Commercio in crescita a Rimini. Magrini: “Comune a sostegno dell’imprenditoria locale”

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L’assessore alle attività Economiche del Comune di Rimini, Juri Magrini traccia un bilancio sul commercio riminese fino al 31 dicembre 2024, snocciolando alcuni numeri che, pur in un contesto di contrazione economica generalizzata che non risparmia il settore, danno conto di una sostanziale tenuta della rete commerciale sul territorio di Rimini.

“Complessivamente, soffermandosi al commercio (alimentare e non alimentare) al 31 dicembre 2024 si contavano 4.827 attività, in crescita rispetto a tre anni fa (31 dicembre del 2021) di 155 unità. Una crescita dettata da un saldo sempre positivo negli ultimi tre anni tra nuove aperture e cessazioni (nel 2024 sono state 165 le cessazioni a fronte dell’avvio di 243 attività, +78) e da un dinamismo dettato dai subingressi, titolari ciò che subentrano ad altri (83 lo scorso anno) – spiega Magrini -. A trainare questo risultato positivo anche un’altra tendenza, questa di scala globale, che viene confermata da questi dati: la sempre maggior offerta di attività non tradizionali, e cioè le attività di e-commerce e vendita per corrispondenza e a domicilio, oltre ai distributori automatici su sede fissa (che a Rimini sono in numero molto ridotto). Vengono definite “forme speciali di vendita” ma speciali non sono in quanto sono ormai parte della quotidianità delle famiglie, poiché vanno incontro alla richiesta da parte dei consumatori di flessibilità, comodità e talvolta economicità: solo nel 2024 si sono registrate nel Comune di Rimini 95 nuove aperture di questa tipologia di attività, mentre nel 2023 sono state 100. Effetto dell’onda lunga della pandemia che per un periodo ha reso indispensabile gli acquisti da remoto, offrendo al contempo nuove opportunità di impresa”.

“Si conferma stabile anche la dinamica dei pubblici esercizi, tra quelli ‘classici’ come bar, ristoranti, pub, ecc. e pubblici esercizi accessori all’attività principale (esempio il bar a servizio del cinema): complessivamente al 31 dicembre 2024 erano 1.036, in linea con il dato con cui si era chiuso il 2022 (1.031)”.

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Bando SISE: Crescono le start up

“La conferma del dinamismo imprenditoriale del territorio trova ulteriore riscontro nel bilancio del  bando SISE 2024, il piano di misure di sostegno alle imprese e allo sviluppo economico locale (ex no-tax area) messo a punto dall’Amministrazione per specifici ambiti, come la valorizzazione delle botteghe storiche (oltre un centinaio quelle riconosciute dal Comune di Rimini) e soprattutto il supporto alle start up di impresa, su cui si è scelto di focalizzare le risorse del bando 2024”.

“Una scelta che trova riscontro nel numero delle domande arrivate: sono state 54 le domande arrivate relative alle start up, il doppio esatto rispetto a quelle del 2023. Di queste 54 domande, più della metà (il 52%) sono relative all’imprenditoria femminile, le restanti per l’imprenditoria giovane (19%) e la valorizzazione del centro storico e borghi (22%)”.

“Il settore del commercio è quello che più di altri in Italia sta affrontando difficoltà economiche, a causa di profondi cambiamenti nelle condizioni strutturali, storiche e socio-economiche su cui si basavano le politiche pubbliche e le strategie imprenditoriali sino a pochissimi anni fa. Una trasformazione che sta avvenendo con una rapidità crescente, mentre le politiche pubbliche non riescono a rispondere in modo tempestivamente adeguato alle nuove necessità. Si pensi solamente a come i due anni di ‘coprifuoco Covid’ abbiano alimentato e spinto vertiginosamente il fenomeno dell’e commerce, in precedenza contenuto a fatica in perimetri accettabili. Il commercio in tutto il mondo sta assumendo forme e usando strumenti mai visti prima. Molto si è detto sulle cause della crisi del commercio. Non si tratta solo di liberalizzazioni o della concorrenza del commercio online, ma anche di una questione di redditi delle persone: i salari dei lavoratori sono fermi da anni con una conseguente riduzione del potere d’acquisto dei consumatori. Proprio in questi giorni stanno uscendo numeri allarmanti sulla produzione industriale nazionale nel 2024, con cali a due cifre in settori come ad esempio il manifatturiero o il tessile direttamente collegati alla salute della rete commerciale diffusa sui territori. Inoltre, l’aumento delle tassazioni a livello generale – questa situazione potrebbe peggiorare con l’introduzione di dazi da parte degli Stati Uniti – ha aggravato la situazione, anche se, come Comune, siamo riusciti ad assorbirle grazie alla solidità del nostro bilancio”.

