Assicurazioni tra nuove idee e AI: traiettorie di futuri possibili

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Due diverse traiettorie di successo per l’industria assicurativa, chiamata a confrontarsi con le sfide del mercato e quelle della tecnologia. Lungo questi binari si è snodato al Roma Polo Club l’evento di presentazione di due volumi dedicati al settore: ‘Exit Strategy. Storia di una startup dall’idea al successo’ di Andrea Battista (Ad di Net Insurance), e ‘AI e la riscoperta dell’Umanità – Ecco come cambieranno le assicurazioni di domani’, firmato da Gianluca Zanini (partner e membro del board di Excellence consulting) e Marco Burattino (Guidewire Software).

Temi diversi, dicevamo, ma un unico protagonista: il settore delle assicurazioni, chiamato a rinnovarsi e a confrontarsi con le sfide socio-economiche nell’era dell’Intelligenza artificiale (AI), di cui molti parlano ma che in pochi conoscono davvero.

Nel frattempo l’adozione dell’intelligenza artificiale nelle assicurazioni vale già miliardi e sta crescendo vertiginosamente. Lasciando intravedere quella che Zanini e Burattino identificano come la ‘nuova umanità’, frutto dell’intreccio tra persone e AI. Nel corso dell’evento moderato da Alessandro Pulcini di Fortune Italia, le traiettorie sono state il filo conduttore di un percorso che parte da una scommessa (vinta) nell’imprenditoria assicurativa, al futuro possibile: un mondo plasmato dall’intelligenza artificiale.

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Un gioco di traiettorie

Anche nello sport le traiettorie sono importanti. “Il polo è un gioco di traiettorie – spiega con un sorriso Stefano Giansanti, presidente di Roma Polo Club – uno dei falli più ricorrenti è legato a errori di valutazione. Devi prevedere la traiettoria che sta coprendo il tuo avversario proprio per evitare una collisione. Quindi il tema di oggi ci è molto vicino: siamo in un circolo storico di Polo e dal 1930 ci vantiamo di avere ospitato tantissimi cavalieri da tutto il mondo”. Quanto all’avvento dell’AI e al rischio di finire per ritrovarci a fare sport da soli, in una sorta di metaverso, Giansanti non ha dubbi: “L’amore per i cavalli, la natura, la bellezza di stare all’aria aperta: nulla potrà sostituire queste emozioni”. Perchè si è parlato anche di emozioni in questo incontro, come presto vedremo.

Da sinistra: Stefano Giansanti e Alessandro Pulcini

In principio fu Archimede SPAC

“La traiettoria analizzata in questo libro è una storia vera, una storia recente. È il percorso che da Archimede ha portato a un preciso modello di business che avevo in mente e che, con gli opportuni adattamenti, è stato poi realizzato – ha spiegato a Fortune Italia Andrea Battista – La creazione di una piattaforma tecnologicamente avanzata sulla leva delle innovazioni portate dal digitale assicurativo o insurtech, disponibile a una pluralità di intermediari, banche, broker o altri alla ricerca di un soggetto agile, snello, innovativo e specializzato esclusivamente per servizio a questo tipo di reti”.

Da sinistra: Alessandro Pulcini e Andrea Battista

“Il punto di partenza è stato finanziare il progetto. E qui la Spac, lo strumento della Special Purpose Acquisition Company, è stata la soluzione trovata. A seguire poi c’è stata l’implementazione della strategia, la creazione e la realizzazione di diversi piani industriali fino al punto terminale della traiettoria”. L’exit, appunto, che dà il titolo al volume. “Nel libro la definisco una buona exit perché ha massimizzato il valore per tutti gli stakeholder”. Perchè il momento del bilancio “è fondamentale per giudicare il valore di una traiettoria”. Come pure l‘ottimismo, cruciale secondo Battista per fare impresa.

Effetto Super Bowl

Traiettorie che, per quando riguarda il reale impatto dell’intelligenza artificiale, sono ancora molto fumose. Tanto che gli analisti spesso si dividono tra apocalittici e integrati (o anche ottimisti), come è stato detto nell’incontro.

“Il nostro libro – racconta Burattino – parte dalla fotografia della realtà politica, economica e sociale attuale, per delineare quali sono gli elementi che determinano la velocità del cambiamento cui stiamo assistendo in tutti i campi, trainato da una profonda rivoluzione tecnologica”. Oggi l’avvento dell’intelligenza artificiale può essere paragonato al debutto, 20 anni fa, dell’iPhone. “Nell’ultimo Super Bowl – sottolinea Zanini – ChatGPT ha speso 14 mln di dollari per uno spot di 30 secondi, cosa che si può paragonare a quanto fatto nel 1984 da Apple con lo spot girato da Ridley Scott che presentava il Macintosh”.

Ma cosa deve guidare la rivoluzione cui stiamo assistendo? Gli autori chiamano in causa l’umanità nella sua duplice veste: le caratteristiche che contraddistinguono l’uomo rispetto agli animali, ma anche l’elemento collettivo chiave per l’evoluzione della specie. “Quindi la riscoperta dell’umanità è il fattore atavico che deve guidare questo profondo cambiamento, altrimenti la traiettoria potrà subire pericolose derive“, avvertono Zanini e Burattino.

Il futuro della mutualità

Ma tutto questo come si declina nel mondo delle assicurazioni? “L’assicurazione è un’industria che nasce da una caratteristica profondamente umana: la mutualità. Ovvero raccoglie i premi dai clienti per offrire aiuto alle persone che subiscono delle avversità. Cosa c’è di più umano che aiutare qualcuno in difficoltà? Peccato che le compagnie assicurative – riflette Zanini – non hanno mai comunicato questo elemento profondamente emotivo: il mettersi insieme delle persone in caso di avversità.  Ma proprio le emozioni sono i driver principali delle azioni, e quindi anche della scelta di acquisto. Le emozioni più forti sono quelle che nascono dalle relazioni fra esseri umani”.

E allora come si incastra l’AI in tutto ciò? Per Zanini e Burattino “gli esseri umani e le organizzazioni come le assicurazioni hanno una sorta di dittatore interno, che porta a seguire la via conosciuta semplicemente perché così si consuma meno energia. Dobbiamo immaginare l’AI come un esoscheletro per il cervello, in grado di potenziare la capacità di pensiero laterale, che è vitale per trovare nuove strade”. Ecco perchè gli autori parlano di trasformare l’industria assicurativa in una macchina dell’immaginazione”.

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Il concetto, ammette Zanini, “è provocatorio, dato che questa industria non è nota per la creatività, proprio per come è nata, per la sua storia. Ma la tecnologia può liberare il potenziale umano e reinventare i processi di sviluppo delle coperture assicurative”.

I rischi

C’è il rischio di prendere direzioni sbagliate? In chiusura gli autori riprendono il messaggio di Padre Benanti: “Il pericolo più grande non è la tecnologia in sè, ma abdicare alla nostra coscienza, alla nostra capacità di pensiero critico”.

Un particolare dell’evento con i libri presentati dagli autori



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