È l’Azzurra più vincente di sempre, la prima italiana a conquistare la Coppa del Mondo generale, oltre a tre Coppe di specialità, tre medaglie olimpiche e cinque medaglie mondiali compreso l’oro in Gigante appena conquistato a Saalbach. Nella classifica di Forbes del 2023, era l’unica atleta presente tra le 100 donne più influenti d’Italia. Federica Brignone, soprannominata la Tigre, è una fuoriclasse, che ha superato per numero di podi anche miti come Alberto Tomba e Gustav Thoeni.
Nata a Milano nel 1990 da una mamma campionessa di sci, Ninna Quario, si è trasferita in Valle d’Aosta a sei anni e ha iniziato il suo percorso agonistico nello Sci Club Courmayeur, anche se da piccola non ha mai vinto molto (il campione in famiglia era il fratello, oggi suo allenatore). Non ha mai pensato di diventare una numero uno, anche se è sempre stata molto competitiva. Ma con la forza di volontà e l’impegno costante, imparando soprattutto dalle sconfitte − che sono state molte di più delle vittorie − e dagli infortuni, oggi è soddisfatta di dove è arrivata. E a Style Piccoli racconta come ce l’ha fatta.
Cosa significa per te essere una campionessa?
Ho coronato il mio sogno più grande vincendo la Coppa del Mondo generale nel 2020. L’impegno messo per riuscire a raggiungere obiettivi così incredibili, che non pensavo fossero realizzabili, mi rende orgogliosa!
Con una mamma slalomista, un papà e un fratello allenatori, lo sci è nel tuo Dna. È una passione che coltivi fin da piccola?
Ho iniziato a sciare prestissimo perché, come spesso accade da bambini, vuoi imitare i tuoi genitori. Ho messo degli sci di plastica per zampettare in un parcheggio quando avevo solo un anno e mezzo, mentre i primi sci veri li ho avuti a due anni e mezzo. Ho capito subito che la velocità e l’adrenalina mi piacevano da morire, così come la competizione. A sei anni sono entrata allo Sci club, ma praticavo anche tanti altri sport, non ho avuto una vita impostata fin da piccola per diventare una campionessa.
Quanto conta il talento e quanto la determinazione e l’allenamento?
A mio parere contano più la determinazione e l’allenamento. Il talento è importante ma quello te lo costruisci e lo rinforzi proprio tramite l’allenamento e la determinazione.
Qual è la tua routine quotidiana quando ti alleni? Segui un’alimentazione particolare?
Mi alzo tutte le mattine con doccia fredda e respirazione, poi una colazione ricca e, prima di allenarmi, faccio una breve meditazione. Non guardo il telefono fino alla fine della sessione. Poi pranzo, riposo con lettura, meditazione o attività tranquille, ancora attività fisica del pomeriggio, fisioterapia (se c’è bisogno), video per ripercorrere l’allenamento (quando sono a sciare), cena e letto. Quando sono a casa, in Valle d’Aosta, passo del tempo con gli amici. Seguo un’alimentazione sana e mi piace mangiare cose semplici e di qualità, anche se quando sono in giro non è sempre facile.
Come si possono coniugare sport e scuola?
Con l’impegno e organizzandosi… Ad esempio, quando accumuli assenze, devi poi recuperare e affrontare dei periodi dove studi fino a tarda sera. Nella mia famiglia il patto è sempre stato che se volevo sciare dovevo andare bene a scuola.
Qual è il ruolo della famiglia per una giovane atleta? Un supporto o in alcuni casi un ostacolo?
Per me la famiglia è stata sempre e solo un supporto, sono stata molto fortunata. I miei genitori sono stati presenti, ma non hanno mai interferito: mi hanno permesso di fare la mia strada, a volte sbagliando. Mi rendo conto che non è per tutti così: alcuni genitori sono invadenti, decidono tutto loro senza chiedersi cosa vogliano davvero i loro figli…
Quanto influiscono le nuove tecnologie nello sviluppo dell’attrezzatura sportiva? Gli sci sono cambiati negli ultimi anni?
Non così tanto come si potrebbe pensare. Ovviamente ogni anno ci sono delle piccole modifiche sul materiale, ma di poco conto. Invece sono cambiati molto i sistemi per la sicurezza, dagli airbag alle maschere, fino agli strumenti utilizzati durante l’allenamento.
Il momento più bello che hai vissuto in pista e il più difficile?
Ho vissuto tanti momenti belli e anche tanti difficili! I più belli sono quelli in cui ti rendi conto di essere riuscita a fare una cosa che pensavi impossibile. Mi è successo ad esempio quando ho vinto recuperando su avversarie che sembravano inarrivabili. Uno davvero difficile è stato l’inizio di stagione 2022-2023: prima della gara di Sestrière, non ero per niente fiduciosa e volevo tornare a casa perché non me la sentivo.
Come gestisci la pressione della gara?
La pressione va gestita quotidianamente, non puoi inventarti niente il giorno della gara. Io ho lavorato moltissimo sulla mia crescita personale, tra ipnosi, meditazione, respirazione. Cerco di allenare non solo il fisico e la tecnica, ma anche la mente per sapere come comportarmi sotto pressione. Quando arrivo in gara, però, cerco di fare solo quello che so fare.
Nel 2017 hai dato il via a un progetto di sostenibilità ambientale. Di cosa si tratta?
Il progetto “Traiettorie Liquide” nasce dalla sensibilità e dal rispetto verso l’ambiente che mi hanno trasmesso fin da piccola i miei genitori. Con Giulia e Daniela Mancini, che gestiscono la mia immagine, e il prezioso contributo del fotografo Giuseppe La Spada, denunciamo l’inquinamento dell’acqua in ogni sua forma e, più in generale, del pianeta tramite un racconto fatto per immagini. Vogliamo sensibilizzare l’opinione pubblica e promuovere tematiche legate alla salvaguardia dell’ambiente, contribuendo ad aumentare la consapevolezza, il senso di responsabilità e favorendo un netto cambio di mentalità, iniziando da piccoli gesti quotidiani. Ritengo che le nuove generazioni siano molto sensibili e attive sull’argomento e me l’hanno dimostrato anche in tutte le iniziative di pulizia fatte insieme negli anni.
Quali consigli daresti a un giovane che spera di diventare un campione sugli sci?
Di impegnarsi, di cercare di migliorarsi tutti i giorni e soprattutto di farlo divertendosi, perché è una vita tosta, ma se ti piace e ti diverti facendolo, è davvero favolosa!
CAMPIONESSA green
Fra i riconoscimenti ricevuti da Federica, c’è il Premio Bellisario 2024, conquistato per il palmarès da record, ma anche per il suo impegno a favore dell’ambiente. Dal 2017, infatti, la campionessa è impegnata nel progetto “Traiettorie Liquide”, che mira a sensibilizzare l’opinione pubblica su temi legati alla salvaguardia del Pianeta, dallo scioglimento dei ghiacciai all’inquinamento dell’acqua in ogni sua forma. Un progetto che si rivolge anche ai giovani, coinvolti in iniziative green di pulizia.
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