Il Masaf lancia un piano da 30 milioni per sostenere il rilancio dell’olivicoltura in Puglia. Previsti fondi per il reimpianto di ulivi resistenti, aiuti agli agricoltori e incentivi per la riconversione delle colture nelle aree colpite
L’annuncio del Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, sullo stanziamento di 30 milioni di euro per supportare il reimpianto con colture resistenti nelle zone colpite dalla Xylella fastidiosa rappresenta una svolta cruciale per l’olivicoltura pugliese.
Identificata per la prima volta in Puglia nel 2013, la Xylella ha causato la perdita di milioni di ulivi secolari, devastando il paesaggio e l’economia locale. Per anni, gli agricoltori hanno dovuto affrontare le conseguenze di questa fitopatia senza un sostegno strutturato e con limitate possibilità di ripresa. Oggi, con il nuovo piano di aiuti, si apre una concreta opportunità di rilancio per le aziende agricole colpite.
I dettagli del piano di sostegno
Il Ministero dell’Agricoltura, in collaborazione con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, ha definito criteri e modalità di attuazione delle misure di sostegno, che saranno gestite dalla Regione Puglia con l’ausilio dell’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura (AGEA).
Il decreto, previsto dal DL Agricoltura, prevede:
- Destinatari: aziende agricole situate nelle zone infette, ad esclusione delle aree soggette a misure di contenimento previste dal regolamento UE 2020/1201.
- Obiettivo: ripristinare il potenziale produttivo attraverso il reimpianto di ulivi resistenti o la riconversione verso altre colture ammesse dal Comitato fitosanitario nazionale.
- Finanziamento: copertura del 100% dei costi ammissibili, fino a un massimo di 15.000 euro per ettaro.
- Beneficiari: proprietari, detentori o possessori di terreni olivetati, sia in forma singola che associata.
- Gestione e criteri di assegnazione: la Regione Puglia definirà i termini e le modalità di presentazione delle domande, stabilendo i criteri di selezione per l’assegnazione delle risorse.
Olio d’oliva, simbolo della cultura enogastronomica italiana
Sullo stanziamento dei fondi è intervenuto anche il senatore di Fratelli d’Italia Giorgio Salvitti, che ha sottolineato l’importanza strategica dell’olivicoltura non solo per la Puglia, ma per l’intero sistema agroalimentare italiano.
«L’olivicoltura è per la Puglia, ma non solo, un settore nevralgico. L’attuazione dei 30 milioni di euro, previsti dal DL Agricoltura, per sostenere il reimpianto nelle zone colpite dalla Xylella è l’ennesima dimostrazione dell’attenzione del Governo Meloni al settore primario. La conferma dell’ottimo lavoro del ministro Lollobrigida, da sempre impegnato per supportare il rilancio di un prodotto di qualità come l’olio d’oliva. Un’eccellenza che grazie al lavoro di agricoltori e produttori è diventato ambasciatore della nostra cultura enogastronomica, onnipresente su tutte le tavole ed elemento principe della Dieta Mediterranea, simbolo della Cucina Italiana che questo esecutivo ha candidato a Patrimonio Immateriale dell’Unesco. E che abbiamo il dovere di tutelare soprattutto in una regione leader in Italia nell’olivicoltura biologica».
Salvitti ha inoltre evidenziato la necessità di non abbassare la guardia sulla diffusione del batterio, proseguendo con misure di contrasto, ricerca e sperimentazione per garantire la competitività delle aziende agricole e la tutela del paesaggio pugliese.
Un’opportunità da non sprecare
L’iniziativa del Governo è un segnale concreto di attenzione verso un comparto chiave dell’economia italiana. Tuttavia, affinché il piano abbia successo, sarà essenziale garantire che i fondi vengano utilizzati in maniera efficace e trasparente.
Oltre all’aspetto economico, il recupero dell’olivicoltura pugliese dipenderà
- dalla capacità di adottare pratiche agricole sostenibili,
- dalla ricerca scientifica
- e da un monitoraggio costante per prevenire future epidemie.
Il ritorno alla produttività non sarà immediato, ma questo intervento rappresenta un primo passo fondamentale per restituire ai produttori pugliesi la possibilità di lavorare la terra e preservare un patrimonio che va oltre il valore economico: quello della tradizione e dell’identità italiana.
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