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Care lettrici, cari lettori
la notizia della settimana è che finalmente, al quattordicesimo scrutinio, il parlamento in seduta comune ha eletto i quattro nuovi giudici costituzionali. Sono Francesco Saverio Marini, Massimo Luciani, Roberto Cassinelli e Maria Alessandra Sandulli. Una ripartizione complicata negli attuali equilibri politici, ma che ora è arrivata anche dopo molte sollecitazioni da parte del Quirinale.
Sul fronte dei commenti, Francesco Tundo ha analizzato l’intenzione del governo di ridurre i costi chiudendo sedi locali delle Corti di giustizia tributaria, danneggiando i contribuenti italiani.
Mozione di sfiducia contro Nordio
Le opposizioni hanno depositato una mozione di sfiducia nei confronti del ministro Carlo Nordio in seguito alla vicenda Almasri. «Il ministro della Giustizia, non dando seguito alla richiesta di mandato d’arresto della Corte penale internazionale, si è posto in aperto contrasto con il dettato costituzionale di cui all’articolo 10 che impone il rispetto delle norme di diritto internazionale generalmente riconosciute e dei trattati, nonchè con le leggi italiane», si legge nel testo. Le opposizioni hanno sottolineato le discrepanze nelle varie ricostruzioni proposte dal guardasigilli e dalle ultime informazioni sugli atti ministeriali.
«Questo Parlamento si è trovato a essere umiliato tre volte: dall’ostinata assenza della Presidente del Consiglio, dall’inopportuna, incoerente e sgrammaticata informativa del Ministro della Giustizia e dalle surreali affermazioni del Ministro dell’interno che è arrivato finanche a sostenere che un soggetto estremamente pericoloso per l’ordine e la sicurezza pubblica non debba essere trattenuto nè in Italia, nè consegnato alla Corte penale internazionale, ma invece restituito al Paese dove ha commesso i crimini». La mozione arriverà alla Camera il 25 febbraio.
Laici del Csm contro l’Anm
L’Anm ha criticato l’iniziativa dei consiglieri laici di centrodestra al Csm nei confronti del procuratore capo di Roma Francesco Lo Voi e le consigliere Isabella Bertolini e Claudia Eccher hanno risposto: «Secondo l’Anm aver chiesto l’apertura di una pratica per verificare eventuali profili disciplinari e di incompatibilità ambientale nei confronti del Procuratore di Roma, il dottor Franco Lo Voi avrebbe lo scopo addirittura di ‘delegittimare’ la magistratura. Vorremmo ricordare all’Anm che la magistratura si delegittima da sé quando decide di non ascoltare, non solo i rappresentanti del governo, ma dello stesso Csm, come accaduto in occasione della recente inaugurazione dell’Anno giudiziario presso la Corte d’Appello di Brescia. Il Csm – per fortuna – non è una succursale dell’Anm e i Consiglieri laici, eletti dal Parlamento, rappresentano i cittadini italiani e non le correnti della magistratura associata».
L’inizio del mandato di Parodi (Anm)
L’inizio del mandato al vertice dell’Anm non è stato facile per il neo presidente Cesare Parodi. La toga ha concesso molte interviste nel corso della settimana, che sono state lette dalla magistratura progressista come eccessivamente aperturiste nei confronti della riforma della magistratura ma che comunque hanno indispettito il governo.
«Quello che ha detto il neo presidente dell’Anm Parodi, e cioè ‘bloccate la riforma e noi blocchiamo lo sciopero’, depone male. L’ho trovato un inizio sbagliato, un modo di porre i rapporti tra magistratura e Parlamento in netto contrasto con l’articolo 101 della Costituzione, in base al quale il Parlamento scrive le leggi e il magistrato le applica», ha detto il viceministro alla Giustizia Francesco Paolo Sisto.
Il segretario dell’Anm in quota Area, Rocco Maruotti, ha invece detto al Fatto Quotidiano che «La magistratura italiana non vuole trattare per una modifica della riforma, ma auspica un ripensamento radicale e il ritiro di quel testo da parte del governo. Autonomia e indipendenza non sono materie negoziabili». E ancora, «ho forti perplessità sulla utilità dell’incontro con il governo: una parte importante della maggioranza ha dichiarato inutile – se non addirittura dannoso – qualsiasi confronto con l’Anm, e sappiamo che non vi è alcuna volontà di ritirare la riforma».
Durata dei processi penali
«Per la prima volta, la durata dei procedimenti penali, stimata in tutte le fasi, scende sotto i 1.000 giorni», ha detto il ministro della Giustizia Carlo Nordio, in visita in Turchia, parlando a Istanbul.
