CARRARA – Continua senza soluzione di continuità la scia di polemiche sull’ampliamento del porto di Carrara. Dopo la forte presa di posizione di Confcommercio a sostegno delle recenti osservazioni di Forte dei Marmi fortemente preoccupata per la propria economia a base turistica e a cui la sindaca Serena Arrighi ha replicato (ne abbiamo parlato qui e qui), ecco arrivare una serie di commenti in appoggio all’ampliamento dello scalo portuale. Confartigianato, Fiom, Filt Cgil e Pri: mondo della produzione, del lavoro e della politica carrarese si schierano in favore del progetto di ampliamento.
Confartigianato
“Il gelo che incombe sul futuro del porto di Marina di Carrara dimostra la fatica della nostra provincia ad agire in maniera unitaria, rischiando di far decidere altri al posto nostro: la politica annoiata all’ombra degli stabilimenti balneari di Forte dei Marmi, novella Capalbio che per interesse opportunistico, se pur legittimo, blocca lo sviluppo di comuni che non le competono”. A firmare l’affondo è il presidente della Confartigianato Massa Carrara Lunigiana, Sergio Chericoni, che interviene oggi dopo il fuoco di fila ad ampio raggio tessuto nei giorni scorsi in particolare oltre il confine del fiume Versilia: “Per dar forza a una volontà prettamente politica e a interessi territoriali si confrontano le mele con le pere. Il sindaco di Forte dei Marmi sostiene che il comparto turistico dia più lavoro del porto ma, per sostenere questa convinzione, porta sul tavolo solo i numeri generati dal traffico merci. Non prendiamo in giro l’intelligenza delle persone: se non ci fosse il porto di Carrara, la provincia apuana non avrebbe Baker Hughes e così neppure Asti, joint venture di Baker Hughes e GE. Se non ci fosse il porto di Carrara non ci sarebbe The Italian Sea Group. Non ci sarebbero San Lorenzo, Azimut, Effebi e altri. Non ci sarebbe la nautica perché, anche senza travel lift che attendiamo da decenni, vengono fatti diversi alaggi durante l’anno. Adesso il sindaco di Forte dei Marmi faccia il calcolo di lavoratori diretti e dell’indotto di queste realtà industriali per fare il paragone. Attenzione, lavoro in gran parte stabile, duraturo, annuale, non limitato a tre mesi all’anno e magari pure a basso valore aggiunto come accade nel turismo. E adesso pensate quanto potrebbero crescere questi numeri con un porto all’altezza delle aspettative e delle capacità di un territorio che, non ce ne voglia la politica versiliese, è uno dei pochi ancora in grado di concedere spazi a una nautica in crescita che invece fatica altrove. O forse l’intenzione è proprio quella di far fuori un avversario scomodo ad altri scali?”. Per Chericoni è proprio questo il nodo: la necessità di fare fronte comune, avere una voce univoca capace di sostenere l’interesse legittimo della provincia apuana: “A Forte dei Marmi tessono trame sotto l’ombrellone. Ma come Forte dei Marmi ha interesse nel ricco turismo estivo, la nostra provincia ha nella manifattura, nell’industria, la sua ricchezza e abbiamo il diritto e il dovere di sostenerla, di permetterne uno sviluppo armonico ed omogeneo che dipende anche dal porto. Certo, senza andare a intaccare il turismo, ed è per quello che si è lavorato a un tavolo dedicato all’erosione che ha nella Regione Toscana il garante dell’accordo. Però non possiamo permettere che altri decidano per noi”. Ci sono proposte chiave da portare avanti, uniti, sin dalle prossime settimane: “Prima di tutto, al netto di un auspicato ritorno in Toscana, qualunque sia l’Autorità Portuale di riferimento, Carrara deve avere una governance all’interno, come minimo il segretario. Finora siamo stati considerati orpello di La Spezia, che ci tiene solo per non essere accorpata a Genova. Sarebbe bene, su questo punto, che l’amministrazione comunale nominasse un assessore con delega soltanto al porto per seguire tutte le vicende operative, amministrative e politiche dello scalo, compreso un Piano regolatore da mesi sospeso a un filo. E dovrebbe essere Carrara la cabina di regia di un’idea comune da portare avanti come provincia, come territorio, per sostenere un’infrastruttura strategica e difenderci dall’assalto di vicini che certo non fanno i nostri interessi”.
