Nuovi omicidi rivelati e il ruolo della “vecchia mafia” del Gargano. I pentiti chiamano in causa anche i nomi storici

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I pentiti del Gargano stanno sgretolando il muro di omertà. Le rivelazioni in “Mari e Monti”, maxi operazione contro il clan dei montanari Li Bergolis-Miucci, tirano in ballo una serie di personaggi, dalle nuove leve fino ai nomi storici che, seppur non indagati, sembrano avere ancora un ruolo di rilievo nelle dinamiche del promontorio.

I collaboratori di giustizia fanno emergere i contatti dei montanari con i foggiani, ma anche con i calabresi. “Miucci (il boss Enzo detto “U’ Criatur”, ndr) aveva molti rapporti in Calabria per la droga. La cocaina – ha spiegato un pentito alla Dda -. Ma c’era lo smercio di droga anche con Roma insieme ai foggiani, con De Filippo”. Il collaboratore fa riferimento a Luciano De Filippo, 54 anni, con numerosi precedenti per stupefacenti.

“Gli Iannoli di Vieste avevano rapporti con De Filippo ma c’era sempre Miucci dietro. Miucci era il capo, diciamo. Anche… diciamo un maestro di Miucci è stato Antonio Frattaruolo… eh, Libero Frattaruolo, sugli sbarchi, aveva anche lui molti contatti, era lui diciamo il… ha una rappresentanza di capi diciamo, anche Frattaruolo Libero (alias “Ruscett”, classe ’63, ndr). Anche Lombardi di… che sarebbe anche un parente di Enzo Miucci. Matteo Lombardi detto ‘Lombardone’ (classe ’61). Anche lui – secondo il pentito – sta con loro. Oltre alla droga fanno anche altri reati, spacciano. Poi rapine, fanno un po’ di tutto. Estorsioni si. Dino Miucci fratello di Enzo ha una edile. Ha il controllo di tutti gli appalti”.

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Poi ancora su Lombardone: “Si, so che sta una stretta parentela, mi sa che si prende la sor… il figlio di questo Lombardi si prende una sorella di… o lui si prende una sorella di Miucci. È uno dei capi diciamo su Manfredonia. Fa parte del gruppo Miucci, me l’ha detto ‘Siciliano’ Antonio, soprannome di Antonio Renzulli. ‘Siciliano’ mi ha detto che Lombardone è uno storico, viene proprio dalla vecchia mafia, diciamo viene da tutte le storie vecchie, sa tutti.. sta anche in mezzo… come diceva lui stava anche in mezzo alla strage di San Marco perché aveva dei vecchi conflitti con Mario Romito specialmente”.

Effettivamente la Dda ricorda nelle stesse carte che il figlio di Matteo Lombardi è coniugato con la sorella di Enzo Miucci. Mentre è notoria la comparsa di “Lombardone” nell’ordinanza sull’arresto di Giovanni Caterino, basista della strage di San Marco in cui vennero uccisi Mario Romito, il cognato Matteo De Palma e i contadini Luciani. La mattina del quadruplice omicidio, Matteo Lombardi avrebbe tentato più volte di contattare telefonicamente il pregiudicato Angelo Tarantino, utilizzatore della masseria verso la quale fuggì il commando armato. Va comunque ricordato che Lombardi non è indagato in quel procedimento.

La droga e un omicidio rivelato

Indicazioni dai pentiti anche su presunti nuovi affiliati: “Nicola Ciliberti sta con Miucci. Faceva attività anche a Mattinata, penso con Antonio Esposito (detto “Gadducc” o “Ptrsin”). Vendeva un po’ di droga. Li vedevo anche con Gianfranco Quitadamo e con un altro ragazzo che vendeva la droga per Esposito e Quitadamo, ehm… Battista Michele, sempre di Mattinata. Diciamo chi gestiva questo a Mattinata era Gianfranco Quitadamo, era – diciamo – il capo di questo ragazzo che lo mandava a fare… sempre sotto a Miucci Enzo. Gianfranco Quitadamo sarebbe il fratello di Gianluigi Quitadamo che è stato ucciso nel 2009 da Lombardi Matteo (classe ’70, solo omonimo di “Lombardone”), Romito Franco e Scirpoli Francesco”, il riferimento è a tre elementi apicali dell’attuale clan Lombardi-Scirpoli, rivale dei montanari, così ribattezzato dopo le morti violente dello stesso Franco Romito e del fratello Mario Luciano.

La prima comunione con Franco Li Bergolis

Franco Li Bergolis

Nelle carte spuntano anche le foto di una prima comunione che certificano la vicinanza dei Li Bergolis-Miucci ai foggiani Sinesi-Francavilla. Nelle immagini compare un pezzo da Novanta come Franco Li Bergolis, oggi al 41 bis con una condanna all’ergastolo, ma alla stessa festa c’erano anche Enzo Miucci, i fratelli Mario e Alessandro Lanza, Emiliano Francavilla e Mario Clemente. Secondo la Dda ci sarebbe un vero e proprio “asse Francavilla-Li Bergolis” acclarato da una serie di acquisizioni investigative.

“Il pentito Vittorio Foschini – riportano le carte di “Mari e Monti” – rese dichiarazioni relative al periodo giugno 1993-aprile 1994, quando aveva trascorso un periodo di latitanza a Vieste insieme a Roberto Sinesi che godeva della protezione di Francesco Li Bergolis e Matteo Lombardi“.  

Alleanza con i foggiani

Negli anni ’90 si è consolidata un’alleanza strategica tra il clan Sinesi-Francavilla e il gruppo Li Bergolis-Miucci, due delle principali organizzazioni mafiose della criminalità foggiana. Questo rapporto si è sviluppato attraverso protezioni reciproche, ospitalità ai latitanti e un interesse condiviso nel mantenere il controllo sulle attività illecite del territorio.

Secondo le ricostruzioni processuali, il legame tra le due fazioni è stato evidente in episodi di latitanza protetta, come quello che ha visto Roberto Sinesi in contatto con Francesco Li Bergolis e Matteo Lombardi durante il periodo di massima pressione investigativa. Le indagini hanno rivelato che i Li Bergolis cercarono appoggio nei Sinesi-Francavilla per garantirsi la sopravvivenza in una fase particolarmente critica per il loro clan.

Enzo Miucci e Mario Lanza

L’alleanza si è consolidata anche attraverso accordi economici e operativi, con il coinvolgimento di esponenti di entrambe le famiglie nelle principali attività criminali, dai traffici di droga fino alla gestione delle estorsioni. Un elemento chiave che emerge dagli atti giudiziari è che questa collaborazione ha permesso alle due organizzazioni di superare momenti di crisi interna, mantenendo il loro potere anche di fronte agli arresti e alle faide con gruppi rivali.

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Le sentenze confermano come questa sinergia abbia avuto radici profonde, con legami che risalgono agli anni ’90 e che si sono protratti fino agli anni più recenti. Il processo “Day Before” del 1998 ha già evidenziato lo scambio di protezioni e favori tra le due fazioni, mentre operazioni più recenti hanno dimostrato che l’intreccio tra Sinesi-Francavilla e Li Bergolis-Miucci ha continuato a influenzare il panorama mafioso del territorio.

L’alleanza tra questi gruppi non è mai stata una fusione totale, ma piuttosto una strategia di sopravvivenza e rafforzamento reciproco, basata su equilibri instabili e accordi di convenienza. Un sistema che ha permesso alla mafia foggiana di rimanere radicata nel territorio, nonostante gli arresti e i colpi inflitti dalle forze dell’ordine.

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