Conte si gioca il Jack(pot) sul tavolo verde dell’Olimpico. E lo fa con le poche fiches che gli sono rimaste a disposizione per via dei tanti infortuni che hanno falcidiato la squadra negli ultimi tempi sopratutto sulla corsia di sinistra. E così, domani pomeriggio contro la Lazio di Baroni, il tecnico del Napoli ha deciso di (ri)lanciare Giacomo Raspadori dal primo minuto dopo averlo tenuto per tanto tempo in naftalina e sopratutto dopo avergli provato a cucire un abito diverso rispetto al suo Dna pur di tentare di sfruttare al meglio le sue caratteristiche, sebbene in una posizione più lontana dalla porta (da mezzala offensiva, insomma).
Domani, però, non c’è tempo e non c’è spazio per esperimenti. Domani l’emergenza si cura con il ritorno al passato. In tutti i sensi. Sia come modulo (il Napoli dovrebbe piazzarsi con la difesa a tre) sia per quanto riguarda le caratteristiche dell’ex attaccante del Sassuolo. Jack, infatti, sarà schierato come seconda punta al fianco di Lukaku. Una posizione che il 24enne attaccante del Napoli e della Nazionale ha sempre gradito, ma a cui spesso ha dovuto rinunciare per ordini di scuderia e/o moduli che non prevedevano il tandem offensivo come canovaccio di base. Stavolta è l’emergenza a venire in soccorso dell’ex Sassuolo, spianandogli la strada per una maglia da titolare ed in una posizione a lui certamente più congeniale. Raspadori non gioca dal primo minuto con la maglia azzurra da quasi sei mesi: l’ultima volta il 31 agosto scorso (Napoli-Parma a Fuorigrotta). Da allora soltanto tanta panchina, pochi spunti, alcuni sprazzi di giocate (che pure rientrano nel suo repertorio) ed un solo acuto, importantissimo, contro il Venezia al Maradona. In quella circostanza Raspadori – subentrato ad Anguissa al 25’ della rirpesa – fu decisivo vestendo i panni del match winner contro i lagunari, dopo che Lukaku si era fatto parare un calcio di rigore da Stankovic. Il suo sinistro d’incontro sfondò la saracinesca che fino a quel momento aveva abbassato il portiere avversario. Quella rete ha avuto una valenza doppia. Da un lato ha portato in dote tre punti preziosissimi per il Napoli e dall’altro ha di fatto tolto Raspadori dal mercato di gennaio (il giocatore era stato attenzionato da alcuni club di prima fascia che gli avrebbero garantito un maggiore minutaggio rispetto a quanto collezionato all’ombra del Vesuvio). Domani Jack proverà a sfruttare la sua chance contro un avversario che rievoca ricordi in agrodolce. Per se stesso e per il Napoli.
Fu proprio all’Olimpico, infatti, contro la Lazio che Raspadori ha segnato la sua prima rete in massima serie ad appena 20 anni con la maglia del Sassuolo (era l’undici luglio del 2020 e sulla panchina delle aquile c’era Simone Inzaghi…). Fu Roberto De Zerbi, allora alla guida dei neroverdi, a lanciarlo definitivamente nell’olimpo del calcio e Jack rispose proprio all’Olimpico. La sua rete contro la Lazio permise al Sassuolo di pareggiare i conti e poi battere cassa con Caputo: un precedente bene augurante per l’attaccante (che l’anno successivo castigò ancora la Lazio, stavolta al Mapei Stadium con un gol ed un assist) e per il Napoli che proverà a riscattarsi dopo le ultime due uscite a vuoto contro le aquile. Quest’anno, infatti, la Lazio è stata un’autentica bestia nera per la capolista. Finora gli azzurri sono usciti sconfitti nel giro di appena tre giorni prima in coppa Italia (proprio all’Olimpico con una tripletta di Noslin) e poi in campionato (al Maradona decise Isaksen nel finale). Domani Conte proverà ad invertire la rotta. e lo farà con il suo Jack nella manica. Raspadori è un attaccante che non si limita soltanto al fiuto del gol, all’intuito ed alle caratteristiche tecniche che ne fanno uno dei punti di riferimento anche della Nazionale di Luciano Spalletti.
Jack è un meticoloso, uno … “studioso”, uno che non lascia nulla al caso e che studia fino in fondo l’avversario e i marcatori di turno. Spesso è tra i giocatori che sfruttano maggiormente i nuovissimi sistemi informatici in dotazione ai club per analizzare al microscopio le caratteristiche dei singoli difensori deputati a prenderlo in consegna: il loro modo di agire in area, le capacità di anticipo o di indirizzare l’avversario in una determinata zolla di campo, piuttosto che in un’altra. Tutte informazioni preziose che sono tornate utili in passato all’uomo dell’ultimo minuto (spesso decisivo con gol – pochi, ma pesantissimi – nella stagione dello scudetto come quello allo Stadium) e che domani all’Olimpico potrebbero essere l’arma in più per il Jack…pot.
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