La Georgia tra Due Mondi  –

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La Georgia, un paese situato tra l’Europa orientale e l’Asia occidentale, sta attraversando un periodo complesso dal punto di vista politico, economico e sociale. Con una posizione strategica al confine tra Russia, Turchia e l’area del Caucaso, la Georgia si trova al centro di dinamiche geopolitiche che la pongono spesso in una condizione di vulnerabilità e tensione. 

La Georgia negli ultimi anni ha registrato importanti passi in avanti sotto diversi punti di vista:

  • Geografico-territoriale, la Georgia è storicamente e culturalmente molto vicina alla Russia. Il conflitto congelato che nel 2008 ha portato alla separazione delle regioni di Abkhazia e Ossezia del Sud, continua a essere una questione cruciale all’interno dell’opinione pubblica del paese. Nonostante l’impegno della Georgia per mantenere l’integrità territoriale, la posizione russa rimane un ostacolo per una risoluzione pacifica della situazione. La Georgia ha cercato di stabilire buone relazioni con i suoi alleati regionali, come la Turchia, ma la presenza di forze russe nelle regioni separatiste limita le opzioni diplomatiche del paese.
  • Economico,  la Georgia ha registrato una crescita moderata, sostenuta da riforme interne e da un settore turistico in espansione. Tuttavia, la dipendenza dai rifornimenti energetici russi, la vulnerabilità alle crisi globali e le disuguaglianze interne rimangono ostacoli significativi. Nonostante ciò, la Georgia ha cercato di diversificare le sue alleanze economiche, accrescendo i legami con gli Stati Uniti, l’UE e altre economie emergenti.
  • Sociale, la Georgia sta affrontando problematiche legate alla disoccupazione, alla povertà e alla migrazione. L’emigrazione giovanile rappresenta una delle sfide più gravi, con molti giovani che cercano opportunità migliori in Europa e altrove. La tensione tra le diverse fazioni politiche e la corruzione, pur ridotta, continuano a segnare la scena politica del paese.

Nel corso degli ultimi anni, la Georgia ha mantenuto una politica di avvicinamento all’Unione Europea (UE), che ha segnato profondamente la sua politica estera e le sue riforme interne. Sebbene l’adesione all’UE non sembri essere imminente, la Georgia ha ricevuto il sostegno dell’Occidente in vari settori, tra cui la governance, i diritti umani e la lotta alla corruzione.

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Il conflitto su larga scala tra Russia e Ucraina, iniziato nel 2022, ha spinto Georgia, Moldavia e Ucraina a presentare domanda di adesione all’UE: il Consiglio europeo ha concesso alla Georgia lo status di paese candidato nel dicembre 2023, ferma restando l’attuazione delle misure specificate nella raccomandazione della Commissione dell’8 novembre 2023.

A causa della linea d’azione adottata dal governo della Georgia, in contrasto con i valori e i principi fondanti dell’UE, il processo di adesione della Giorgia è stato interrotto nel 2024. In occasione delle riunioni del Consiglio europeo del giugno, dell’ottobre e del dicembre 2024 i leader dell’UE hanno espresso profonda preoccupazione per la situazione in Georgia. 

Nel maggio 2024 le autorità georgiane hanno adottato una legge sulla trasparenza dell’influenza straniera, che rappresenta un passo indietro rispetto alla raccomandazione della Commissione sullo status di paese candidato della Georgia e ha determinato l’interruzione del processo di adesione: questa legge sancisce che tutte le organizzazioni che ricevono più del 20 per cento dei loro finanziamenti dall’estero dovrebbero registrarsi come ‘organizzazione che persegue gli interessi di una potenza straniera.

Inoltre, il paese non si è mai allineato alle misure restrittive imposte da Bruxelles nei confronti del Cremlino dopo l’invasione russa in Ucraina.

Nelle successive riunioni del Consiglio europeo del giugno, dell’ottobre e del dicembre 2024 i leader dell’UE hanno invitato le autorità georgiane a:

  • chiarire le loro intenzioni invertendo l’attuale linea d’azione
  • adottare riforme democratiche, globali e sostenibili
  • astenersi dall’uso della forza e porre fine alla violenza contro i manifestanti pacifici, i politici e i rappresentanti dei media
  • rispettare il diritto alla libertà di riunione e di espressione.

Il 26 ottobre 2024 sono andate in scena le elezioni per il rinnovo del Parlamento. 

Il voto, che si è svolto in un clima teso, polarizzato e caratterizzato da violenze, era stato

presentato dalle opposizioni come il passaggio elettorale più importante della storia del Paese 

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dal 1991, quando i georgiani decisero l’indipendenza da Mosca. Secondo i partiti filo Ue, la 

vittoria di ‘Sogno georgiano’ avrebbe avvicinato ancora di più Tbilisi alla sfera di influenza del Cremlino allontanandola dall’Europa.

L’esito è stato però, quello che da Mosca si aspettavano: il partito populista e filorusso Sogno Georgiano ha vinto le elezioni legislative ottenendo quasi 54% dei voti. La coalizione d’opposizione filoeuropea, composta da quattro partiti e guidata dalla presidente della Repubblica, Salome Zourabichvili, si è fermata al 37% circa dei consensi. 

Zourabichvili ha dichiarato che il paese è stato vittima di una operazione speciale russa”, finalizzata a distogliere la repubblica caucasica dal suo percorso di avvicinamento all’Europa, e che non riconosce l’esito del voto.  

Le tensioni intorno all’esito del voto si inseriscono in un contesto fortemente polarizzato che vede il partito al potere contrapporsi a un movimento di protesta composto in gran parte dai giovani filoeuropei, già sceso in piazza a maggio scorso per la cosiddetta “legge russa”.

La Georgia si troverà ad affrontare, ancor di più in questo momento di forti tensioni interne, una serie di sfide politiche ed economiche. Le elezioni hanno sancito ancora una volta il legame indissolubile che lega, seppur con mezzi discutibili, questo paese alla Russia.

L’Europa non deve limitarsi ad espandere il numero di paesi membri per cercare di indebolire o in qualche modo isolare i suoi nemici, come fatto già al momento della sua nascita: il concetto di Europa e la sua identificazione geografica e culturale è nata infatti da un processo di contrapposizione e non da processo di identificazione dei propri valori.

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L’obiettivo di Bruxelles deve essere quello di ricreare una comunità che si leghi con ideali veri e concreti, che possano essere condivisi da Berlino e Parigi ma anche da Tsibili e Chișinău.
Troppo spesso infatti si è creato un gap insanabile di obiettivi fra le potenze trainanti e quelle trainate, che hanno portato quest’ultime ad allontanarsi dal contesto europeo ed avvicinarsi ad altre realtà, portando allo scollamento del sistema Europa. 

La Georgia è un paese che, pur essendo saldamente proiettato verso l’Occidente e la modernizzazione, dovrà fare i conti con sfide interne ed esterne, prima fra tutte quella della nuova amministrazione altamente filorussa. 

Il rafforzamento delle istituzioni democratiche in Georgia e in qualsiasi altro stato membro o candidato sarà determinante per il consolidamento delle istituzioni comunitarie e per evitare tensioni interne che potrebbero essere sfruttate dai suoi avversari geopolitici, come la Russia.

In un contesto internazionale così variegato e multietnico, l’Europa deve aprirsi a tutti gli ambienti di inclusione senza preconcetti culturali o ideologici, rafforzando il proprio sistema di alleanze ed espandendolo laddove ce ne possa essere la possibilità.



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