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Dai bancari di Bergamo l’allarme sul rischio per persone e posti di lavoro Giovanni Salvoldi è stato confermato segretario generale al terzo congresso della First Cisl di Bergamo. L’assise, che si è svolta presso il teatro Crespi del Villaggio Operaio di Crespi d’Adda, ha eletto anche la segreteria, composta da Rossella Iannone e Marialuisa Limonta.

Transizioni tecnologiche in corso, importanza della formazione, lo sviluppo del digitale e l’utilizzo dell’intelligenza artificiale, la desertificazione e la questione della Partecipazione, oggetto di una proposta di legge cislina incardinata nei prossimi lavori parlamentari, sono stati al centro del dibattito che è scaturito dalla relazione di Salvoldi.

“First Cisl – ha detto Salvoldi – vuole affrontare le transizioni come opportunità. Non spettatori, ma attori di un cambiamento che metta al centro le persone. Siamo consapevoli che la progressiva evoluzione del digitale nel settore è una sfida, non intendiamo comunque sottacere o prendere come un “dato di fatto” gli effetti determinati dalle scelte connesse a queste trasformazioni: scelte fatte da persone, che ricadono su altre persone. First Cisl Bergamo ha ribadito più volte che il progressivo abbandono dei territori che si realizza, da una parte con la chiusura degli sportelli e la riduzione degli addetti, dall’altra dallo spostamento dei centri decisionali che sono sempre più accentrati, rischiano di indebolire il ruolo sociale delle banche e la loro concreta vicinanza al territorio e alle persone”.

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Nel settore bancario, l’intelligenza artificiale è utilizzata in molteplici ambiti. Ad esempio, i chatbots alimentati da A.I. sono ormai comuni per rispondere a domande dei clienti, risolvendo rapidamente richieste comuni e migliorando l’esperienza dell’utente. L’A.I. viene anche impiegata nella rilevazione delle frodi, grazie alla sua capacità di analizzare grandi volumi di transazioni in tempo reale e identificare comportamenti sospetti. Inoltre, il machine learning aiuta nella
personalizzazione dei servizi bancari, come l’offerta di prodotti finanziari su misura per ogni cliente, basandosi sull’analisi dei dati e delle preferenze individuali.

“Questa non è solo teoria, queste sono cose concrete che impatteranno tantissimo sulla vita dell’impresa e direttamente sulla vita delle persone e il nostro compito è quello di vigilare e contribuire a definire normative sostenibili”.

L’intelligenza artificiale, in particolare, ha iniziato a svolgere un ruolo sempre più centrale nel settore bancario. Negli Usa le grandi banche potrebbero lasciare a casa 200mila dipendenti. In Italia la situazione è diversa anche per il modello di business. Secondo il Segretario generale First Riccardo Colombani, “esiste, per i lavoratori di banche, assicurazioni e attività finanziarie, un’alta esposizione all’intelligenza artificiale, ma anche una potenziale elevata complementarietà. I top manager devono far prevalere questo aspetto invece che puntare alla sostituzione del lavoro. Fondamentale che la formazione non venga concepita come un costo
d’esercizio ma rappresenti un investimento indispensabile nonché un diritto proprio di tutti i lavoratori”.

“Abbiamo davanti un cambiamento epocale – ha proseguito Salvoldi -, possiamo scegliere di vederne solo i rischi oppure di coglierne le opportunità: se da un lato la tecnologia può determinare o ampliare le disuguaglianze, la trasformazione può essere invece inclusiva se gestita attraverso politiche che assicurino la centralità di uomini e donne nel processo di trasformazione, sviluppando strumenti e funzioni di semplificazione, trasparenza e traduzione. Questo risponde a una logica
partecipativa di equità sociale ma a anche di crescita, in quanto l’inclusività determina prosperità”.

“Questi cambiamenti possono quindi essere l’occasione per una maggiore inclusività, per creare nuove professionalità e formazione continua, per una migliore gestione del welfare aziendale e della conciliazione dei tempi di vita-lavoro, per permettere una accesso al credito più diffuso che porti allo sviluppo del Sistema Paese riducendo i divari presenti da decenni e dando nuove opportunità ai nostri giovani”.

In tema di desertificazione bancaria, “più della metà del territorio provinciale rischia di rimanere sprovvisto di presidi bancari e oltre all’aumento dei comuni che non hanno più alcuno sportello bancario resta alto il numero dei comuni con un solo sportello e quindi a rischio di desertificazione assoluta. In più, – ha concluso il sindacalista bergamasco – oltre ad una generale contrazione del numero degli addetti nella rete commerciale, anche l’organico delle storiche sedi direzionali dei
grandi gruppi bancari presenti a Bergamo si sta lentamente riducendo e in parallelo si riscontra anche un crollo delle assunzioni in provincia”.

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