“Le azioni locali, inoltre, sono fortemente condizionate dalle normative nazionali che regolano il sistema, e non mi riferisco solo al tema delle liberalizzazioni. Negli ultimi vent’anni, infatti, queste hanno avuto un impatto significativo, mettendo in discussione alcuni equilibri consolidati. Un esempio concreto è Rimini: è stato uno degli ultimi territori a dotarsi di centri commerciali, che, con il loro arrivo, hanno modificato abitudini e dinamiche economiche. Negli ultimi trent’anni, le diverse amministrazioni locali hanno investito ingenti risorse per trasformare la struttura economica del territorio. Da un’economia prettamente balneare ed estiva, con qualche ‘punta’ nel settore produttivo, siamo passati a un sistema più diversificato grazie alla realizzazione di grandi infrastrutture come la Fiera e il Palacongressi. Interventi che hanno favorito e dato slancio alla destagionalizzazione, con un aumento degli arrivi legati a fiere, congressi e al calendario culturale. Anche gli investimenti come il Parco del Mare e la riqualificazione del sistema fognario incidono sul commercio, perché creano le condizioni per migliorare l’attrattività del territorio, andando oltre la stagionalità dei soli 3 mesi estivi”.

 

Gli hub urbani

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“C’è poi il tema degli hub urbani: è necessario un patto tra politiche pubbliche e operatori privati per affrontare le sfide attuali. Ad esempio, possiamo ragionare su una ottimizzazione degli spazi di occupazione del suolo pubblico per contrastare il fenomeno dei bazar selvaggi e rendere le aree commerciali più qualificate e visivamente attrattive. Il tema è proprio quello della qualità: immettere qualità urbana anche nel tessuto commerciale significa mantenere alta la competitività e dunque la potenziale capacità di incrementare gli incassi. Credo che la via maestra resti questa: consentire alle nostre attività di lavorare più mesi all’anno e non una sola stagione così come accadeva nella tradizionale situazione della vacanza balneare. E’ chiaro che da questo punto di vista l’alta percentuale di arrivi turistici stranieri (oltre 36 per cento) che ha caratterizzato Rimini nel 2024 è una buona notizia anche dal punto di vista del commercio”.

“L’eventuale, e auspicata da tutti, fine della guerra russo-ucraina potrebbe consentire poi di recuperare quegli importanti flussi di arrivi dall’Est Europa che sino al 2019 avevano sostenuto molte attività commerciali, a Rimini, come sulla Riviera, nell’entroterra e a San Marino. Più nel dettaglio il Comune di Rimini ha presentato la candidatura per l’ottenimento del contributo regionale per la redazione dello studio di fattibilità di 3 hub urbani, lo strumento introdotto dalla Legge regionale sul commercio del 3 ottobre 2023 per il rilancio socio-economico delle aree urbane e la crescita della competitività e attrattività anche in ambito turistico. I tre hub individuati dall’Amministrazione rispondenti a questi obiettivi sono quelli di Marina Centro, Rimini Centro e Regina Elena, per i quali la Regione ha riconosciuto un contributo complessivo di 40.000 euro a fronte di una spesa complessiva di circa 70mila euro, finalizzati alla redazione dello studio di fattibilità”.

“L’hub urbano nella definizione della Regione è un’area al centro delle città che presenta una connotazione commerciale e una presenza di servizi consolidata. Per renderle più attrattive occorre promuovere in modo integrato interventi di riqualificazione urbana e di sostenibilità, di potenziamento, qualificazione e innovazione delle imprese e dei servizi esistenti rivolti ai cittadini e ai turisti e di insediamento di nuove attività attrattive per il contesto. Elemento fondamentale degli hub urbani è che l’attrattività e la competitività di tali aree devono essere supportate da una regia unitaria che veda gli attori interessati (pubblici e privati) impegnati a promuovere lo sviluppo di tali aree, grazie al perseguimento di una visione strategica e di intervento condivisa. In questa fase l’Amministrazione ha già completato una prima fase del progetto, realizzando la fase di analisi attraverso una dettagliata mappatura e definendo un primo programma di sviluppo, con azioni specifiche a seconda delle caratteristiche e necessità dei tre hub che vanno da aspetti più fisici come la valorizzazione degli arredi urbani ad azioni di promozione e formazione o campagne di marketing”.

