Luca Ghidini, Commissario Cittadino FI Cremona, ripercorre i dieci anni di governo cremonese della Sinistra, e lo fa con queste parole:
“Le recenti dichiarazioni del segretario cittadino del PD cremonese Roberto Galletti in merito alla gestione dell’appalto sul servizio SAAP da parte dell’amministrazione comunale, permettono di definire la cifra culturale, e quindi politica, alla base del modello di governo cittadino da parte della sinistra locale. Un modello che negli ultimi dieci anni ha svenduto o abbandonato gli asset comunali e la gestione dei servizi cittadini, rendendo la città succube di decisioni e interessi diversi dal bene del territorio, dei suoi cittadini e delle imprese.
In primo luogo, per Galletti l’amministrazione avrebbe tutelato la qualità del servizio SAAP. Come è possibile affermare ciò dopo una gara d’appalto il cui esito è stato determinante a fronte di un ribasso di soli 0,15 punti proprio sulla parte economica? Come è noto, in verità, l’ATI delle cooperative cremonesi era avanti rispetto a Progetto A proprio sulla parte qualitativa, aggiudicandosi un punteggio pari a 82 (contro 80 per la cooperativa bergamasca). Si vorrebbe forse insinuare che la qualità del servizio erogato dalle cooperative cremonesi non sarebbe sufficientemente all’altezza dei bisogni? Una valutazione alquanto singolare, se detta proprio da un cooperatore locale quale è il segretario cittadino del PD.
Leggendo fra le righe di un ragionamento tanto ambizioso quanto piegato in difesa della linea del partito e degli esponenti di Giunta, la qualità sarebbe stata preservata a seguito di uno stanziamento maggiore rispetto a quello previsto per la precedente gara. Posto che tale stanziamento è soprattutto dovuto per adeguare le condizioni contrattuali degli operatori a seguito del rinnovo del contratto nazionale delle cooperative sociali, la vera domanda è: quale imprenditore cambierebbe un fornitore dopo una collaborazione virtuosa e pluriennale (il suo valore è infatti di 3 milioni di euro) per un risparmio di soli 2.223 euro in due anni? Nessun imprenditore che abbia a cuore il mantenimento dello standard qualitativo del servizio da lui erogato, ma solo la boriosa convinzione che le proprie prerogative siano sempre quelle a dover prevalere. Se poi si considera, come è necessario fare, che questo servizio ha il suo fulcro nel valore delle relazioni umane e professionali, le parole di Galletti assumono i contorni di una irrazionale e contraddittoria difesa d’ufficio.
In secondo luogo, per Galletti il metodo dell’accreditamento è sinonimo di frammentazione; per Forza Italia è sinonimo di Libertà. Libertà per le famiglie di scegliere l’operatore migliore rispetto al proprio bisogno; libertà per i lavoratori di lavorare per l’impresa sociale più rispondente ai propri valori. E’ forse proprio la prospettiva di una maggiore libertà delle famiglie e delle imprese sociali ciò che preoccupa veramente i vertici politici e amministrativi del PD?
Sarà interessante scoprire, anche dal Sindaco, come mai l’accreditamento è tanto inviso all’amministrazione comunale quando tale strumento costituisce la prassi per l’affidamento dei servizi da parte dell’Azienda Sociale Cremonese di cui il Comune di Cremona è – a questo punto paradossalmente – socio di maggioranza. Oppure perché anche il Consorzio Casalasco Concas e la Comunità Sociale Cremasca utilizzano da anni l’accreditamento per il SAAP. La Giunta Virgilio vuole arrivare a sostenere che 112 Comuni della Provincia di Cremona operano con criteri non trasparenti perché non affidano i servizi alla persona con gara d’appalto?
In definitiva, la sinistra cremonese ci lascia una città gestita da altri in cui il ruolo dell’amministrazione è quello di mero passacarte: non solo la partita energetica (gestione rifiuti e termovalorizzatore), dove la tanto decantata gara d’appalto non venne bandita all’epoca della svendita di LGH ad A2A (il quel caso la trasparenza non era prioritaria); non solo la pulizia delle strade viene effettuata da Aprica senza gara; non solo la sosta gestita da anni da Saba; non solo la piscina comunale è stata affidata a Sport Management con le note controversie; non solo l’illuminazione pubblica affidata senza gara a Citelum; non solo le infrastrutture interrate (cavidotti) sono state vendute ad A2A; ora anche i servizi alla persona – per giunta quelli rivolti ai più fragili – non sono più appannaggio dei cremonesi, rappresentando il bottino di una città divenuta, per precisa volontà politica, terra di conquista. Una volontà distante dal principio di sussidiarietà che, invece, valorizzerebbe le forze provenienti dal basso.
Certo, non sosteniamo posizioni provinciali e comprendiamo che la gestione di alcune partite, come quella energetica, non possa essere esercitata autonomamente dal Comune, il quale, tuttavia, non può mai abdicare completamente al suo ruolo di indirizzo.
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