Ha poi ricordato che, per quanto riguarda gli obiettivi di riduzione dell’arretrato civile pendente al 2019, a fronte di un target atteso di -95% da raggiungere entro dicembre 2024, «presso le Corti d’appello a fine ottobre era gia’ stata registrata una riduzione del -99,1%, mentre presso i tribunali ordinari l’ultima registrazione vede una riduzione del -92,4%».
Sulla riduzione dei tempi di trattazione dei procedimenti civili e penali i dati disponibili indicano nel primo semestre del 2024 una riduzione del ‘disposition time’ del -22,9% nel settore civile e del -32% in quello penale.
L’Alta corte disciplinare
Durante il convegno organizzato dall’associazione Bachelet, la prima presidente della Cassazione, Margherita Cassano, ha espresso «grandissime perplessità» sulla previsione di istituire un’Alta Corte disciplinare per i magistrati ordinari, «perchè solo per i magistrati si prevede un controllo disciplinare completamente esterno alla categoria professionale?», ha poi sollevato dubbi sulla ricorribilità contro i provvedimenti dell’Alta Corte in Cassazione.
Anche il vicepresidente Fabio Pinelli è intervenuto dicendo che alla base della scelta dell’Alta corte c’è «un senso diffuso di inadeguatezza nel riuscire a emanciparsi da certi condizionamenti nell’ambito della giustizia domestica che, invero, riguarda in genere la giustizia disciplinare. Insomma, vi sarebbe una patina di opacità nel fatto che il giudizio disciplinare sia svolto da colleghi degli incolpati, che esporrebbe a una non totale impermeabilità da influenze esterne e dunque anche una non effettiva terzietà dello stesso giudice» inoltre ha parlato di «ragioni più profonde riconducibili alla necessità di contrastare una tendenziale e consolidata chiusura corporativa, ritenuta ormai come definitivamente acclarata». Tuttavia ha sottolineato la criticità di una Alta corte «che riguarda la sola magistratura ordinaria. Ora la volontà di differenziare la giustizia disciplinare della magistratura ordinaria – rispetto alle altre – trova fondamento nel peculiare ‘status’ dei magistrati ordinari, caratterizzato dalle loro speciali prerogative di indipendenza e di autonomia, strumentali all’esercizio della funzione giudiziaria in uno Stato di diritto» e la seconda criticità «riguarda il sistema delle impugnazioni, con particolare riguardo al fatto che le sentenze disciplinari emesse in prima istanza sono impugnabili soltanto dinanzi alla stessa Alta Corte».
La terza criticità riguarda la circostanza che «il disegno di legge costituzionale non affronta i problemi relativi all’esercizio dell’azione disciplinare da parte del Procuratore generale della Cassazione su tutti i magistrati (requirenti e giudicanti) nel nuovo contesto determinato dal parallelo abbandono del tradizionale principio costituzionale dell’unità della magistratura».
Ddl Intercettazioni
La commissione Giustizia alla Camera ha votato il mandato ai relatori (Carolina Varchi di FdI e Tommaso Calderone di FI) in merito al ddl che fissa a 45 giorni il tetto per le intercettazioni, «salvo assoluta indispensabilità» con «elementi specifici e concreti che devono essere oggetto di espressa motivazione». Il testo, già approvato dal Senato approderà in aula lunedì.
Protesta degli avvocati a Napoli
La Camera penale di Napoli ha deliberato la convocazione dell’Assemblea dei soci per il giorno 27 febbraio alle ore 12, «come risposta allo sciopero proclamato dal Consiglio direttivo dell’associazione nazionale magistrati per protestare contro la riforma della separazione delle carriere». Chi partecipa è invitato «a indossare la toga e manifestare in tribunale, nella cd. “piazza coperta”, in favore della riforma legislativa».
Salvato in pensione
Il procuratore generale della Cassazione e membro di diritto del Csm, Luigi Salvato, andrà in pensione l’11 marzo prossimo. Il plenum del Csm lo ha salutato: «E’ stato un perfetto esempio di membro di diritto – ha detto il vicepresidente del Csm Fabio Pinelli – che mi ha molto aiutato nel Comitato di presidenza».
In Quinta commissione, intanto, si sono deliberati i nomi dei possibili sostituti. Pietro Gaeta, attuale Avvocato generale della Suprema Corte, ha raccolto cinque voti (Eugenio Carbone, Marcello Carbone, Forziati, Miele e Paolini), mentre un voto ha raccolto l’indicazione del nome di Pasquale Fimiani, ora Sostituto procuratore generale in Cassazione (Eccher).
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