I debiti fiscali si trasmettono agli eredi, ma non le sanzioni. Scopri come funziona la successione dei debiti tributari e come tutelarsi.
Quando una persona cara viene a mancare, oltre al dolore della perdita, ci si trova spesso a dover affrontare questioni pratiche ed economiche, tra cui la successione ereditaria. Uno dei dubbi più frequenti riguarda i debiti del defunto con l’Agenzia delle Entrate e con le altre amministrazioni finanziarie come Agenzia Entrate-Riscossione, Inps, Inail, il Comune per Imu e Tari. In proposito, molti si chiedono se i debiti col fisco si ereditano o si estinguono con la morte.
La risposta è chiara: i debiti fiscali non decadono con la morte del debitore, ma si trasferiscono solo a coloro che accettano l’eredità. L’accettazione è quindi condizione necessaria e sufficiente per rispondere delle imposte e tasse non versate dal defunto.
Tuttavia, ci sono importanti distinzioni da fare e strumenti di tutela per gli eredi. In questa guida, analizzeremo in dettaglio come funziona la successione nei debiti tributari, quali debiti si trasmettono, quali no, e come gli eredi possono evitare di pagare i debiti del defunto.
I debiti fiscali si estinguono con la morte del debitore?
Come anticipato, i debiti fiscali (imposte, tasse, contributi previdenziali e assistenziali) non si estinguono con la morte del debitore. Si trasferiscono agli eredi, che subentrano nella posizione debitoria del defunto.
Per divenire eredi – e quindi responsabili anche dei tributi del defunto – bisogna però accettare l’eredità. L’accettazione però può avvenire in tre modi:
- con la dichiarazione dinanzi al notaio o al cancelliere del tribunale (accettazione espressa);
- con un comportamento che denoti la volontà di disporre del patrimonio del defunto, come ad esempio la vendita o la locazione dei relativi beni, il prelievo dal conto corrente, il pagamento dei debiti del defunto, la costituzione nei giudizi da questi intrapresi, l’azione di rivendica dell’eredità, ecc. (accettazione tacita). Leggi in proposito: Quali sono gli atti di accettazione tacita dell’eredità
- solo per i conviventi e coloro che hanno il possesso dei beni del defunto, facendo decorrere il termine di 3 mesi per l’inventario dalla morte del de cuius.
Quali debiti fiscali non si trasmettono agli eredi?
Gli eredi non rispondono delle sanzioni collegate ai debiti fiscali del defunto. Pertanto, se quest’ultimo non ha versato un’imposta e l’Agenzia delle Entrate, nel recupero, ha sommato anche le sanzioni, gli eredi possono chiedere lo sgravio delle stesse dall’accertamento o dalla cartella esattoriale. Possono farlo con ricorso in autotutela o ricorrendo al giudice.
Anche le multe stradali non si ereditano, essendo sanzioni di carattere amministrativo.
La responsabilità per le sanzioni è infatti personale e si estingue con la morte del trasgressore (Cass. Civ., Sez. 5, N. 31013 del 20-10-2022).
Come non pagare i debiti fiscali del defunto?
Per non pagare i debiti del defunto bisogna rinunciare all’eredità prima di compiere (anche se involontariamente) un atto di accettazione tacita. Difatti l’accettazione è irrevocabile anche se avvenuta con un comportamento concludente.
La rinuncia ha effetto retroattivo: il rinunciante è considerato come se non fosse mai stato chiamato all’eredità.
La rinuncia all’eredità è un atto formale che deve essere fatto con dichiarazione ricevuta da un notaio o dal cancelliere del Tribunale del luogo in cui si è aperta la successione.
Esiste un modo per accettare l’eredità senza rispondere dei debiti?
Non esiste un modo per accettare l’eredità senza rispondere dei debiti del defunto. Tuttavia c’è la possibilità di limitare la responsabilità dell’erede ai soli beni ricevuti in successione. Questi infatti può fare l’accettazione con beneficio di inventario. Questa modalità permette all’erede di tenere distinto il proprio patrimonio da quello del defunto. In questo modo, l’erede risponderà dei debiti ereditari (compresi quelli fiscali) solo nei limiti del valore dell’eredità ricevuta. In altri termini il fisco potrà pignorare solo il patrimonio ricevuto in successione e non anche quello personale dell’erede.
Anche l’accettazione con beneficio di inventario è un atto formale che richiede una dichiarazione resa a un notaio o al cancelliere del Tribunale, seguita dalla redazione di un inventario dei beni del defunto.
Cosa succede se il defunto aveva debiti con l’Agenzia delle Entrate-Riscossione (cartelle esattoriali)?
Le cartelle esattoriali si trasmettono agli eredi (escluse le sanzioni). L’Agenzia delle Entrate-Riscossione notificherà le cartelle agli eredi, che saranno tenuti al pagamento (salvo rinuncia o accettazione con beneficio di inventario).
Attenzione però: la notifica, per essere valida, deve rispettare le seguenti modalità:
- deve essere effettuata all’indirizzo dei singoli eredi e intestata a ciascuno di essi personalmente;
- tuttavia, entro l’anno successivo alla morte, è ammessa la notifica all’ultima residenza del defunto: in tal caso la notifica può essere fatta impersonalmente a tutti gli eredi.
Gli eredi possono chiedere la rateizzazione dei debiti fiscali del defunto?
Gli eredi possono chiedere la rateizzazione dei debiti fiscali del defunto, sia quelli iscritti a ruolo (cartelle esattoriali) sia quelli non ancora iscritti a ruolo.
Che succede se su uno degli immobili c’era un’ipoteca?
Gli eredi che accettano l’eredità subiscono anche le ipoteche già iscritte sugli immobili di proprietà del defunto. L’ipoteca resta ma può sempre essere estinta riportando il debito al di sotto di 20.000 euro.
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