La Biennale di Architettura di Venezia 2025 si preannuncia come un evento di portata globale che ridefinirà il ruolo dell’architettura nell’èra dell’adattamento. Con il titolo Intelligens. Natural. Artificial. Collective., il curatore Carlo Ratti ha messo al centro della 19. Mostra Internazionale di Architettura la sfida del cambiamento climatico e il ruolo delle diverse forme di intelligenza nella progettazione degli spazi abitati. Un approccio che va oltre la semplice mitigazione e punta a trasformare radicalmente il modo in cui viviamo, costruiamo e interagiamo con il nostro ambiente.
L’innovazione come pilastro della Biennale di Architettura 2025
Il concetto di innovazione permea ogni aspetto della Biennale di Architettura di quest’anno. Non si tratta solo di esplorare nuove tecnologie costruttive, ma di ripensare radicalmente l’idea stessa di architettura in un mondo in rapido cambiamento. La mostra raccoglie oltre 750 partecipanti tra architetti, ingegneri, matematici, scienziati del clima, filosofi, artisti e altri esperti che contribuiranno con idee rivoluzionarie su come adattarsi alla crisi climatica.
Un elemento chiave di questa edizione è l’utilizzo di intelligenza artificiale, intelligenza naturale e intelligenza collettiva per ripensare gli spazi costruiti. L’intelligenza artificiale viene impiegata per progettare edifici capaci di adattarsi alle condizioni climatiche mutevoli, mentre l’intelligenza naturale si ispira ai modelli di sopravvivenza della natura. L’intelligenza collettiva, invece, punta su un processo partecipativo e inclusivo, coinvolgendo diverse generazioni e discipline.
Venezia come laboratorio vivente per la sostenibilità
La Biennale di Architettura 2025 non si limiterà alle esposizioni all’interno dei Giardini e dell’Arsenale, ma trasformerà l’intera città di Venezia in un vero e proprio laboratorio vivente di sostenibilità. Venezia, una delle città più vulnerabili al cambiamento climatico, diventerà il banco di prova per soluzioni innovative capaci di rispondere alla crisi ambientale. Installazioni, prototipi ed esperimenti saranno disseminati tra le calli e i canali della città, creando un dialogo diretto tra architettura e ambiente urbano.
Un esempio significativo è il progetto Margherissima, realizzato all’interno della Polveriera austriaca di Forte Marghera, che si concentra sulla riqualificazione di aree contaminate, offrendo nuove prospettive per il recupero di territori compromessi.
Architettura e economia circolare: il Manifesto di Carlo Ratti
Uno degli aspetti più innovativi della Biennale di Architettura 2025 è il Manifesto di Economia Circolare lanciato da Carlo Ratti con il supporto di Arup e della Ellen MacArthur Foundation. L’obiettivo è quello di ridefinire il concetto stesso di sostenibilità nel settore dell’architettura, promuovendo un modello basato su:
- Eliminazione degli sprechi: la progettazione degli spazi deve prevedere il riuso e il riciclo dei materiali, riducendo al minimo l’impatto ambientale.
- Uso efficiente delle risorse: gli edifici devono essere progettati per adattarsi nel tempo, evitando demolizioni e ricostruzioni inutili.
- Rigenerazione dei sistemi naturali: l’architettura deve lavorare in sinergia con l’ambiente, integrando elementi naturali e sfruttando fonti di energia rinnovabile.
La Biennale di Architettura e la neutralità carbonica
Dal 2021, la Biennale ha avviato un percorso per rendere tutte le proprie attività conformi ai più avanzati standard di sostenibilità. Per il 2025, l’obiettivo è ottenere la certificazione di neutralità carbonica secondo la norma ISO 14068, riducendo le emissioni di CO2 generate dalle manifestazioni.
Un punto critico riguarda la mobilità dei visitatori, che rappresenta una delle principali fonti di emissioni. Per questo motivo, la Biennale ha avviato iniziative di sensibilizzazione e soluzioni per incentivare spostamenti sostenibili, tra cui:
- Collaborazioni con compagnie di trasporto per ridurre l’impatto ambientale degli spostamenti.
- Percorsi espositivi pensati per favorire l’uso della mobilità dolce.
- Incentivi per chi partecipa con mezzi di trasporto a basse emissioni.
Il futuro dell’architettura nell’èra dell’adattamento
La Biennale di Architettura 2025 segna un punto di svolta cruciale per il settore. Mentre in passato l’attenzione era concentrata sulla mitigazione dell’impatto ambientale, oggi l’architettura deve affrontare un cambiamento radicale: passare dall’adattamento passivo a una progettazione attiva e dinamica.
Le Corderie dell’Arsenale, ad esempio, ospiteranno un percorso che analizza tre tipi di intelligenza applicati all’architettura:
- Natural Intelligence: progetti ispirati alla natura e ai suoi meccanismi di adattamento.
- Artificial Intelligence: tecnologie innovative per ottimizzare la sostenibilità degli edifici.
- Collective Intelligence: il ruolo della collaborazione interdisciplinare per affrontare la crisi climatica.
L’ultima sezione, Out, propone una riflessione sullo spazio: sebbene l’esplorazione spaziale venga spesso vista come una possibile via di fuga, la mostra sottolinea che la vera sfida è migliorare la vita sulla Terra, il nostro unico pianeta abitabile.
La Biennale di Architettura 2025 non è solo una mostra, ma una piattaforma di innovazione e un campo di sperimentazione per il futuro dell’architettura sostenibile. Con il suo approccio basato sull’intelligenza naturale, artificiale e collettiva, e con un forte impegno verso la neutralità carbonica e l’economia circolare, questa edizione segna un punto di svolta per l’intero settore.
La sfida ora è far sì che le idee e i modelli esposti alla Biennale diventino parte integrante della progettazione urbana e architettonica globale. L’architettura non è più solo un’arte di costruire, ma un campo di ricerca capace di trasformare il nostro modo di abitare il pianeta.
Con questa edizione della Biennale di Architettura, il messaggio è chiaro: il futuro dell’architettura è sostenibile, inclusivo e basato su un’intelligenza collettiva capace di affrontare le sfide globali.
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