Altro sciopero dei trasporti in vista, Salvini torna a fare i conti con le proteste

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Ancora uno sciopero dei Trasporti, questa volta la protesta si terrà il 24 febbraio e sarà anticipata da un sit-in sotto al ministero vicino a Porta Pia. Al centro delle manifestazioni ci saranno le condizioni contrattuali dei lavoratori dei Trasporti per il triennio 2024-2026: l’aumento del 6% viene visto negativamente dai sindacati che lo ritengono insufficiente in un momento storico in cui l’inflazione ha portato a una crescita dei prezzi dei beni di prima necessità.

La prima protesta annunciata dalla Usb si terrà sotto al ministero dei Trasporti il prossimo 19 febbraio alle 15 quando è stato convocato al Mit il tavolo per la ratifica dell’ipotesi sulla parte economica del CCNL Autoferrotranvieri. Come avvenuto già nelle scorse settimane, i lavoratori faranno sentire la loro voce prima dello sciopero del 24 febbraio.

Precettazione o laissez faire? Il ministro dei Trasporti, affaccendato recentemente in viaggi internazionali tra Madrid e Betlemme, potrebbe anche ricorrere allo strumento utilizzato lo scorso 29 novembre durante lo sciopero nazionale organizzato dai sindacati. L’Usb chiederà l’indizione di un referendum per i lavoratori in merito al rinnovo del CCNL, se dovesse essere approvato lo sciopero sarà ritirato.

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Nuovo sciopero dei trasporti: ecco quando

La prima tappa verso il nuovo sciopero dei trasporti sarà il prossimo 19 febbraio, alle ore 15. I lavoratori del settore dei Trasporti si presenteranno sotto al ministero vicino a Porta Pia per far sentire la propria voce al titolare del dicastero, Matteo Salvini. Si chiede maggiore potere decisionale per i lavoratori del settore in merito al rinnovo del contratto collettivo nazionale del lavoro.

In caso di risposta negativa da parte del Mit, allora si ricorrerà allo sciopero di 24 ore il prossimo 24 febbraio, l’ultimo lunedì del mese. Una protesta paralizzerebbe il Paese, come è già avvenuto verso l’inizio del mese di gennaio. Ecco cosa emerge dal comunicato di Usb:

Il 19 febbraio alle ore 15.00 la nostra delegazione trattante si presenterà al Ministero dei Trasporti, a Roma per protestare contro la propria esclusione e per denunciare la mancanza della democrazia nei trasporti e in questa intesa. Abbiamo comunicato al Ministro e alle parti sociali che, laddove si procedesse all’indizione di un referendum aperto alla partecipazione di tutti lavoratori e lavoratrici coinvolti, procederemo a sospendere lo sciopero.

Il ministro Salvini e i suoi impegni

Salvini faccia il ministro dei Trasporti” questa è una delle frasi probabilmente più ricorrenti tra le fila dell’opposizione che contesta al vicepremier di non occuparsi del proprio dicastero. Negli scorsi giorni, il ministro – dopo una lunga polemica sui ritardi dei treni e sulle difficoltà infrastrutturali dell’alta velocità – è volato a Madrid dove si è tenuta la kermesse dei partiti di estrema destra europea. Il gruppo europeo “Patrioti” ha lanciato la scorsa settimana l’idea del Make Europe Great Again, cercando di prendere spunto dalle politiche del presidente statunitense Donald Trump.

Qualche giorno dopo, il ministro dei Trasporti è andato in Israele per incontrare la sua corrispettiva Miri Regev. Una scusa, secondo molti, per poter colloquiare con il primo ministro Benjamin Netanyahu. Insomma, mansioni molto lontane dal suo ruolo di titolare del dicastero.

Le proteste degli scorsi mesi

Dopo un 2024 fatto di scioperi dei Trasporti, il ministro Salvini aveva annunciato che in vista del Giubileo 2025 ci sarebbero stati provvedimenti contro le manifestazioni definite selvagge e che non ci sarebbero stati altri episodi simili. Una promessa che, tutto sommato, Salvini non sembra aver mantenuto. Nel corso del mese di gennaio ci sono state diversi scioperi tra cui quello del 10 gennaio che ha paralizzato le principali città italiane

A questo si affiancano anche le difficoltà relative ai ritardi dei treni degli scorsi giorni. La questione è stata bollata dal ministro come un tentativo di sabotaggio contro di lui, sul finire di gennaio Salvini si è recato alla Camera e al Senato per due informative.

Articolo in tre punti

  1. Proteste dei Trasporti: Il 24 febbraio ci sarà uno sciopero dei lavoratori del settore dei trasporti, incentrato sulle condizioni contrattuali per il triennio 2024-2026. I sindacati considerano insufficiente l’aumento salariale del 6%, soprattutto a causa dell’inflazione che ha fatto crescere i prezzi dei beni di prima necessità. Precedentemente, il 19 febbraio, ci sarà un sit-in sotto al Ministero dei Trasporti per chiedere maggiore potere decisionale nel rinnovo del contratto collettivo nazionale.

  2. Possibile Referendum e Ritiro dello Sciopero: L’Usb ha annunciato che se verrà indetto un referendum sul rinnovo del contratto collettivo nazionale (CCNL), chiederanno la partecipazione di tutti i lavoratori coinvolti. Se il referendum verrà approvato, lo sciopero del 24 febbraio sarà ritirato.

  3. Critiche al Ministro Salvini: Il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, è stato accusato di non occuparsi adeguatamente delle problematiche del settore, come i ritardi dei treni e le difficoltà infrastrutturali. Nonostante le promesse di misure contro le manifestazioni selvagge in vista del Giubileo 2025, i recenti scioperi e disservizi sembrano indicare il contrario.



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