Le Terre di mezzo e l’elogio di Gianni Letta per l’Abruzzo resiliente

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Roma, 13 feb. (askanews) – Chiamateli Paesi e non Borghi, sono quelle Terre di mezzo dell’Abruzzo, terre fortemente resilienti raccontate nel libro “Storie ma non tanto” del Professor Domenicangelo Litterio, presentato nella Sala Nassirya del Senato su iniziativa del senatore Etelwardo Sigismondi e con la partecipazione speciale di Gianni Letta, che in Abruzzo sono nati. “Con questo libro si chiude la saga delle Terre di Mezzo – dopo Padri e La strada per Itaca detto Caino, ha ricordato il Prof. Domenicangelo Litterio ad askanews, spiegando – c’è una pressione esagerata nel tentativo di farci perdere la nostra identità, a cominciare dai nomi: ci dicono borghi adesso, non siamo più i Paesi nati dalle civiltà romane, sannita, non siamo i ‘pagi’, il ‘pagus’ antico, siamo diventati i borghi. Si incontrano due persone che vengono dallo stesso paese e non sono più paesani”. Presenti anche il regista e attore Walter Nanni che ha letto estratti del libro per introdurre una approfondita discussione sulle aree interne e sull’importanza di valorizzare quei territori, spesso segnati dallo spopolamento e dalla riduzione dei servizi essenziali. “Il Senato nel dicembre dello scorso anno ha approvato in prima lettura un disegno di legge per quanto riguarda la valorizzazione e lo sviluppo delle aree montane, che si occupa nello specifico di affrontare in maniera determinata queste problematiche, sia da un punto di vista fiscale, sia da un punto di vista sociale, sia per quanto riguarda i servizi che devono rimanere sul territorio”, ha affermato il senatore Etelwardo Sigismondi.

“Siamo consapevoli che il fenomeno di spopolamento è iniziato da tanto tempo e per tanto tempo si è fatto poco se non niente. La consapevolezza che questa legislatura nazionale ha dimostrato di avere attraverso il disegno di legge sulle aree interne ci fa ben sperare”, ha aggiunto Tiziana Magnacca, assessore Attività Produttive Regione Abruzzo. Terre che hanno bisogno di incentivi, infrastrutture e servizi essenziali, come le scuole, mentre ora, grazie al decreto Caivano, è stato abolito il numero minimo di alunni per classe nel Mezzogiorno. E poi ci sono i valori e le tradizioni da tramandare. “Fanno comunità, fanno sentire il valore della solidarietà che una comunità sa esprimere, sa vivere, a beneficio di ognuno dei singoli che quella comunità compongono”, ha elogiato Gianni Letta nel corso del suo intervento, sottolineando che il prof. Litterio nel libro ha fatto rivivere “queste tradizioni in maniera commovente, poetica, racconto dopo racconto”. La presentazione del libro si è tenuta anche alla presenza dell’Avv. Gabriele Sepio, esperto di economia sociale, e del Dott. Giampaolo Colletti, giornalista collaboratore de Il Sole24Ore e, grazie all’ideazione e alla moderazione della Dott.ssa Sara Vinciguerra. “Le aree interne sono spesso raccontate in termini di marginalità, – afferma l’Avv. Gabriele Sepio – ma in realtà rappresentano patrimoni culturali e risorse capaci di generare opportunità. Il loro sviluppo non dipende solo da incentivi economici, ma da una strategia complessiva che valorizzi fiscalità agevolata, connessioni digitali, recupero del patrimonio storico e sostegno al terzo settore. Le aree interne – conclude Sepio – possono diventare territori di innovazione e sviluppo: la chiave sta nel superare la narrazione del declino e trasformarle in opportunità.”La presenza di infrastrutture adeguate risultano quindi fondamentali: “Se c’è una via italiana da perseguire per favorire l’innovazione e incrementare la coesione sociale,- commenta Giampaolo Colletti, giornalista collaboratore del Sole24Ore, Direttore StartupItalia e inviato per XXI Secolo di Raiuno e Raiplay – questa passa dai mille campanili d’Italia, ossia dalla forza delle comunità disseminate in quei territori lontani dai contesti metropolitane e che da sempre sono stati la spinta propulsiva dell’economia nostrana di prossimità, un ibrido che crea identità e rafforza le relazioni”.”Chi lavora nel cinema, nella televisione e, più in generale, nel mondo della comunicazione- dichiara il regista abruzzese Walter Nanni – può rappresentare un ponte tra chi vuole sviluppare un territorio e il resto del mondo. Nel tempo in cui viviamo un luogo esiste solo se hai la capacità di raccontarlo. Nelle nostre terre di mezzo è fondamentale, oggi, raccontare le storie dei luoghi e della sua gente e farlo nel migliore dei modi. Il cinema è parte integrante dello sviluppo di un territorio, della sua economia e della sua cultura”. .





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