“La redazione del programma è stato accompagnato da incontri con le associazione di categoria. La seconda fase prevede focus group specifici con le categorie che condurranno alla firma di un accordo di partenariato che sarà oggetto di delibera di Giunta e alla presentazione pubblica. Ne abbiamo individuati tre, poiché la legge regionale prevede che il numero delle candidature sia delimitato e limitato. Abbiamo selezionato le aree del centro, di Marina Centro e dei Viali Regine in quanto possiedono caratteristiche che consentirebbero loro di ottenere un punteggio più alto, grazie agli interventi e alle azioni di riqualificazione già in corso o in programma. Un esempio è il centro storico, con il progetto legato al mercato coperto. Ci sono maggiori possibilità di ottenere contributi. Partiamo con questa prima sperimentazione, con l’obiettivo di estenderla, magari con iniziative specifiche e coordinate anche in questa prima fase, anche all’area Nord e Sud della città”.

 

Affitti commerciali

“Un altro tema cruciale è quello degli affitti per le attività commerciali: rappresentano una voce determinante per i piccoli commercianti, forse la prima voce che determina la convinzione di continuare o cessare un’attività. E’ noto a tutti che gli Enti locali abbiano strumenti relativi di intervento, che semmai andrebbero pensati a livello nazionale. ma davanti al problema abbiamo messo in campo il massimo delle misure ad oggi possibili per un Ente locale: IMU ai massimi per chi mantiene negozi sfitti e il programma SISE che conferisce agevolazioni tributarie agli aderenti, che sono peraltro in crescita statistica”. 

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Mercato coperto

“Renco, la società che si è aggiudicata la costruzione e la gestione del progetto, deve ancora presentare la documentazione integrativa relativa al progetto esecutivo. A metà gennaio, l’azienda ha richiesto una proroga di 30 giorni, il cui termine dovrebbe scadere la prossima settimana. Dopo il 21 febbraio sapremo se le integrazioni richieste in sede di conferenza dei servizi sono state effettivamente presentate e se risultano conformi ai parametri del bando. Solo allora sarà possibile valutare se il progetto del mercato coperto, frutto della scelta del Consiglio comunale, rispetta i requisiti previsti”.

 

Taxi

“Un altro capitolo riguarda la questione del servizio taxi, che è fondamentale per la mobilità urbana ma limitato da normative nazionali. Come Amministrazione, abbiamo sfruttato al massimo le possibilità concesse dal decreto legge dell’ottobre 2023, mettendo a bando 14 nuove licenze, il massimo consentito. Vedremo come andrà a finire, ma anche in questo caso ci scontriamo con limiti normativi che non dipendono da noi.

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Produzioni tipiche

“Continuiamo anche a valorizzare e promuovere le produzioni tipiche. Oggi, nei ristoranti, nei pubblici esercizi e nei bar, è sempre più facile trovare prodotti locali, grazie a un lavoro sinergico portato avanti con la Strada dei Vini, le attività commerciali e le associazioni di categoria. L’obiettivo è stato quello di integrare e valorizzare le eccellenze del territorio all’interno delle proposte gastronomiche. Oggi c’è maggiore sensibilità e consapevolezza su questo tema, e i risultati sono visibili”.

 

Edicole

“Consapevoli del ruolo fondamentale che le edicole svolgono per le comunità, abbiamo ridotto del 70% il canone per l’occupazione del suolo pubblico allo scopo di supportare queste attività e garantirne la presenza sul territorio”.

“Nonostante questo scenario generale complesso, Rimini è in una situazione relativamente migliore rispetto ad altre realtà. Lo confermano anche i numeri di fine 2024. Chiaro che il quadro sia in evoluzione, così come è difficile pensare per il futuro un commercio identico a quello di 30 o 20 anni fa. Per quanto riguarda le competenze comunali, l’azione più importante e strutturale credo sia quella relativa alla destagionalizzazione, sostenuta con le opere e gli investimenti (penso anche all’aeroporto), che permette alle attività di uscire dal recinto limitato della stagionalità. Poi aggiungiamo misure ad hoc (SISE, botteghe storiche) sia per il centro che per la Marina e le aree più periferiche dove, ed è importante sottolinearlo, dopo anni torniamo con servizi comunali decentrati, insieme ad alcuni servizi sanitari, anche per dare una spinta al ritorno alla residenza in quelle aree ” – conclude Magrini.

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