“Modalità di votazione mozioni. Articolo 78 del Regolamento di funzionamento del Consiglio comunale”, l’internvento dell’opposizione
“È dall’inizio della consiliatura che stiamo assistendo nell’ambito dell’attività di indirizzo del Consiglio Comunale ad una interpretazione delle modalità di votazione delle mozioni, nonché degli emendamenti alle stesse, che riteniamo non conforme alle finalità previste dalla legge. In particolare, quando si tratta di mozioni su cui vengono presentati emendamenti, che a volte modificano sostanzialmente i contenuti delle stesse, e che costringono i presentatori non solo a non votare l’atto presentato ma a dover votare contro, in palese contrasto con l’attività di qualsiasi assemblea.
Come previsto dalla legge e dalla giurisprudenza la mozione si caratterizza quale “istituto a contenuto non specificato”, trattandosi di un potere a tutela della minoranza per situazioni non predefinibili, a differenza di altri strumenti più a valenza di mera conoscenza (quali l’interrogazione o la interpellanza), essendo strumento di “introduzione ad un dibattito” che si conclude con un voto che è ragione ed effetto proprio della mozione. Proprio per questa natura particolare c’è la necessità di contemperare l’esigenza di tutelare il diritto del consigliere firmatario della mozione a non consentire eventuali emendamenti che ne stravolgano il senso, con quella della possibilità di presentare emendamenti che, per loro natura, potrebbero modificarne il senso.
Il Regolamento del Consiglio comunale vigente, in particolare l’articolo 75 “Votazione delle mozioni”, prevede che stesse siano messe a votazione nel loro complesso sempre che, anche da parte di un solo consigliere, non sia stata comunque avanzata richiesta di votazioni per parti distinte e separate. In quest’ultimo caso, dopo le singole votazioni, la mozione viene votata nel suo complesso per appello nominale. Essa è approvata solo se ottiene la maggioranza assoluta dei votanti.
Dalla lettura del testo, in coerenza con il dettato normativo, appare chiaro, a nostro avviso, che la norma regolamentare tende a garantire il rispetto della prerogativa del consigliere comunale di veder votato l’atto presentato, prima che, nel caso, possano essere votati emendamenti tali da stravolgerne surrettiziamente il significato originario della mozione. Nonostante la minoranza abbia sollecitato a più riprese tale questione, anche in sede di commissione dei capigruppo, la Presidente del Consiglio comunale ha interpretato in maniera autonoma l’articolo del regolamento non permettendo che, nella fattispecie, fosse votata la mozione nel testo presentato, come richiesto dai consiglieri di minoranza, mettendo ai voti solamente, con il parere contrario dei presentatori, il testo emendato dalla maggioranza e, di fatto, costringendo gli stessi a votare contro oppure lasciare l’aula. Come potrà ben comprendere siamo al contrario di quanto previsto dalla norma, da potere a tutela della minoranza ad atto della maggioranza. Dalla lettura di diversi Regolamenti dei Consigli Comunali sulla materia si evidenzia, sotto forme diverse, come tutti siano indirizzati a garantire il rispetto dell’atto così come presentato dai proponenti (o dal proponente) così da evitare, tramite emendamenti surrettizi, di snaturare l’atto originariamente presentato sul quale, comunque, va espressa se richiesta la votazione.
Tra l’altro si ricorda, più volte lo abbiamo fatto in Consiglio comunale senza averne risposta, che ai sensi dell’articolo 78 del Regolamento di Funzionamento del Consiglio comunale la interpretazione dello stesso siano una competenza del Consiglio Comunale. Infatti, il regolamento del consiglio comunale assegna allo stesso compiti di convocazione e di direzione dei lavori della attività del consiglio comunale (articolo 15) ma non compiti interpretativi del regolamento che spettano al consiglio medesimo.
Tanto si rappresenta affinché voglia inserire l’argomento all’odg della prossima seduta del Consiglio comunale nonché, nelle more, attivare le procedure per richiedere l’intervento della competente direzione del Ministero dell’Interno deputata al rilascio dei pareri in materia.
Chiediamo al Prefetto di vigilare sul rispetto delle prerogative dei Consiglieri comunali per gli atti ispettivi e di indirizzo a garanzia della tutela delle minoranza così come stabilito dall’ordinamento”.
Così, in una nota, i consiglieri comunali d’opposizione Avvisati, Brina, Di Capua, Iorio, Lucci e Mellano.
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