La firma di Regione, cooperative organizzazioni sindacali e gestori di strutture sociosanitarie
Riceviamo e pubblichiamo da Agenzia Toscana Notizie.
Rafforzare il sistema di welfare toscano, coniugando l’offerta, variegata e diffusa di servizi di assistenza rivolti a tutta la popolazione, specie quella più fragile, con la qualità dei contratti per i lavoratori e le lavoratrici impegnate in queste delicate mansioni.
È questo, in estrema sintesi, il senso del Patto per il welfare sottoscritto oggi a Firenze da Regione, presenti il Presidente Eugenio Giani e gli Assessori Serena Spinelli, politiche sociali, e Simone Bezzini, diritto alla salute, insieme alle organizzazioni sindacali, alle rappresentanze del mondo cooperativo, alla diaconia valdese, all’associazione delle RSA pubbliche, e al coordinamento delle strutture per le dipendenze.
Una firma con la quale, hanno evidenziato i sottoscrittori, si vuol definire un percorso di vicinanza, confronto e collaborazione tra i soggetti del panorama sociale capace di far sì che la qualità dei servizi e quella del lavoro, adeguatamente riconosciuto anche in termini contrattuali, possano procedere di pari passo e che si possa realizzare una maggiore integrazione sociosanitaria.
Il Presidente Giani ha detto:
Questo accordo con il mondo del welfare sociale innalza il nostro livello di civiltà e di cultura, perché testimonia concretamente che la nostra regione vuol andare avanti ma senza lasciare indietro nessuno.
In quattro anni abbiamo previsto un forte impegno economico, 56 milioni di euro in più: sono risorse fondamentali per fornire un adeguato livello di servizi e di assistenza alle persone più fragili.
Serena Spinelli ha evidenziato:
Quello sottoscritto oggi non è un semplice accordo tra sigle.
L’idea di fondo di questo patto è quella di condividere con un’ampia parte del sistema sociale e sociosanitario una modalità di presa in carico delle persone e di tenere viva una riflessione su un mondo, quello del welfare, nel quale la complessità dei bisogni è sempre in crescita.
In una fase in cui le risorse nazionali sono sempre più scarse a causa dei continui tagli, noi ci impegniamo, anche con un aumento delle risorse impiegate, a far sì che sia mantenuta e si allarghi una rete di garanzie e servizi certi e di qualità per i nostri cittadini.
Voglio ringraziare chi ha voluto sottoscrivere questo patto: le organizzazioni sindacali confederali CGIL, CISL e UIL, il mondo cooperativo – Confcooperative-Federsolidarietà, Legacoop Toscana dipartimento welfare, e AGCI – Imprese sociali -, ARET ASP, Associazione Regionale Toscana delle Aziende Pubbliche di Servizi alla Persona, CEART, Coordinamento degli enti accreditati per la prevenzione, cura e reinserimento sociale e lavorativo delle persone che soffrono di dipendenze, e diaconia valdese; ma, lo voglio sottolineare, terremo la porta aperta anche a chi, come il coordinamento delle RSA private, o alcuni rappresentanti di RSD, non ha voluto per ora sottoscrivere.
Vogliamo infatti continuare a lavorare con tutti gli attori del sistema.
Simone Bezzini ha ribadito l’importanza che all’interno questo patto ci siano varie organizzazioni sindacali, della cooperazione, del terzo settore.
I pilastri di questo comparto sono di natura pubblica, ma è preziosissima anche la collaborazione di tanti attori del terzo settore.
La fase è difficilissima, crescono i bisogni e le risorse sono scarse, tuttavia negli ultimi mesi sono state sottoscritte intese con le diverse realtà del sistema sanitario, socio sanitario e sociali, nelle quali sono state allocate risorse importanti per la qualità dei servizi e per tutelare le lavoratrici e i lavoratori.
Questo patto prosegue seguendo l’indicazione di questi accordi, ma permettendoci di guardare anche in avanti, per dare un senso di prospettiva al sistema di welfare della nostra regione.
I contenuti del Patto
Il welfare toscano è un pilastro fondamentale del benessere per i cittadini e le cittadine della nostra regione. Questo è l’assunto alla base del patto.
Dentro la parola ‘welfare’ ci sono servizi essenziali per garantire una vita sana, dignitosa e autonoma a persone in condizione di fragilità: dai minori alle persone anziane non autosufficienti, dai soggetti che hanno sviluppato o rischiano di sviluppare dipendenze a persone con disabilità.
Nel testo si legge:
Le parti condividono l’impegno congiunto a rafforzare il sistema di welfare toscano, e a favorire momenti di confronto, studio e approfondimento condiviso per la qualificazione e l’innovazione dei servizi e strutture, dei modelli organizzativi e della gestione dei percorsi personalizzati.
Il patto dettaglia per punti questi impegni che riguardano le risorse stabilite, gli aspetti normativi, i rinnovi contrattuali, i tavoli di confronto con tutti i soggetti, un percorso di rafforzamento basato su alcuni punti fondamentali:
– la definizione di una corretta programmazione dei servizi sul territorio;
– la revisione di regolamentazioni e moduli assistenziali nell’intento di migliorare l’appropriatezza delle risposte;
– la individuazione di criteri che portino alla definizione dei contratti di riferimento sottoscritti dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative attraverso adozione di apposita delibera;
– il riconoscimento di maggiori risorse, in tutto circa 56 milioni di euro, di cui è parte l’ultimo accordo, sottoscritto nel dicembre del 2024, che ha previsto il riconoscimento dal 2025 di 10 milioni per le aziende sanitarie per l’adeguamento contrattuale dei servizi in appalto e il riconoscimento di ulteriori 12 milioni, per il 2026 e il 2027, per i servizi a tariffa.
Molti degli impegni richiamati nel patto sono già presi stati presi formalmente, altri in corso di attuazione, altri ancora da avviare.
I servizi di Welfare in Toscana: alcuni dati
Residenze, centri diurni, comunità, gruppi appartamento, attività di assistenza educativa e domiciliare: sono queste alcune delle principali strutture di un sistema estremamente diffuso.
Si tratta di servizi che vengono erogati a livello regionale da una pluralità di soggetti: pubblici, cooperativi o privati convenzionati.
I dati aiutano a comprendere questo variegato panorama di attività sociali:
Confcooperative – Federsolidarietà, Legacoop Toscana dipartimento welfare, e AGCI – Imprese sociali, giusto per rimanere nell’ambito della cooperazione impegnata nel welfare, di cui rappresentano il 90%, significano numericamente a livello regionale 550 cooperative sociali, con 20.000 soci e più di 30.000 addetti, di cui 3.100 persone con disabilità.
Le strutture residenziali per anziani non autosufficienti, RSA, nella nostra regione accolgono, in maniera temporanea o permanente, oltre 20mila persone all’anno mentre le strutture residenziali per le persone con disabilità, RSD, si rivolgono ad oltre 1.500 persone.
E ancora: sono 30 mila i minori seguiti dai servizi sociali e sociosanitari delle 28 zone-distretto.
Infine, le strutture del Ceart offrono 751 posti residenziali e 77 semiresidenziali.
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