INTERVISTA. Beniamino Schiavone, presidente di Confindustria Caserta: “La crisi dell’automotive colpisce anche il casertano”

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 


Industria casertana, incentivi per le imprese inseriti all’interno dell’ultima Legge di Bilancio, soluzioni per dare manforte a settori ed attività che vivono un periodo di crisi: sono alcuni dei temi affrontati nelle stanze della redazione di Informare con Beniamino Schiavone, Presidente di Confindustria Caserta.  

Che anno è stato il 2024 per l’industria casertana? 

«Il 2024 dell’industria casertana è sovrapponibile all’anno che si è appena concluso in Italia, un anno che ha registrato segnali di crisi importanti. Basti pensare che il 2025 inizia con gli appesantimenti del triennio 2020-2023, cioè gli anni della pandemia, a cui si sono sommati recentemente altri problemi che hanno frenato la produttività. In primis, l’inflazione ha generato una contrazione della domanda; poi c’è stato un calo dell’export. Bisogna considerare anche la crisi legata all’automotive, dovuta al meccanismo di transizione che in Europa porterà, entro il 2035, a produrre esclusivamente veicoli elettrici. La filiera produttiva dell’automotive si compone di molte realtà industriali presenti anche in provincia di Caserta, che, ridotto il numero di vetture prodotte, hanno anche diminuito inevitabilmente la produzione di componentistiche meccaniche ed elettriche».  

È fiducioso sulle misure, inserite nella Legge di Bilancio, a sostegno delle imprese? 

«La Legge di Bilancio poteva sicuramente essere migliore. In primo luogo, essa dà un sostegno alle piccole-medie imprese del Paese. Tra le misure più importanti ci sono anche l’aver riconfermato la Zona Economica Speciale per il Mezzogiorno (ZES) e l’IRES premiale. Si poteva fare di più sull’abbattimento del cuneo fiscale, processo che questo governo ha iniziato ma che non è ancora sufficiente. Pensiamo solo al fatto che in Italia il costo del lavoro è tra i più alti tra gli Stati membri dell’Ue e, nonostante questo, i salari risultano tra i più bassi». 

Prestito condominio

per lavori di ristrutturazione

 

Nel 2022 una nostra inchiesta si occupò della crisi delle attività commerciali nel centro storico di Caserta. Che fotografia fa adesso della zona? 

«Il centro storico di Caserta, così come accade altrove, vive difficoltà legate alla transizione dei tempi. La pandemia ha accelerato l’utilizzo dell’e-commerce e i grandi centri commerciali hanno dato un ulteriore colpo al commercio di prossimità. Questo potrà essere un aspetto negativo nel presente, ma sappiamo che la storia è fatta di evoluzioni. Negli anni Ottanta e Novanta i nostri territori erano popolati da tanti istituti bancari, poi l’evoluzione ha fatto sì che oggi nel nostro Paese operino soltanto 5-6 grandi banche. Stesso discorso per i supermercati: 30-40 anni fa la spesa si faceva nelle piccole salumerie di quartiere, mentre oggi dominano le grandi catene della GDO (Grande Distribuzione Organizzata ndr). Immagino un futuro del genere anche per gli altri esercizi commerciali». 

Cosa manca al polo industriale di Caserta per essere competitivo rispetto ad altre province, anche della Regione Campania, che sembrano essere più forti? 

«L’area industriale di Caserta è quella più grande del Mezzogiorno. Ci sono aziende che rientrano nelle principali filiere produttive del Paese, quindi di primissimo livello. Per venire alla domanda, è importante dire che i territori industriali, soprattutto quelli affidati alla gestione statale, versano in una condizione di grave disagio e, talvolta, di grave degrado. È impensabile che nel 2025 un’area industriale di potenzialità come quelle del casertano abbia delle carenze enormi: penso, per esempio, alle aree in cui manca ancora la possibilità di allacciarsi alla rete idrica o fognaria. Come si può fare impresa in questo modo?». 

Secondo lei, l’instabilità politica che Caserta ha vissuto nel 2024 che impatto ha sul settore industriale? 

«L’instabilità politica ovviamente non fa bene alla salute dei nostri territori. Tuttavia, voglio continuare ad essere ottimista per il futuro. È importante che la politica faccia la sua parte soprattutto nel comprendere le esigenze dell’industria e dei territori, e dia quel contributo necessario affinché possa concretizzarsi un reale riscatto della provincia di Caserta, che deve tornare ai fasti degli anni Settanta nel mondo produttivo, anni nei quali era appellata come la Brianza del Sud. Per fare ciò non basta l’impegno degli imprenditori». 



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link