a Gallarate un modello transfrontaliero per l’inclusione – ilBustese.it

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Favorire l’inserimento lavorativo e la vita indipendente dei giovani con disturbo dello spettro autistico: questa è la sfida ambiziosa che il progetto “Autismo al Lavoro” intende affrontare attraverso un modello sperimentale innovativo, che coinvolge realtà italiane e svizzere: fondazioni, istituzioni e aziende parteciperanno attivamente alla sperimentazione, per diventare un laboratorio di buone pratiche.

È l’ultima sfida di terraLUNA , realtà gallaratese legata alla Fondazione Bellora, che sabato mattina ha presentato il progetto nella sua sede di via Galileo Ferraris, con la presenza, tra gli altri, anche di Paolo Moderato, uno degli studiosi più autorevoli dei disturbi dello spettro autistico.

“Autismo al lavoro” è un Interreg sostenuto dall’Unione Europea, capace di coinvolgere il settore pubblico, (tra i partner, il Canton Ticino e l’ASST Valle Olona), il terzo settore (oltre a Fondazione Bellora, tra i partner diretti anche la fondazione svizzera ARES e l’istituto IESCUM), e anche i privati: tra le collaborazioni del progetto, infatti, spicca quella dell’Associazione Territoriale Confindustria Varese, che si è impegnata a promuoverlo tra le aziende associate “per la grande utilità sociale”, e il punto vendita Carrefour di Gallarate, tra i primi a proporsi per dare l’opportunità a ragazze e ragazzi con disturbo dello spettro autistico di iniziare un percorso di inserimento lavorativo.

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Attualmente, in area transfrontaliera (Lombardia e Canton Ticino), si stima che 1 bambino su 77 presenti un disturbo dello spettro autistico, con una prevalenza maggiore nei maschi (4,4 volte superiore rispetto alle femmine). Tuttavia, tra questi solo 1 persona su 10 riesce a entrare con successo nel mondo del lavoro, evidenziando la necessità di nuove strategie di supporto.

Un approccio innovativo per l’inclusione lavorativa

Il progetto mira a sperimentare un percorso innovativo di abilitazione, basato sui più recenti sviluppi della scienza contestualista del comportamento (ABA – Applied Behavior Analysis). L’obiettivo è quello di potenziare le capacità individuali attraverso un approccio basato su training e apprendimento strutturato, con particolare attenzione alle competenze sociali, comunicative e di autonomia, elementi fondamentali per il successo lavorativo.

Non solo: il progetto mira a seguire le persone con disturbo dello spettro autistico nel loro percorso di inserimento lavorativo, e nel contempo aiutarli a sviluppare le competenze per una reale autonomia, al livello più alto possibile, anche oltre l’orario di lavoro. Anche l’azienda che assume avrà un costante confronto con gli operatori, per aiutare il percorso a diventare realmente inclusivo, permettendo alla persona con sindrome di autismo di diventare una risorsa, creando una dinamica “win-win”: l’azienda trova collaboratori validi, le persone con sindrome di autismo sviluppano autonomia e autostima,  sentendosi utili, capaci di svolgere compiti in armonia con i colleghi.

Risultati attesi e impatto del progetto

Attraverso la costruzione di una rete tra attori chiave, la raccolta delle migliori pratiche internazionali e lo sviluppo di un percorso formativo per educatori e aziende, il progetto punta a:

·        Aumentare il numero di giovani con sindrome di autismo inseriti con successo nel mondo del lavoro;

·         Creare nuovi percorsi di inserimento lavorativo coinvolgendo già nella fase sperimentale il più alto numero possibile di aziende sul territorio;

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·        Ridurre i costi di assistenza e migliorare la qualità della vita delle persone con autismo;

·        Esplorare l’impresa a impatto sociale come strumento innovativo per l’inclusione.

Il progetto Autismo al Lavoro è cofinanziato dall’Unione Europea e realizzato nell’ambito del Programma di Cooperazione Interreg VI-A Italia-Svizzera, con il sostegno della Confederazione Elvetica e dei Cantoni coinvolti.

Colombo: «Costruiamo il futuro delle persone con disturbo dello spettro autistico»

Il presidente della Fondazione Bellora, Enrico Colombo, ha espresso la propria soddisfazione raccontando un altro aspetto importante del progetto Interreg: «Con Autismo al lavoro possiamo davvero costruire il futuro per le persone con disturbo dello spettro autistico, dall’infanzia fino all’età adulta – ha spiegato – il nostro centro di Gallarate, infatti, con questa nuova prospettiva è riuscito anche a riprendere i lavori di ristrutturazione. Un nuovo piano, nuovi spazi adatti a chi cresce ed entra nell’età adulta. Il nostro obiettivo, infatti, è quello di continuare a prenderci cura dei bambini e delle famiglie che si rivolgono al nostro centro terraLUNA , accompagnandoli il più possibile durante tutto il ciclo di vita».

Già, perché i disturbi dello spettro autistico sono una condizione, una caratteristica della persona, che può esprimere tutto il proprio potenziale solo se seguita in modo adeguato. Per farlo, però, un centro come terraLUNA ha bisogno anche di spazi per dare alle persone e alle loro famiglie i giusti punti di riferimento: un unico edificio, quindi, dove si creeranno anche spazi verdi e orti, tutti pensati ad hoc per dare ai pazienti tutte le possibilità di far fiorire le competenze e l’autonomia.

c.s.

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