[Visto per voi] Gradi | Il vino italiano sopravviverà al cambiamento climatico?

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Prestito condominio

per lavori di ristrutturazione

 


L’evoluzione della specie dimostra che davanti alle criticità si sopravvive mettendo in atto due azioni: resistenza attiva e adattamento. In Gradi, un reportage di circa mezz’ora disponibile sul canale YouTube di Will Media, realizzato in collaborazione con Fivi, alcuni vignaioli raccontano come tra innovazione tecnologica e lotta integrata resistono e si adattano alle conseguenze del cambiamento climatico nella nostra penisola. Toni colloquiali, senza catastrofismo o negazionismo. Un viaggio in tre diverse realtà, a tre latitudini differenti: le cantine Pupillo a nord di Siracusa, Giovanna Madonia sulle colline romagnole e Ar.Pe.Pe. in Valtellina.

Quello che segue è un racconto del documentario: non sostituisce la visione ma mette per iscritto molti dei concetti che contiene.

Finanziamenti personali e aziendali

Prestiti immediati

 

Ondate di calore, siccità, incendi, desertificazione, e poi grandinate, “bombe d’acqua”, alluvioni, frane. Troppa acqua o troppo poca. Eventi meteorologici che esistono da sempre, ma che ora sono sempre più frequenti e sempre più intensi. Fenomeni estremi che la scienza dell’attribuzione ha dimostrato essere le preoccupanti conseguenze del riscaldamento globale causato dalle attività umane. A Siracusa, la probabilità di siccità è aumentata del 50% da agosto 2023 a luglio 2024. L’imprevedibilità e la quasi mancanza di controllo su questi fenomeni determinano incertezza e minano gli sforzi dei vignaioli di mantenere sia la quantità che la qualità delle uve.

Nel 2023 l’Italia ha perso il titolo di primo produttore mondiale di vino. In questo annus horribilis, la produzione è stata la più bassa mai registrata dal 1950 ed è drasticamente scesa del 23,3% rispetto al 2022. Causa determinante è stato il meteo avverso, in particolare per le regioni centrali e meridionali devastate dalla peronospora, favorita proprio dalla pioggia incessante.

Le condizioni climatiche incidono significativamente anche sul gusto del vino. Nel grappolo varia il rapporto di zuccheri, acidi e aromi varietali, di conseguenza si modificano anche le caratteristiche organolettiche del vino, il che potrebbe progressivamente condurre alla perdita  della tradizionale tipicità. Aumentano i gradi centigradi e aumentano i gradi alcolici. Con queste alterazioni sensoriali diventa più complicato ottenere un equilibrato bilanciamento, mantenendo un alto livello qualitativo. Il prodotto finale rischia di essere esattamente l’antitesi di quei vini freschi e poco alcolici che il mercato attuale richiede.

Questo scenario sta inevitabilmente cambiando la geografia mondiale dei vigneti, inducendo ad una progressiva migrazione verso altitudini più elevate e latitudini più a nord (ricordate il post di Jacopo Manni “Mappe del vino che cambia”?). Storicamente, nell’emisfero boreale la wine belt, ovvero l’area geografica dove si sviluppa una viticultura di qualità, era collocata tra il 40° e il 50° parallelo. Oggi la vite viene coltivata ben oltre questi limiti in Inghilterra, Norvegia, Belgio, Danimarca e Svezia, fino al 59° parallelo nord. Alcuni studi prevedono che entro la fine del secolo ci sarà un drastico restringimento delle aree vitate: il 49-70% delle tradizionali aree viticole potrebbero gradualmente essere non più adatte alla produzione di vino, trasformandosi in zone sub-tropicali. Ma di certo non si può mettere un vigneto su un camper e portarlo semplicemente un po’ più in sù. Ecco dunque come i produttori italiani cercano di tutelare il proprio patrimonio viticolo con tecniche di adattamento agronomiche.

Le stagioni sono precoci e la vendemmia anticipata è una costante quasi ovunque nel nostro Paese. Alle cantine Pupillo, la raccolta si è conclusa a Ferragosto, un mese prima rispetto alla generazione precedente. Diversamente le uve andrebbero incontro a fenomeni di scottatura o bruciatura degli acini o a maturazioni troppo accelerate. Per ovviare a queste problematiche, si cerca di ottimizzare la gestione della chioma durante l’estate, evitando di sfogliare nella zona del grappolo o ritardando l’operazione. Nelle zone più torride, come la Sicilia, si sta sperimentando l’uso delle reti antigrandine con funzione ombreggiante.

