ampliamenti e una nuova apertura nel Salento. I sindaci pronti alla battaglia

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I territori non nascondono le proprie perplessità dopo il via libera della Giunta regionale all’aggiornamento del Piano di gestione dei rifiuti urbani, con l’ampliamento degli impianti di Deliceto, Ugento e Manduria e l’apertura della discarica di Corigliano d’Otranto.

«Un provvedimento necessario e urgente come misura straordinaria dovuta all’emergenza concreta di ritrovarsi i rifiuti per le strade a breve – ha annunciato l’assessora all’Ambiente Serena Triggiani -. Abbiamo previsto accorgimenti e condizioni vincolanti di esercizio per ogni sito di discarica, tali da garantire la salute pubblica, la tutela ambientale e, naturalmente, la corretta gestione dei rifiuti. In sintesi – prosegue – anche monitoraggi più stringenti dello stato qualitativo delle acque sotterranee, a cura di Arpa Puglia in fase di esercizio e in fase di post-gestione, e, tra le altre cose, sarà definito un piano per la verifica e il controllo delle caratteristiche meccaniche e funzionali della discarica, in particolare per il sito di Corigliano d’Otranto di nuova gestione».

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Proprio Corigliano diventa già un caso. Si apre un sito considerato sensibile da sempre, proprio perché adagiato sopra la falda acquifera che alimenta i rubinetti di mezzo Salento. Ma anche l’altra metà è decisa a salire sulle barricate per una decisione considerata scellerata, seguendo l’indirizzo di Dina Manti, la sindaca che da sempre è contraria a far arrivare i rifiuti in contrada “Scomunica”. «La notizia è arrivata come un colpo al cuore: a fine mandato la Regione – dichiara Manti – non ha saputo far altro che trovare una soluzione, al problema della raccolta differenziata, che scontenta tutti. In questi anni c’è stata una cautela condivisa sull’opportunità di aprire il sito, poi improvvisamente il dietro front. Abbiamo fatto tante battaglie, siamo scesi in piazza per manifestare il nostro dissenso. Il rischio è altissimo: voglio ricordare che quando si decise di inserire l’apertura della discarica nel Piano dei rifiuti proposto dall’ex assessora Anna Grazia Maraschio, furono promossi degli esperimenti con la calce per cercare di inertizzare i rifiuti. L’Arpa comunicò che la soluzione era peggiorativa. E non accettiamo alcuna compensazione. Rivolgo un appello affinché questa battaglia sia di tutti i sindaci della provincia di Lecce perché la falda di Corigliano è un bene prezioso».

L’intera Grecìa è preoccupata per un futuro che si prospetta incerto, come sottolinea il presidente dell’intero sodalizio di comuni, nonché sindaco di Castrignano de’ Greci, Roberto Casaluci. «Contrarietà massima a questa iniziativa della Regione. Riteniamo improponibile aprire una struttura del genere su una falda dell’Acquedotto pugliese – osserva -. È vero che è stata costruita con soldi pubblici, ma non si può fare un errore dietro l’altro. Dobbiamo fare in modo che si riducano i rifiuti non differenziati, riducendo la quota con centri di compostaggio del territorio». Preoccupato anche il vicepresidente della Provincia di Lecce e sindaco di Martano, Fabio Tarantino. «La scelta di aprire la discarica non in linea con la tutela dell’acqua che in questi anni è diventata prioritaria. Non è una soluzione praticabile, almeno nelle modalità in cui è stata presentata. L’unico aspetto che secondo me andrebbe trattato con la Regione è quello di poter utilizzare, in extrema ratio, la discarica esclusivamente per la provincia di Lecce, ma solo per i comuni che praticano una raccolta differenziata spinta separando umido da indifferenziato, in modo da evitare i pericoli del percolato. La decisione è stata sbagliata all’origine e adesso ne paghiamo le conseguenze. La Provincia ragionerà in sede di Conferenza dei servizi con la Regione e il comune per mettere dei paletti invalicabili, dove la tutela dell’acqua e del territorio sia prioritaria». Furioso con la retromarcia della giunta Emiliano, Giacomo Cazzato, sindaco di Tiggiano. «L’apertura della discarica di Corigliano è un problema di ogni comune della provincia di Lecce: rappresenta il più grande fallimento di 20 anni dell’amministrazione regionale in tema di rifiuti – spiega -. O meglio anni di non amministrazione. Si muore di cancro, conferiamo in discarica e in tutto il Salento usiamo l’acqua della falda di Corigliano per godere dell’acquedotto da cui ogni giorno beviamo, ci laviamo, cuciniamo la nostra pasta. Le prescrizioni a tenere protocolli di controllo non ci tranquillizzano per nulla». Cazzato chiede un impegno diverso nella lotta allo smaltimento.

«Oltre ad imparare a produrre meno rifiuti dovremmo preoccuparci di oggi una percentuale bassa di differenziata – conclude – e dare gli strumenti per lavorare sulle nostre famiglie che devono però sentirsi gratificate dal loro impegno. Non è demagogia è tenere a cuore la libertà di dire le cose come stanno e il diritto a vivere in un paese europeo e civile del 2025. I nostri rappresentanti in consiglio regionale ci aiutino. Il ciclo dei rifiuti va chiuso».

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