«In Sicilia i portatori di disabilità non sono ancora turisti normali»: Damiano La Rocca, il tour operator che sfida i limiti del turismo accessibile

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Forte dell’esperienza maturata con Seable, impresa sociale fondata a Londra nel 2012 e dedicata alla realizzazione di esperienze turistiche per i non vedenti, il 38enne catanese lancia per l’isola “AccesSicily”, progetto rivolto alle persone in carrozzina. A Catania il programma delle attività comprende escursioni sull’Etna, immersioni, degustazioni in vigna e una visita al Museo Tattile: un modo per invertire la tendenza in una terra che ancora fatica ad essere a misura di tutti: «I problemi sono tanti, a cominciare dai trasporti e dalle strutture, che spesso fanno il minimo indispensabile. Ma la mentalità, pian piano, si sta evolvendo e sempre di più sono quelli disposti ad investire tempo ed energie in progetti simili»

Il viaggio è un’esperienza multisensoriale. E se a dominare di solito è la vista, gli altri sensi non sono meno importanti per respirare appieno il momento. Al punto da potere compensare la mancanza della visione con il sentire. Un sentire profondo che si fa tatto, gusto, olfatto, udito. Magari con l’aiuto di guide esperte, capaci di essere gli occhi dei viaggiatori che accompagnano, come quelle del tour operator Seable, social enterprise fondata a Londra dal catanese Damiano La Rocca nel 2012 e specializzata in viaggi per persone cieche.

«Spieghiamo in maniera semplice quello che vediamo, senza andare troppo nel dettaglio e senza troppa creatività, lo descriviamo come lo sentiamo, senza però dover essere per forza dei poeti» sorride Damiano, al telefono dall’aeroporto di Catania, in attesa del volo per tornare nella capitale inglese, dove ha fatto l’università e dove vive. «La parte tattile ha un ruolo fondamentale, per esempio per fare vivere l’Etna ai nostri turisti usiamo un modellino del Parco per farne percepire loro la dimensione e facciamo un workshop sui diversi tipi di pietra prodotta dal vulcano, magari della stessa dimensione, una molto pesante, una molto leggera. Questa è una cosa che li sorprende sempre. E poi, durante l’escursione c’è l’esperienza di salire in quota, con il cambio di pressione, la funivia. Percepiscono proprio l’immensità della montagna». Anche senza vederla.

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ACCESSIBILITÀ IN SICILIA: CRITICITÀ E NUOVE OPPORTUNITÀ. Le attività multisensoriali, che puntano sul tatto, ma anche sull’odore, il sapore e i suoni, sono la chiave di narrazione di Seable. Che nasce da una scintilla scoccata a Londra ai tempi dell’università, quando Damiano – 38 anni, oggi – durante l’ultimo anno decise di approfondire il tema del turismo accessibile.

«Mi sono specializzato in turismo per persone non vedenti e come key study ho scelto la Sicilia» racconta. «Mio padre è un istruttore subacqueo e ha dedicato gran parte della sua vita a insegnare alle persone con disabilità ad andare sott’acqua. Quando stavo per laurearmi a Londra, a Catania mio padre fece fare un guinness dei primati di immersione a un ragazzo in carrozzina e qualche mese dopo a una ragazza non vedente. Utilizzando questa esperienza, ho voluto provare ad aprire un’associazione che invitasse più persone con quelle stesse disabilità a venire dall’Inghilterra in Sicilia per provare la subacquea».

L’idea piace all’incubatore aziendale della sua università, che approva il progetto e gli dà il supporto iniziale per partire. Ma l’esperienza sul campo – era il 2011 – non va come Damiano sperava. «Dopo i primi anni ho capito che i viaggi per carrozzine erano complicati, soprattutto in Sicilia a causa delle barriere architettoniche, così mi sono specializzato in turismo per non vedenti, anche perché c’era solamente un altro operatore in Europa che se ne occupava. Ho studiato bene il perché non ce ne fossero altri e mi sono adoperato per creare una soluzione».

La ragione principale era che «il settore del turismo per persone non vedenti, di fatto, non era mai stato considerato un mercato» spiega La Rocca. «E poi serviva una specializzazione che non c’era e quindi l’ho creata io, offrendo una formazione agli accompagnatori in modo che fossero in grado di rendere la loro vacanza piacevole». Maturando e rispettando alcuni standard, precisi e imprescindibili. «Innanzitutto proprietà di linguaggio e pazienza, perché si passano dodici ore al giorno insieme anche per lunghi periodi e perché si fa tutto un po’ più lentamente. E poi ci deve essere una certa sensibilità, è un lavoro per cui si deve essere portati e che si deve volere fare come mestiere».

UN RITORNO ALLE ORIGINI. Dopo avere iniziato organizzando viaggi dall’Inghilterra a Catania, oggi le sue proposte in Italia abbracciano anche Napoli, Roma, Firenze e Bologna. In Europa, al momento, Londra ed Edimburgo, Berlino e le Canarie, a Lanzarote, ma «ogni anno apriamo un paio di destinazioni nuove, le prossime Parigi e la Romania». E si può volare ancora più lontano con Seable, in Thailandia, Vietnam e Cambogia, Ecuador e Galapagos. Poi ci sono anche le vacanze dedicate alle attività sportive: il trekking in Scozia e lo sci in varie destinazioni per i più intraprendenti. Il tutto sia con viaggi di gruppo, sia con viaggi individuali pensati su misura. Con una particolarità. «Il mio unique selling point è che faccio la formazione a guide del posto, questo permette anche di abbassare i costi, piuttosto che fare partire guide dall’Inghilterra».

