Il falso miracolo cinese – Panorama

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 


Lo sappiamo: la Cina non solo è il più grande mercato dell’auto a livello globale, ma è anche il Paese dove si vendono più vetture elettriche al mondo. Su 27,5 milioni di veicoli passeggeri commercializzati nel 2024, ben 12,8 milioni erano «Nev» (New energy vehicle), categoria che comprende auto puramente elettriche e ibride plug-in, dotate cioè di grandi batterie e di motori a combustione interna. Un segmento che continua a crescere a ritmi accelerati: le consegne di Nev hanno messo a segno lo scorso anno un aumento del 39,7 per cento rispetto al 2023.

Bravi dunque questi cinesi che corrono in concessionaria per acquistare una vettura alla spina, complimenti! Sembrano dimostrare un’attenzione all’ambiente che gli automobilisti italiani si sognano. Ma in realtà non è proprio così: vivendo in uno Stato in grado di introdur re misure poco popolari senza temere eccessivamente la reazione dei cittadini, moltissimi automobilisti cinesi sono di fatto obbligati a comprare veicoli elettrificati, in particolare gli abitanti delle gigantesche metropoli del Paese asiatico. In alcune città come Pechino, Shanghai, Guangzhou e Shenzhen ottenere una targa per un’auto privata comporta infatti la partecipazione a una lotteria o a un’asta, sistemi introdotti per combattere il traffico e ridurre l’inquinamento. In Cina la targa automobilistica ha un valore importante, è associata alla persona che la ot tiene e non all’auto come in Italia, e il titolare la può tenere tutta la vita e riutilizzarla a ogni sostituzione della vettura. Ma nelle grandi città conquistare una targa per un veicolo a benzina è diventato molto costoso ed estremamente difficile, spingendo molti cinesi a usare i trasporti pubblici o il car sharing. Oppure a convertirsi alla mobilità elettrica, visto che per i veicoli ecologici molte metropoli offrono targhe speciali (spesso verdi) con regole diverse per incentivarne l’uso.

Prendiamo il caso di Shanghai, megalopoli con 24 milioni di abitanti: qui ogni mese lo Shanghai Traffic, Transportation & Port Management Bureau mette all’asta circa novemila targhe per auto a benzina e i partecipanti devono offrire una somma di denaro per aggiudicarsele. Il prezzo di partenza è fissato dall’organizzazione, ma spesso sale rapidamente a causa della forte domanda. Negli ultimi anni, il costo si è aggi rato intorno ai 10-15 mila euro e in alcuni casi ha sfondato queste cifre superando addirittura il valore di un’auto nuova. E ovviamente tanti cittadini protestano perché il sistema delle aste rende l’acquisto di un’auto a benzina accessibile solo ai più abbienti. Al contrario le targhe per le auto elettriche a Shanghai sono gratuite e non sono soggette al sistema di aste a cui sono sottoposte quelle a benzina. Per ottenere la sua targa verde il cittadino deve acquistare una vettura che rientri nella categoria Nev, presentare poi una domanda presso gli uffici competenti e infine, dopo aver ottenuto la targa, può immatricolare l’auto e iniziare a guidare.

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

A Pechino, invece, è in vigore un sistema di lotterie mensili: nel 2024 le autorità hanno deciso di offrire 100 mila targhe di cui 80 mila destinate a veicoli elettrici e 20 mila per quelli a benzina. Queste ultime sono sorteggiate tramite «riffe» alle quali partecipano centinaia di migliaia di persone: le chance di ottenerne una sono molto basse e la maggior parte degli abitanti di Pechino deve ten tare la fortuna più volte, a volte per anni, prima di ottenere una targa. Le auto elettriche invece non sono soggette alla lotteria e i loro proprietari possono ricevere una targa molto più facilmente. Altre città combinano entrambi i metodi, as segnando una parte delle targhe tramite lotteria e un’altra tramite asta. Non solo. Per ottenere una targa i residenti non locali (per esempio, persone provenienti da altre province) devono soddisfare requisiti aggiuntivi, come avere un lavoro stabile e pagare le tasse nella città per un certo numero di anni. A Pechino chi proviene da altre province con la propria auto a benzina può circolare solo per un certo numero di giorni. Oltre alle aste e alle lotterie, la Cina ha intro dotto altre misure per incentivare l’acquisto di auto ecologiche. In alcune metropoli come Pechino le vetture a batteria possono circolare in aree o in periodi vietati ai veicoli a benzina. Inoltre gli acquirenti di auto elettriche possono godere di sussidi, agevolazioni fiscali e tasse di immatricolazione ridotte. In alcune città, le vetture green beneficiano di parcheggi gratuiti, esenzioni dai pedaggi e tariffe assicurative ridotte.

Il risultato è il boom delle auto elettriche, soprattutto quelle ibride plug-in. Ma la dura politica delle metropoli cinesi a favore delle auto elettriche ha provocato anche una crescente insoddisfazione di alcuni gruppi di cittadini: proteste, campagne sui social, cause legali sono state intraprese negli anni scorsi a Canton, Pechino, Shanghai, Hangzhou e Shenzhen contro il sistema delle aste e delle lotterie. Nel mirino non solo i costi e la difficoltà ad ottenere la targa, ma anche la presunta inefficacia riguardo all’effettiva riduzione dell’inquinamento (dubbi che emergono anche in Italia quando si blocca la circolazione nelle giornate antismog). Nel 2022 a Shanghai diversi automobilisti hanno espresso la loro frustrazione per i lunghi tempi di attesa per una targa, anche più di cin que anni, e hanno chiesto al governo di trovare una soluzione più rapida ed efficiente. Nel 2023 a Hangzhou i residenti hanno protestato contro l’introduzione di nuove restrizioni sul numero di auto che possono circolare in città, sostenendo che queste misure avrebbero avuto un impatto negativo sulla loro vita quotidiana. Le autorità hanno spesso reagito alle contestazioni con mi sure repressive e la censura online. Tuttavia, le proteste hanno anche portato ad alcune correzioni, come l’aumento del numero di targhe disponibili o l’introduzione di criteri più equi per l’assegnazione. Ma il sistema non cambia: qui siamo in Cina, mica in Italia.

TUTTE LE NEWS DI ECONOMIA





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link