L’Isola Amsterdam sta bruciando, assieme a una biodiversità unica

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Un incendio sta devastando l’Isola Amsterdam, nell’Oceano Indiano, che ospita fauna e flora uniche e una base scientifica di particolare importanza.

Un mega-incendio ha già distrutto circa il 55 per cento dell’Isola Amsterdam, situata nel mezzo dell’Oceano Indiano. Il piccolo territorio costituisce, assieme all’isola Saint-Paul, uno dei cinque distretti delle Terre australi e antartiche francesi. Con una superficie di appena 58 chilometri quadrati, deve la sua importanza soprattutto alla presenza di una grande biodiversità e di un’importante base scientifica, la Martin-de-Viviès. Entrambe, oggi, sono però minacciate dalle fiamme.

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L’incendio ha distrutto il 55 per cento dell’isola e non ci sono mezzi per fermarlo

Il rogo è divampato lo scorso 15 gennaio e risulta tuttora fuori controllo. Tanto che le autorità locali appaiono impotenti di fronte alla furia delle fiamme: “Stiamo lasciando che l’incendio faccia il suo corso, dal momento che l’Isola Amsterdam è talmente isolata che non esistono mezzi a disposizione attualmente per tentare di spegnarlo”, ha ammesso la prefettura locale. A peggiorare ulteriormente le cose c’è il fatto che sull’isola non sono presenti sorgenti d’acqua, e l’unica fonte idrica è legata al recupero di acqua piovana.

La base scientifica sull’Isola Amsterdam © Patrick Hertzog/Afp/Getty Images

Il lembo di terra si trova in effetti a ben 2.880 chilometri di distanza dal dipartimento d’Oltremare francese de La Réunion. Proprio la sua posizione così lontana da tutto, la rende un luogo ideale per alcune misurazioni scientifiche dell’aria, dei tassi di inquinamento e del gas ad effetto serra presente nell’atmosfera terrestre. Non a caso, i dati registrati sull’Isola Amsterdam sono considerati di particolare importanza per la comprensione dei cambiamenti climatici.

Evacuato il personale della base scientifica, ma si teme per le attrezzature

Ad alimentare il rogo sono state condizioni meteorologiche caratterizzate da mancanza di precipitazioni, unite a venti particolarmente forti, la cui direzione cambia spesso. Una situazione esplosiva, che ha imposto da subito l’evacuazione delle 31 persone, tra ricercatori, tecnici e personale militare, presenti nella base scientifica. Dapprima sono stati trasferiti su una nave peschereccio che si trovava per caso nella zona, quindi sono stati trasbordati a bordo di un altro natante.

Se il personale è stato tratto in salvo, però, si teme per i materiali presenti sul posto. Secondo quanto precisato dalla prefettura, l’incendio ha ormai colpito la base, e “benché i muri siano ancora in piedi, alcune infrastrutture d’alimentazione idrica e di telecomunicazione non sono più operative”.

Sull’Isola Amsterdam una biodiversità unica

Non si tratta però della sola fonte di preoccupazione per la comunità scientifica. A inquietare è la sorte della ricca fauna presente sull’Isola Amsterdam. In particolare, secondo quanto indicato dall’Institut polaire français, “l’Isola Amsterdam accoglie la più grande popolazione di albatros a becco giallo di tutto il mondo, nonché la sola popolazione esistente di albatros di Amsterdam, specie endemica per il quale l’isola custodisce il solo luogo di riproduzione, il Plateau des Tourbières, a 600 metri di altitudine”.

L'isola è utilizzata come luogo di riproduzione da alcune specie animali
L’isola è utilizzata come luogo di riproduzione da alcune specie animali © Patrick Hertzog/Afp/Getty Images

Inoltre, il territorio “accoglie colonie impressionanti di otarie”, che sfruttano le coste per riprodursi (e lo fanno proprio in questo periodo dell’anno). Sono allo stesso modo abituati a presentarsi sul posto anche numerosi esemplari di elefanti di mare.

“Quella dell’Isola Amsterdam è una riserva di cui ci siamo presi grande cura”

Per quanto riguarda poi la flora, sull’Isola Amsterdam è presente un bosco di phylica arborea: un arbusto con foglie aghiformi che può raggiungere anche i 7 metri di altezza. Si tratta, tra l’altro, della sola specie di albero presente in loco.

“Si tratta di una riserva della quale abbiamo preso grande cura – ha spiegato al quotidiano Le Monde Isabelle Autissier, presidente del consiglio consultivo delle Terre australi e antartiche francesi -. Lo scorso anno, abbiamo terminato una derattizzazione per preservare gli uccelli. Un grande lavoro è stato poi condotto per ripiantare le phylica che erano state devastate in un’epoca in cui erano state portate delle vacche sull’isola. Occorrerà forse ricominciare daccapo, ma stavolta l’area è stata bruciata”.

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“Un muro di fuoco, abbiamo avuto una fortuna incredibile”

Tutto rischia dunque di scomparire di fronte al “muro di fuoco” che sta colpendo l’isola, con “fiamme alte fino a due metri”, secondo il racconto di Rémi Chazot, informatico che è stato evacuato assieme al resto del personale della base scientifica: “Era un luogo nel quale ci sentivamo sicuri. Abbiamo avuto la fortuna incredibile che il peschereccio l’Austral fosse proprio nella zona. L’imbarcazione doveva infatti partire la settimana precedente, ma non aveva raggiunto la quota di pescato che si attendeva. Se non fosse rimasto, per noi sarebbe stato molto complicato”.

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