CESVI: il blocco dei fondi e lo smantellamento di USAID rappresenta una grave minaccia per l’intera comunità internazionale e per i più vulnerabili

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Fondazione CESVI lancia un allarme sui devastanti effetti della decisione degli Stati Uniti di bloccare i finanziamenti in corso dell’Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo Internazionale (USAID) e di avviare la sua chiusura definitiva. Una minaccia senza precedenti per le operazioni umanitarie e per lo sviluppo sostenibile in tutto il mondo che mette a rischio la vita di milioni di persone vulnerabili. 

Gli aiuti finanziati da USAID rappresentano una delle principali fonti di sostegno per la sicurezza alimentare, la sanità, l’istruzione e la protezione di popolazioni in condizioni di emergenza e di povertà estrema. La loro improvvisa sospensione e annunciata riduzione compromette interventi essenziali e aggrava ulteriormente il già critico divario tra bisogni umanitari e risorse disponibili, acuendo l’impatto delle crisi costantemente in aumento.

UN SISTEMA UMANITARIO IN CRISI. Il taglio ai finanziamenti USAID è solo la punta dell’iceberg di una crisi più ampia. Negli ultimi anni, il divario tra i bisogni umanitari e i finanziamenti disponibili è più che triplicato, passando da 8,3 miliardi nel 2016 a 26,1 miliardi nel 2024. La decisione degli Stati Uniti potrebbe innescare una reazione a catena, spingendo altri donatori a ridurre il proprio impegno e lasciando milioni di persone senza alcuna forma di assistenza.

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Quella che stiamo affrontando non è solo una crisi economica, ma anche una crisi di solidarietà. Il rischio è un ritorno a una politica globale di disimpegno, che abbandona intere popolazioni al loro destino” dichiara Stefano Piziali, direttore generale di CESVI.

Sul lungo termine, l’impatto di questa decisione non è attualmente quantificabile. Il sistema della cooperazione internazionale e dell’aiuto umanitario è a rischio di tenuta, considerato il fatto che gli Stati Uniti forniscono oltre il 42% dei finanziamenti umanitari globali, svolgendo un ruolo fondamentale nel sostenere i programmi di aiuto alle popolazioni colpite da conflitti e disastri naturali, così come allo sviluppo a livello globale, sia nel sistema bilaterale che in quello multilaterale.

“La decisione dell’amministrazione Trump cambierà totalmente il sistema della cooperazione globale. L’impatto sui fondi ONU, unito alla crescente competizione tra ONG per ottenere i pochi finanziamenti dei pochi donatori istituzionali certi, insieme alle reazioni dell’Europa (alla vigilia di elezioni importanti come quelle in Francia e in Germania), rendono il futuro degli aiuti umanitari e della lotta alla povertà sempre più incerto e vacillante”, aggiunge Stefano Piziali.

L’IMPATTO CONCRETO. La scelta di tagliare i fondi non è solo un problema per le organizzazioni umanitarie, ma per l’intera comunità internazionale. La perdita di finanziamenti compromette, infatti, la stabilità di intere regioni, alimentando nuove crisi migratorie, conflitti e disastri ambientali senza possibilità di mitigazione.

Per CESVI lo stop degli aiuti ha completamente bloccato tutte le attività in Pakistan nella regione del Sindh che ancora oggi deve fare i conti con la devastazione provocata dalle alluvioni degli scorsi anni, a supporto di oltre 19.500 persone – circa 3.000 famiglie vulnerabili – che non potranno ricevere sostegno economico e supporto nelle proprie attività agricole in interi villaggi. Questo rischia di danneggiare gravemente la disponibilità di cibo aumentando il numero di persone che soffre la fame, la possibilità di portare avanti le piccole attività commerciali, di sostentamento per interi nuclei familiari, la loro capacità di mitigare l’impatto che gli eventi climatici estremi hanno sulla loro vita, eventi che ormai si abbattono con una violenza e una frequenza sempre maggiori, anno dopo anno. Tutto questo, compromettendo un terzo della capacità operativa nazionale di CESVI, proprio nei mesi che precedono possibili nuove alluvioni e che richiedono attività di prevenzione del rischio che CESVI promuove e sviluppa da anni per preparare le comunità e mitigare il numero delle vittime.

Ad Haiti, il blocco temporaneo dei finanziamenti ha sospeso gli aiuti a 3.000 famiglie sfollate in 10 siti collettivi di Port-au-Prince, interrompendo le attività di supporto psicosociale e di servizi igienico-sanitari che CESVI promuove nelle aree colpite dal colera per migliorare le condizioni di vita degli sfollati interni haitiani, nei campi collettivi e nelle famiglie che li ospitano.

“Il taglio non riguarda solo i fondi erogati direttamente da USAID ma tutte quelle operazioni che anche solo in parte sono sostenute dai fondi americani, aiuti che raggiungono persone in estremo bisogno che sopravvivono solo grazie alla solidarietà” specifica Piziali. “Dal nostro punto di osservazione, abbiamo già riscontrato tagli alla distribuzione di CIBO, ACQUA, supporto igienico sanitario in: Afghanistan, Uganda, Palestina”. 

IL RUOLO DEI GOVERNI E DELLE ISTITUZIONI INTERNAZIONALI. CESVI sottolinea l’importanza di un’azione immediata da parte dei governi e delle istituzioni internazionali per colmare il vuoto lasciato da questa sospensione e garantire che i principi fondamentali di solidarietà, rispetto reciproco, sradicamento della povertà e tutela dei diritti umani non vengano sacrificati. Non si tratta solo degli obblighi giuridici internazionali e vincolanti sanciti nella Carta delle Nazioni Unite o nei Trattati dell’Unione Europea, ma di una questione fondamentale per il ruolo politico degli Stati e delle istituzioni europee e internazionali nel mondo.

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CESVI invita il Governo italiano a rafforzare il proprio impegno di cooperazione internazionale, nella risposta alle crisi umanitarie e nello sviluppo sostenibile, e a sollecitare e a unirsi gli Stati Membri dell’Unione Europea per un’azione congiunta di contrasto a queste misure restrittive e di un rinnovato ruolo di leadership a conferma della solidarietà dell’Europa con le comunità colpite dalle crisi in tutto il mondo. “È necessario un ripensamento strutturale dell’architettura del finanziamento per gli aiuti umanitari e lo sviluppo, affinché il sistema non dipenda dalle decisioni politiche di singoli governi, ma sia garantito da impegni a lungo termine e da fondi più resilienti alle fluttuazioni geopolitiche”, conclude Piziali.

CESVI continua a lavorare e promuovere la collaborazione tra ONG e nella situazione contingente si sta coordinando, a livello nazionale, con LINK2007 e a livello globale con reti umanitarie come VOICE e ICVA, sollecitando una risposta immediata e unitaria per garantire che i programmi di emergenza non vengano interrotti, continuando così a fornire aiuto alle popolazioni più vulnerabili.

 



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