«La crescita delle aziende passa per le nostre app»

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«Sono tornato a Napoli prima del Covid, dopo la laurea in economia e gestione aziendale all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e dopo alcuni mesi di viaggio nelle Filippine e in Indonesia dove sono stato affascinato dal lavoro di tanti sviluppatori e designers che mi hanno ispirato», attacca il ventinovenne Andrea Monticelli, ceo della startup innovativa Pura Digital. «A Napoli ho scoperto che si era insediata l’Apple Academy a San Giovanni a Teduccio e così ho fatto il test per entrare e da qui ho iniziato il mio percorso all’interno del mondo informatico e digitale. Purtroppo, nel 2020, ci siamo ritrovati a fare sei mesi in presenza e gli altri sei, nostro malgrado, a distanza».

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L’idea

Sorride Andrea: «Ma qui ho conosciuto i primi tre soci: Paolo Spinelli e Umberto Cacace che hanno la mia età mentre Raimondo Giordano ha 26 anni, tutti diplomati all’Academy, con i quali abbiamo iniziato a lavorare al progetto di costituire la start up». Il team under 29 anni è dunque composto da Raimondo Giordano: Fullstack developer, laurea in ingegneria informatica; Paolo Spinelli, Frontend developer, laurea in Lingue, culture e letterature moderne; Umberto Cacace, backend developer, laurea in ingegneria informatica, tutti di Napoli; Alfredo Campoli, socio e fullstack developer di Mondragone, laurea in ingegneria informatica. Poi due dipendenti: Antonio Buffardi, UX/UI designer di Melito, laurea in design e comunicazione e Dario Coppeta Full stack developer, di Napoli.

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Di cosa si occupa Pura digital?
Andrea: «È una software house, specializzata in sviluppo software, web & mobile development, intelligenza artificiale e data science. Aiutiamo le aziende a ottimizzare i processi e a crescere nel mondo digitale».

Tradotto?
«Ci occupiamo dell’analisi dei processi aziendali e dei relativi fabbisogni per capire quali di essi si possono digitalizzare in base alle esigenze dei clienti, partendo della struttura organizzativa della società per arrivare alla gestione dei processi interni tecnologici. Lavoriamo anche con società più strutturate ad esempio abbiamo fornito consulenza alla Data Reply in UK. Abbiamo già molti clienti. Inoltre stiamo sviluppando il nostro progetto di punta…».

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Il progetto

Lo puoi descrivere?
«Si chiama Archiveye, con il quale abbiamo vinto il bando regionale Campania Startup. Si tratta di una piattaforma innovativa che rivoluziona il modo di gestire, analizzare e valorizzare le informazioni aziendali. Non si limita a essere un semplice strumento di gestione dati, ma rappresenta un framework flessibile e scalabile per la creazione di soluzioni su misura, capaci di adattarsi a contesti aziendali diversi e complessi in più settori economici».

In sintesi è una piattaforma che supporta la trasformazione digitale? Andrea annuisce:
«Esattamente. Ottimizza i processi e riduce il margine di errore, in questo modo migliora la competitività aziendale. L’innovazione sta nell’integrazione avanzata dell’intelligenza artificiale generativa e di algoritmi di machine learning, progettati per automatizzare la raccolta, l’elaborazione e l’interpretazione di dati complessi. Consente inoltre di trasformare documenti, audio, video e altre fonti informative in insight strategici, facilitando decisioni aziendali più rapide e consapevoli».

Le imprese meridionali hanno fiducia a rivolgersi a un team così giovane? Andrea è sincero:
«Ci sono inizialmente le perplessità, c’è capitato di sederci direttamente ai tavoli con aziende importanti e di non aver bisogno di intermediari, così come è successo qualche volta di averne bisogno. Nel Sud in generale è più difficoltoso l’approccio alla digitalizzazione. Il nostro obiettivo è quello di contribuire a creare un ecosistema digitale più forte. Come sta facendo il professor Giorgio Ventre con l’Apple Academy in tanti settori, attualmente c’è grande fermento nell’innovazione».

La digitalizzazione si basa su un processo di software?
«Sì essenzialmente, è quello di riuscire a trovare il modo di digitalizzare processi aziendali che vengono attualmente gestiti in modo manuale. In molte aziende vengono ancora utilizzati molti excel, molti software obsoleti, mentre noi vogliamo velocizzare ed efficientare i processi aziendali».

L’utilizzo

L’esperienza all’Apple cosa vi ha lasciato?
«All’Università si impara di più la teoria, all’Apple tramite un sistema di challenge si impara come sviluppare un prodotto e come utilizzare le risorse umane per portare a termine un lavoro che ha commissionato un cliente. È stato importante stare in un network internazionale come l’Apple che ha permesso a molti studenti stranieri di venire a Napoli. Così come importante per noi oggi è essere incubati nella Fabbrica di Innovazione sempre a Napoli Est che ci consente di avere confronti con tanti esperti».

E su cosa state lavorando?
«Nell’ambito del progetto Casa delle tecnologie emergenti del Comune di Napoli, stiamo studiando la verticalizzazione del nostro prodotto nel settore della blue economy. C’è una grande manualistica, ad esempio dal modo in cui un marinaio si deve comportare sulla nave all’intera strumentazione a disposizione con la quale devi prendere decisioni rapide. Stiamo poi lavorando a un’App che aiuti nei quiz della patente nautica che lanceremo nei prossimi mesi».

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