Aponte scommette sul porto di Livorno e punta al controllo di Darsena Europa

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LIVORNO. Dal quartier generale di Chemin Rieu a Ginevra i radar di Msc si sono indirizzati sulla Toscana. Gianluigi Aponte, uno degli uomini più ricchi al mondo, fondatore e patron di quella che è oggi la più grande compagnia nel trasporto via mare di container e uno dei principali player nel settore delle crociere, ha deciso di puntare fiches importanti sul porto di Livorno, dove ha iniziato ad operare fin dal 1970, come lui stesso ha ricordato in una recente lettera al sindaco Luca Salvetti, ma dove nell’ultimo decennio ha fatto lievitare presenza, attività e investimenti: nel 2014 è entrato in società nel Terminal Lorenzini, secondo terminalista di contenitori dello scalo (dopo Tdt), nel 2019 in tandem con Onorato ha acquisito il 66% di Porto 2000, la compagine pubblico-privata che gestisce il Terminal Crociere e la Stazione Marittima per i traghetti, nel 2022 è entrato al 49% nel gruppo Onorato (Moby, Tirrenia, Toremar) – che con Moby ha su Livorno il suo principale scalo – iniettando oltre 300 milioni per ripianare i debiti, nel 2023 per due volte è andato ad un passo dall’acquisizione del 100% di Tdt, il Terminal Darsena Toscana, la più importante banchina del porto di Livorno, acquisita poi da Grimaldi dalle mani del Gruppo investimenti portuali (Gip), partecipato da due fondi di investimento infrastrutturali (InfraVia Capital Partners e Infracapital), dopo che l’Antitrust aveva acceso i riflettori sui tanti terminal, in diversi porti soprattutto del Tirreno, in cui Msc è già presente in modo significativo, da Genova in giù, dando di fatto lo stop all’operazione.

Ma poco più di un anno dopo l’armatore italo-svizzero è tornato a mostrare il suo interesse per lo scalo labronico, proponendosi per diventare il soggetto privato della più grande operazione infrastrutturale della Toscana costiera, vale a dire la Darsena Europa, ampliamento a mare del porto di Livorno – costo un miliardo di euro circa suddivisi tra pubblico e privato – che diventerà da qui al 2029 un gigantesco terminal contenitori con tre chilometri di banchine, due milioni di metri quadrati di nuove aree e un nuovo ingresso portuale con fondali fino a – 20 metri.

Msc ha presentato una manifestazione d’interesse attraverso Til, la Terminal Investment Limited, costola del colosso italo-svizzero che gestisce gli oltre 70 terminal di Msc sparsi in 31 paesi del mondo. E Aponte ha scelto di preparare la scalata al maxi terminal livornese insieme a due aziende livornesi, il Gruppo Neri, principale operatore del porto, guidato da Piero Neri, presidente di Confindustria, e poi il Terminal Lorenzini, guidato dal suo socio livornese Enio Lorenzini.

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A inizio gennaio la joint venture ha palesato all’Autorità di Sistema portuale il suo interesse per la Darsena Europa e la notizia ha cambiato l’orizzonte del porto livornese, oggi stretto negli spazi e in un’aspra guerra in corso da un anno – da quando Grimaldi ha acquistato Tdt – per la difesa del traffico contenitori, che rappresentano il termometro del business di qualunque porto, e che – teme il cluster portuale livornese – potrebbe calare proprio in Darsena Toscana, che dei contenitori è il regno, a causa degli interessi di Grimaldi nel traffico dei rotabili (trailer e auto nuove), di cui Livorno è porto leader in Italia così come Grimaldi nel Mediterraneo. Non è un caso che proprio di recente alcuni colossi armatoriali specializzati in container abbiano spostato alcune linee per il Nord America da Livorno alla Spezia, temendo in Toscana l’incertezza degli accosti.

La Darsena Europa potrebbe rappresentare la chiave anche per risolvere questo conflitto e la necessità di spazi per i rotabili di Grimaldi, che a quel punto avrebbe via libera per utilizzare la Darsena Toscana per il suo business primario.

Msc, Neri e Lorenzini potranno presentare un’istanza di concessione o proporre una partnership pubblica privata. Ciò che è certo è che si passerà da un bando pubblico. L’altra certezza è quella che il viceministro ai trasporti Edoardo Rixi, ieri in vista al porto e al cantiere della Darsena Europa, ha affermato: «Investire sul porto vuole dire anche cercare di portare ricchezza alla città». È per questo che l’interesse crescente di Msc su Livorno è visto come ossigeno in una delle aree di crisi (economica ed occupazionale) della Toscana. 
 



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