Fiom
“Con il recente dibattito sull’ampliamento del porto, riteniamo fondamentale fare chiarezza su un aspetto cruciale: lo sviluppo industriale è essenziale per la crescita economica dell’intera provincia. Il progetto di ampliamento previsto dal nuovo piano regolatore rappresenta una vera e propria spinta per l’industria e l’occupazione, con benefici tangibili per le imprese locali, in particolare quelle legate all’innovazione e alla tecnologia. L’ampliamento dello scalo di Marina di Carrara rappresenta un tassello fondamentale per rafforzare la competitività di realtà che per la loro vocazione industriale dipendono da un’infrastruttura portuale moderna ed efficiente per le proprie attività logistiche e commerciali. Lo scalo marittimo consente oggi di avere un export quantificabile in poco più di 2,7 miliardi di euro, dei quali circa il 50% è rappresentato dalle commesse di motori, generatori e trasformatori elettrici, con inevitabili possibilità di crescita. E’ bene poi ricordare come sul lato occupazionale, la sola Baker Hughes, che ha nel porto la destinazione finale delle sue “turbine”, riesca a muovere tra maestranze dirette e indotto quasi 4.000 persone, risultando di gran lunga il luogo di lavoro privato più numeroso dell’intera provincia. A chi sostiene che l’ampliamento ostacoli il turismo, rispondiamo che l’industria e l’economia del nostro territorio non possono essere separate dalla sua capacità di attrarre investimenti e garantire uno sviluppo sostenibile a lungo termine. Un porto più grande consente il miglioramento delle infrastrutture per il trasporto delle merci, fondamentale per il commercio internazionale e per aziende ad alto valore tecnologico ed ha capacità attrattive nei confronti di altre realtà industriali che potrebbero insediarsi nel nostro territorio, senza dimenticare il progetto travel lift che consentirebbe un salto di qualità alle piccole e medie aziende nautiche. L’espansione portuale è la chiave per aprire nuovi mercati e rafforzare la nostra economia, creando un circolo virtuoso che vede nel settore industriale un punto di partenza per una crescita complessiva che coinvolge anche il turismo, l’occupazione e il benessere della comunità locale. Confcommercio dovrebbe riconoscere, lungi da assumere posizioni ideologiche che minano alle fondamenta la vocazione industriale e la conseguente tenuta sociale dell’intero territorio, che lo sviluppo industriale, il turismo e la sostenibilità hanno l’obbligo di andare di pari passo. Investire in un porto all’avanguardia non solo supporta l’economia locale, ma garantisce anche nuove opportunità per tutti i settori, ivi compreso quello turistico. Come Fiom riteniamo che l’ampliamento del porto è una necessità non più rinviabile, non solo per le grandi imprese che hanno deciso di investire sul territorio e che auspichiamo possano continuare a farlo, ma per le importanti ricadute in termini di occupazione che questo può generare ed infine per un territorio che ambisce a crescere in modo sostenibile e competitivo”.
Partito repubblicano italiano
“Come Partito repubblicano toscano diciamo basta a strumentalizzazioni e attacchi contro il porto di Marina di Carrara. E’ assurdo che si voglia collegare la drammatica collisione della nave Guang Rong contro il pontile di Marina di Massa con la presenza dello scalo. Chi cerca di individuare a ogni costo una correlazione tra le due cose lo fa solo per creare confusione e avvalorare le proprie posizioni. Come Partito repubblicano crediamo che Carrara, la sua provincia e tutta l’area apuo-versiliese non abbiano bisogno di strumentalizzazioni e posizioni dettate da soli interessi di parte, bensì necessitino di riflessioni serie e di una presa di posizione unitaria per l’approvazione del nuovo piano regolatore portuale. Il fatto che questo non sia ancora pronto rappresenta, crediamo, il vero grande problema per tutto un territorio che oggi si trova ad andare avanti con uno strumento vecchio di oltre 40 anni che non ha al suo interno contenuti di sviluppo economico. La mancanza si staglia su un orizzonte ancor più drammatico, se si considera che è stata istituita la Zona Logistica Semplificata che ha il compito di raccordare lo scalo di Carrara con gli altri toscani e mettere a sistema, nella Regione di cui Carrara fa parte, le risorse territoriali in funzione di uno sviluppo economico necessario, che va oltre i singoli porti. I vertici dell’Autorità di sistema portuale dicano oggi a che punto è l’iter di approvazione del Prp visto che proprio loro in passato avevano più volte rassicurato che questo sarebbe stato pronto addirittura nei primi mesi del 2024. Purtroppo però la realtà dei fatti ci dice che il Consiglio superiore dei lavori pubblici, organo dello stesso ministero che vigila le autorità portuali, non ha ancora dato il via libera. E questo è un fatto grave, come già appariva all’indomani della pubblicazione sulla stampa locale della lista, fatta dal Consiglio superiore dei lavori pubblici, delle carenze del progetto di piano presentato. Carenze che denotano il vero disinteresse per il porto di Marina di Carrara da parte di chi per primo lo avrebbe dovuto rafforzare e che invece resta inspiegabilmente silente sulla sorte del piano regolatore portuale. In concreto, significa: no razionalizzazione del porto, no specializzazione della parte di ponente alle crociere e al turismo, no incremento dei volumi di affari, non incremento della ricchezza prodotta da aziende del territorio, no incremento occupazionale, no risposte alla nautica col trave lift, no, no, no. Il territorio di Massa e Carrara ha bisogno di attenzione, non di propaganda o di strumentalizzazioni: in una logica che sia coerente su base regionale, perché è in Toscana che si decidono le politiche economiche, infrastrutturali, ambientali, sociali anche per questo territorio. La ZLS rende ancora di più evidente che non è anomalo pensare il porto a sistema nella Toscana, ma che è stato anomalo, in buona sostanza, far gestire un ingranaggio del sistema produttivo toscano alle forze politiche ed economiche, cioè a un territorio, di un’altra regione. Carrara non è in Liguria”.
Filt Cgil Massa-Carrara
“Il nuovo piano regolatore portuale di Marina di Carrara, se approvato, potrà essere uno strumento utile a dare respiro all’economia di un vasto territorio che prende i comuni di Massa, Carrara, Montignoso e della Lunigiana. Già oggi il porto, secondo stime dell’ ADSP del Mar Ligure Orientale, ha un impatto occupazionale tra lavoratori diretti, indiretti e dell’indotto pari a 11.310 unità e un potenziamento dello scalo non potrà che portare benefici in una provincia a bassa occupazione come quella Apuana. Chi ha a cuore l’ambiente e la sostenibilità dello sviluppo turistico farebbe bene a guardare con sospetto i numerosi yacht che in estate ormeggiano davanti alla nostra spiaggia sporcando ed inquinando l’acqua piuttosto che preoccuparsi di piccolo porto che riesce però ad essere centrale per lo sviluppo industriale della provincia e dei territori vicini. Non è quindi più rinviabile l’approvazione del nuovo piano regolatore con il conseguente potenziamento del porto che vede nella sostanza una sola riorganizzazione delle banchine interne senza ampliamenti che escano dall’attuale perimetro”.
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