ha varato un provvedimento che prevede che se il lavoratore subentrante in un cambio turno non può andare al lavoro, chi è in servizio deve continuare a lavorare. È vero che il contratto prevede 12 ore anche nello stesso turno, ma in queste strutture si lavora con le persone fragili, quindi il sovraccarico pesa. Noi diciamo che lo strumento contrattuale da applicare esiste ed è quello di attivare l’istituto della reperibilità che tutte le strutture aperte 24 ore su 24 hanno per contratto nazionale.
In questo caso un lavoratore deve stare a disposizione e se viene chiamato entro 20 minuti deve stare in azienda. Capisco che la reperibilità costa, ma così si fornisce un servizio migliore. Ci hanno però detto che si impegneranno a rispettare il limite di 12, ma non voglio saperne di applicare l’istituto contrattuale. Ora lo stato di agitazione andrà davanti al prefetto».
Il terzo motivo della protesta viene definito dai sindacati «dumping contrattuale». Contestano la mancata attuazione da parte di Osmairm della delibera della Regione Puglia 1490 del 2022 che prevede l’applicazione a tutti i lavoratori del contratto nazionale Aiop (associazione italiana spedalità privata). In sostanza, malgrado la Regione abbia sancito che un requisito di accreditamento è che si applichi a questa categoria di lavoratori il contratto Aiop, i sindacati sostengono che c’è «una odiosa distinzione di trattamento economico e normativo tra lavoratori» perché ad alcuni viene ancora applicato il contratto Aiop Rsa. «Tra l’altro – conclude – non conosciamo neanche i contenuti delle preintese tra azienda e Regione su questo tema risalenti a oltre un anno fa»
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