Quando lo stress idrico è troppo elevato, i viticoltori sono costretti a ricorrere ai sistemi di irrigazione. Generalmente si utilizzano gli impianti a goccia, che però potrebbero avere delle potenziali ripercussioni sulla distribuzione delle risorse idriche. Per ridurre l’impatto ambientale attualmente si sperimentano sistemi alternativi. Attraverso la subirrigazione, ad esempio, l’acqua raggiunge subito l’apparato radicale e si evitano gli sprechi legati alla evapotraspirazione, un fenomeno fisico che determina la perdita di circa il 40% dell’acqua quando, a causa delle temperature elevate, essa si disperde nell’aria allo stato di vapore.

Nel documentario, Lorenzo Costa, imprenditore agricolo ed esperto di permacultura spiega come la gestione delle acque sia strettamente correlata alla gestione del suolo, in cui la pioggia si infiltra o, al contrario, ruscella. Le precipitazioni irregolari, molto abbondanti e concentrate in brevissimi periodi, possono determinare un dissesto idrogeologico: l’acqua si incanala e scivola via, causando l’erosione idrica e quindi una ulteriore degradazione fisica del terreno. L’erosione e i conseguenti smottamenti preoccupano sia i viticoltori delle colline romagnole, che i vignaioli della Valtellina.

Emanuele Pellizzatti Perego di Ar.pe.pe racconta come ormai anche al nord lunghi periodi di siccità si alternano a forti piogge persistenti che mettono a dura prova il sistema dei muretti a secco, esempio di architettura rurale e Patrimonio Immateriale dell’Umanità, che da secoli permette il terrazzamento dei pendii montuosi; sebbene questi abbiano capacità drenante, il ruscellamento superficiale causato dalle abbondanti piogge aumenta la probabilità di smottamenti. L’obiettivo comune è ottenere un suolo vivo, in grado di portare benefici sia sulla produttività che sul territorio, sul quale chi fa agricoltura ha inevitabilmente delle responsabilità

Mutuo 100% per acquisto in asta

assistenza e consulenza per acquisto immobili in asta

 

L’inerbimento è una delle pratiche che permettono di mantenere il suolo nutrito, evitando che si compatti troppo; con questo sistema, l’acqua riesce a penetrare più facilmente nel terreno e se ne delimita il deflusso. La presenza del manto erboso contribuisce anche a salvaguardare la biodiversità.

Stefano Lorenzi, direttore del Castello di Grumello ed esperto di agroforestazione, mette in guardia verso i rischi della monocultura. Coltivare una sola specie vegetale significa semplificare eccessivamente un ecosistema. Bisognerebbe invece integrare altre specie vegetali, creando così un equilibrio più complicato. Questo aiuterebbe anche a regimentare l’attacco dei patogeni, dal momento che sarebbe per essi più complicato entrare: prima di attaccare il vigneto dovrebbero infatti superare dei filtri naturali, come altre piante, una zona con una temperatura differente o un predatore naturale. E se negli anni ’60-’70 gli alberi erano malvisti dai viticoltori, oggi vengono riconosciuti come estremamente utili e avere un bosco intorno al vigneto comporta benefici anche sul microclima. Inoltre i frutti sono richiami appetitosi per quegli uccelli che mangiano larve. A tal proposito è utile ricordare che il 70% dei patogeni ha una fase della loro vita in cui sono appunto delle larve.

Robert Hainard scriveva “Abbiamo più bisogno noi della natura di quanto essa abbia bisogno di noi“. E sicuramente noi avremo bisogno di continuare a riempire i nostri calici. Resistenza attiva e adattamento dei vignaioli potrebbero delineare nuovi scenari produttivi, oppure condurci comunque alla resa e allo scacco definitivo. Ci si muove sul filo delle possibilità, ma con una dose di ottimismo sostenibile.

L’alternativa è attendere che Elon Musk porti qualche barbatella sul pianeta rosso.








Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link