«Rispetto a quando ho iniziato non è cambiato molto. C’è sempre la questione delle barriere architettoniche, mancano i pulmini con rampa e i noleggi di auto per andare dall’aeroporto all’albergo non esistono, se non qualcuno a prezzi eccessivi. Inoltre chi fa queste leggi spesso le fa sbagliate, purtroppo, perché non conosce davvero le esigenze dei disabili»

Damiano La Rocca

Il cuore, però, resta sempre in Sicilia. Dove, quest’anno, Damiano La Rocca ha dato il via a un nuovo progetto, AccesSicily, insieme al tour operator catanese Sicilying di cui è consulente. Un ritorno alle origini, anche professionali, dato che il progetto si rivolge ai turisti in carrozzina, settore che «avevo lasciato a malincuore» confida. «Abbiamo creato e stiamo continuando a creare l’offerta in Sicilia. Abbiamo lavorato tutto l’anno scorso per trovare gli alberghi, le escursioni, le attività che fossero accessibili secondo standard molto alti per tour operator europei e inglesi con cui io sono ancora in contatto e lo scorso dicembre abbiamo organizzato un “fam trip”, un viaggio di familiarizzazione al quale abbiamo invitato i tour operator più importanti di Inghilterra, Germania, Olanda, Spagna, Francia e Danimarca. Destinazione: Catania, Palermo e Siracusa, per il momento».

A Catania il tour classico prevede escursione sull’Etna, prova di immersione in barca con il papà di Damiano, degustazione di vino in qualche vigna, un giro alla fattoria Asilat «dove producono latte di asina e proteggono alcune specie siciliane in estinzione, tra cavalli, capre e galline: esperienza molto apprezzata». E, immancabile, una visita al Museo Tattile cittadino «che non si conosce molto, ma per me è il museo migliore in Europa» conclude La Rocca. «Tre piani di modelli in scala di tutti i monumenti più importanti di Catania, della Sicilia e del mondo. C’è una riproduzione di Piazza San Pietro che prende una stanza intera, fatta con dettagli fantastici. Rimangono tutti sempre molto stupiti dalla precisione dettagliata di queste riproduzioni».

UN CAMBIO DI MENTALITÀ. Agli inizi della sua avventura, La Rocca aveva deciso di mettere da parte i viaggi per turisti in carrozzina per le troppe criticità riscontrate al tempo in Sicilia. Anche se dopo quasi quindici anni, a suo dire, la situazione non è poi migliorata tanto.

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«Ad essere sincero, non è cambiato nulla» sospira Damiano. «Purtroppo c’è sempre la questione delle barriere architettoniche, in Italia in generale. La Sicilia, dal canto suo, ha tanti problemi soprattutto per i trasporti: c’è carenza di pulmini con rampa e i noleggi di auto per andare dall’aeroporto all’albergo non esistono, se non qualcuno a prezzi eccessivi. Quello che è cambiato, però, è la mentalità delle persone che ora sono più disposte a lavorare su un progetto del genere e a dedicare risorse. Gli alberghi si sono modernizzati o hanno comunque dato disponibilità a un dialogo per fare ulteriori modifiche se servono e ci sono fondi dedicati per lo sviluppo di questi progetti. Però non si vede ancora la persona con disabilità come un turista normale».

«Nonostante tutte le difficoltà, siamo riusciti comunque a creare delle esperienze che, a volte, hanno cambiato la vita di alcune persone. Una coppia di ragazzi non vedenti, che si è conosciuta nel 2014 in un viaggio di gruppo organizzato da me per una Onlus, quest’anno si è sposata ed è venuta a fare la luna di miele qui in Sicilia»

Damiano La Rocca

E c’è un altro problema, che riguarda la legislazione. Perché, sebbene ci sia stata un’evoluzione in tal senso, con una maggiore attenzione al tema della accessibilità, «spesso le strutture fanno il minimo indispensabile per passare le verifiche e rispettare le normative, e inoltre chi fa queste leggi spesso le fa sbagliate, purtroppo, perché non conosce davvero le esigenze dei disabili».

Anche per questo, ogni nuovo tassello che riesce ad aggiungere al progetto Seable è per Damiano un motivo di orgoglio. Soprattutto di fronte a esperienze di viaggio che rimangono indelebili per lui che le ha organizzate e per i suoi clienti che le hanno vissute.

«I primi viaggi in Sicilia sono stati quelli che mi hanno fatto decidere di dedicare la mia vita a questo» chiosa. «Nonostante le barriere architettoniche e mentali incontrate agli inizi, siamo riusciti comunque a creare delle esperienze che, a volte, hanno cambiato la vita di alcune persone, che hanno lasciato la casa o i genitori o il supporto per la prima volta. Una coppia di ragazzi non vedenti, che si è conosciuta nel 2014 in un viaggio di gruppo organizzato da me per una Onlus, quest’anno si è sposata ed è venuta a fare la luna di miele qui in Sicilia». Ed è una bella emozione. Un traguardo condiviso.



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