PrimAnteprima, Saccardi: “Vino toscano ancora su podio, studiamo nuove strategie marketing”

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“I dati ci dicono che il vino toscano non retrocede, l’export è in crescita, ed è ancora sul podio dei vini più importanti del mondo, consideriamo che la quasi totalità (il 95%) della produzione è destinato a vini di qualità, tra DOCG, DOC e IGT, rispetto a una media nazionale che supera di poco il 65%”. Lo ha dichiarato la vicepresidente e assessora all’agricoltura Stefania Saccardi che stamani è intervenuta a PrimAnteprima, l’appuntamento che apre la Settimana delle Anteprime del vino toscano in cui si presentano al mondo le nuove annate. L’evento è promosso da Regione Toscana in collaborazione con la Camera di Commercio di Firenze, l’organizzazione è a cura di PromoFirenze, il coordinamento della comunicazione, l’ufficio stampa e i social, sono affidati a Fondazione Sistema Toscana. 

“Parliamo di una qualità – ha proseguito Saccardi –  su cui peraltro la Toscana sta continuando a investire molto. Abbiamo il 55% dei vigneti completamente rinnovati negli ultimi anni e stiamo per riproporre la misura per gli investimenti nelle cantine. Non nascondiamo qualche preoccupazione per il mercato, è vero, come per il settore dell’HORECA, e per la situazione internazionale, a cui si aggiungono i cambiamenti climatici e le nuove regole dell’Unione europea per le etichettature, così come le nuove sanzioni del codice della strada. A questo rispondiamo che dobbiamo cambiare strategia e ci stiamo studiando per esplorare nuove modalità, tenendo anche conto di un mercato molto flessibile che cambia gusti rapidamente, ma a cui siamo pronti a andare incontro, perché i nostri vini mantengano le postazioni di eccellenza che hanno oggi”.

I NUMERI DEL VINO TOSCANO – I dati della ‘wine economy’ toscana sono contenuti all’interno del report di ISMEA realizzato per PrimAnteprima e presentano una situazione che vede la regione confermarsi ancora una volta la terra del biologico, con 23.534 ettari di superficie coltivata a bio, su un totale di 61.431 ettari ovvero il 38% dell’intera superficie regionale e il 17% di quella nazionale. Un dato che evidenzia il raggiungimento e superamento con largo anticipo dell’obiettivo del 25% di superficie bio posto dal New green deal dell’Unione Europea e dall’Agenda ONU 2030. Nei giorni scorsi la Regione ha, inoltre, stanziato un fondo di 11 milioni di euro di risorse comunitarie per l’intervento di “Ristrutturazione e riconversione dei vigneti” in modo da aumentare la competitività dei produttori aiutandoli a far conoscere ed apprezzare la qualità dei loro prodotti nel mondo.  Anche in questo ambito la Toscana supera la media nazionale, con il 55% dei vigneti che ha meno di venti anni. Degli oltre 61mila ettari coltivati a vite, quasi il 95% è destinato a vini a denominazione, rispetto ad una media nazionale che arriva al 65%. Oltre 12 mila, invece, le aziende viticole della regione che coltivano una media di quasi 4 ettari ciascuna.

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LA PRODUZIONE – Con una produzione in netta crescita rispetto all’anno precedente, a 2,6 milioni di ettolitri, la Toscana occupa la settima posizione, a livello nazionale, per quantità di vino prodotto. La sua unicità emerge nel poter vantare sul suo territorio ben 58 indicazioni geografiche riconosciute, delle quali 52 DOP (11 DOCG e 41 DOC) e 6 IGT che presidiano la quasi totalità della superficie vitata. Due le denominazioni che dominano per estensione: Chianti e Chianti Classico, che occupano rispettivamente il 41% e il 21% della superficie rivendicata. Per quanto riguarda la tipologia dei vitigni coltivati, forte la predominanza del Sangiovese, al 59%, seguito a distanza da Merlot e Cabernet Sauvignon rispettivamente con l’8 e 6%. Poco spazio è lasciato ai vitigni a bacca bianca: il Trebbiano toscano copre meno del 4% della superficie a vite e il Vermentino il 3%. Riguardo l’imbottigliamento i dati sono ancora provvisori, ma, dalle prime stime, si nota che nel 2024 sono stati imbottigliati 1,2 milioni di ettolitri di vini DOP, con il Chianti che da solo rappresenta il 47% del totale del volume imbottigliato, seguito dal Chianti Classico al 20%.

CRESCE L’EXPORT – A crescere non è solo la produzione, ma anche le esportazioni, soprattutto quelle dei vini DOP fermi. I dati dei primi dieci mesi del 2024 indicano, infatti, un aumento del 5% in volume e del 10% in valore. Se questo risultato fosse confermato anche dai dati degli ultimi due mesi del 2024 si supererebbero i 730 mila ettolitri per un valore di 740 milioni di euro. Analizzando nel dettaglio le aree geografiche, si nota come la progressione più consistente dei volumi esportati è stata verso i Paesi Extra-UE, cresciuti del +7% a fronte del +1% maturato all’interno dei confini comunitari, con un divario che in valore diventa molto più evidente: +16% dei paesi Extra UE contro la flessione del -4% all’interno dalla UE. Il 54% delle consegne è stato verso Stati Uniti, Germania e Canada, con gli Usa che da soli rappresentano il 33% in volume ed il 40% in valore. Alla luce di questi dati appare evidente come in futuro rischiano di pesare le incertezze legate all’evoluzione del mercato globale nel medio-lungo periodo, in riferimento ai dazi che potrebbero essere introdotti dall’amministrazione americana. Un altro elemento di criticità è rappresentato dai possibili effetti dei cambiamenti climatici, che preoccupano i produttori tanto da indurli ad intraprendere un profondo ripensamento delle tecniche di coltivazioni e della gestione in vigna e in cantina, pensando a nuovi cloni resistenti, sensoristica, gestione dell’acqua, non ultimo proporre vini sui mercati più vicini ai desiderata di consumatori più giovani. 

MERCATO INTERNO PIÙ FRAGILE – Se l’export cresce, la domanda interna evidenzia una situazione diversa, con i consumi domestici (Horeca escluso) che si sono ridotti del 3% per le DOP toscane, che rappresentano il 14% del valore dei vini DOP venduti nella Grande Distribuzione, mentre il valore complessivo della relativa spesa è sceso dell’1%. Anche per i vini IGT toscani, che nel 2024 hanno rappresentato l’8,5% del valore complessivo degli IGT venduti nella Distribuzione Moderna, si è rilevato un indebolimento della domanda con flessione degli acquisti in volume del 3%. Il profilo del consumatore tipo di vino DOP toscano, che acquista nella GDO, è prevalentemente over 60 (il 68% degli acquirenti) con reddito medio-alto, residente nel Centro Nord, mentre l’identikit del consumatore casalingo, che si rifornisce nel canale retail è over 55 e, sei volte su dieci, con un reddito sopra la media. Sul fronte delle vendite, tuttavia, c’è da considerare – sebbene nella debita scala di volumi – il buon andamento delle vendite presso i negozi specializzati che stanno mostrando un crescente interesse da parte dei consumatori per prodotti di qualità e per vini con caratteristiche di provenienza particolari.

In collaborazione con l’Ufficio stampa della Fondazione Sistema Toscana



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