Moda adattiva, 8 italiani su 10 non ne hanno mai sentito parlare

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Il settore della moda è considerato il terzo campo meno inclusivo per persone con disabilità. L’indagine di YouGov.

Si parla sempre più spesso di moda sostenibile ed etica, con brand che non seguono modelli come quelli del fast fashion, ma puntano a un approccio che cerca di minimizzare l’impatto ambientale e sociale della produzione di abbigliamento e accessori.

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Ma parlando di inclusività, o meglio, di “moda adattiva“, una categoria di abbigliamento rivolta alle persone con disabilità fisiche o cognitive, sembra ancora essere un territorio poco esplorato, specie in Italia.

Per le persone con disabilità anche comprarsi un vestito può essere davvero un’impresa complicata. Spesso gli abiti in commercio non hanno caratteristiche compatibili con le loro esigenze.

1 persona su 6 (16%) al mondo convive con una disabilità significativa (dati OMS). Nata negli Usa, la moda adattiva permette alle persone con disabilità permanenti o temporanee di vestirsi in maniera indipendente. Ma in Italia le etichette adattive sono ancora poche.

 

L’indagine di YouGov sulla moda adattiva

Secondo un’indagine condotta per Zalando dall’Istituto di Ricerca YouGov, la moda è considerata il terzo campo meno inclusivo per persone con disabilità (24%), dietro a trasporti (50%) e urbanistica (44%).

Più di 8 italiani su 10 (81%) non hanno mai sentito parlare di moda adattiva, rapporto che scende leggermente se si analizzano le risposte di Gen Z e Millennial (rispettivamente 71% e 74%), dimostrando una maggiore visibilità della moda adattiva nelle generazioni più giovani.

Oltre questo, il 70% delle persone con disabilità non hanno mai sentito parlare di moda adattiva.

Proprio Zalando, l’e-tailer tedesco, ha lanciato nel 2022 le sue prime collezioni di moda adattiva con prodotti creati con l’obiettivo di essere accessibili a persone con disabilità permanenti o temporanee di vario tipo, come mobilità e destrezza ridotte, oltre a sensibilità sensoriale.

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Le caratteristiche della moda adattiva

In base ai risultati dell’indagine, una collezione di moda adattiva dovrebbe avere innanzitutto delle descrizioni dei prodotti che evidenziano chiaramente l’aspetto adattivo dei capi (36%)una selezione ampia e variegata (20%), dei prezzi accessibili (19%) e dei testimonial autentici con esperienza diretta del prodotto (15%).

Solo il 16% dei rispondenti pensa che vi siano stati degli sviluppi positivi nel campo della moda adattiva, quasi 4 persone su 10 ritengono che l’industria del fashion dovrebbe fare di più.

La ricerca evidenzia però una fiducia diffusa in merito allo sviluppo futuro della moda adattiva: quasi 6 rispondenti su 10 (58%) pensano che sempre più aziende nei prossimi anni proporranno capi di questa tipologia. Il dato è ancora più positivo per i Millennial (67%) e per le persone con disabilità (69%).

In più, quasi la metà degli italiani (45%) ha affermato che sarebbe più propensa a scegliere un brand in base alla sua apertura verso la moda adattiva.

Per quanto riguarda il canale di acquisto della moda adattiva, il digitale è il canale scelto dal 35% dei rispondenti, apprezzato per la possibilità di evitare negozi affollati e non sempre pienamente accessibili.

 

Influencer e la moda adattiva

Il problema non è soltanto trovare i vestiti giusti, ma anche modelle e modelli con disabilità sulle passerelle italiane, di cui al momento non c’è praticamente traccia. Giulia Lamarca, content creator, non essendo stata invitata alla scorsa fashion week di Milano, ha deciso di farsela da sola. “L’invito non arriva perchè non si vuole parlare a questo pubblico, non si vuole rappresentare questo pubblico”, aveva dichiarato Giulia Lamarca in uno speciale sul tema realizzato da Report.

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Rossella Fiorani è una giovane marchigiana affetta dalla sindrome da banda amniotica che causa una malformazione degli arti. Si è laureata in Fashion Study presso l’Università di Bologna con una tesi magistrale sulla relazione tra moda e disabilità in cui ha analizzato quanto si stia facendo nel settore della moda per andare incontro alle esigenze dei disabili. Ha anche partecipato a Miss Italia ottenendo il titolo di “Miss Coraggio”, ed oggi è diventata una influencer motivazionale con una storia che ha come obiettivo quello di trasmettere agli altri forza e positività.





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