ha colpito anche nel Veronese

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#finsubito

Carta di credito con fido

Procedura celere

 


Dopo essere stato derubato di alcune sue costose apparecchiature, un idraulico le ha trovate in vendita sul web e così, nel gennaio 2023, ha preso il via l’indagine dei carabinieri di Rivegaro, in provincia di Piacenza, su una serie di furti di biciclette costose, attrezzi, carte di credito o bancomat, che hanno toccato anche il Veronese. 

Un’attività investigativa che vede 11 persone indagate, sottolineano i colleghi de IlPiacenza, 5 delle quali accusate di associazione per delinquere finalizzata a furti, ricettazione e uso indebito di carta di credito. Due di queste, dopo l’interrogatorio preventivo, sono state raggiunte da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere: si tratta di due italiani, M.T. e G.I.F. (ritenuto figura apicale della banda), difesti rispettivamente dagli avvocati Antonino Rossi e Alessanfro Righi, mentre uno del gruppo si trovava già ai domiciliari e un altro, un cittadino marocchino che le forze dell’ordine ritengono uno dei principali ricettatori del gruppo, risulta al momento irreperibile, ma su di lui non pendono misure cautelari. 

Gli altri, tra i quali sono presenti anche alcuni clienti, sono indagati a piede libero. 

LEGGE NORDIO E INDAGATO IRREPERIBILE – Tra le varie disposizioni, da quando è entrata la legge Nordio prevede l’interrogatorio preventivo. Questo istituto stabilisce l’obbligo di svolgere l’interrogatorio di garanzia prima dell’adozione del relativo provvedimento della restrizione della libertà personale chiesto dal pm e non dopo, come avveniva in precedenza. La persona viene dunque informata di essere indagata, nomina il proprio difensore e viene fissato l’interrogatorio con il giudice per le indagini preliminari che decide successivamente se applicare la misura richiesta dalla procura. Talvolta alcuni decidono di far perdere le proprie tracce e in questo caso, sapendo del procedimento perché notificato, il processo può avere luogo anche in assenza dell’imputato.

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L’INDAGINE – Il gruppo di malviventi, che alle spalle ha già diversi precedenti penali, è chiamato a rispondere di 41 capi di imputazione. Stando alla procura, il sodalizio sarebbe specializzato nel furto di costose bici, attrezzattura, carte di credito o bancomat, e anche di alcuni prosciutti, che sarebbero trovati a bordo di un furgone. La refurtiva sarebbe stata poi stoccata nei due garage scoperti dai carabinieri, per essere poi rivenduta dai ricettatori. Il valore dei colpi messo a segno potrebbe ammontare a più di 200 mila euro, mentre l’Arma è riuscita a restituire ai legittimi proprietari bici e materiale vario per circa 100 mila euro. 

Come accennato, un idraulico avrebbe riconosciuto i propri attrezzi in vendita online ed ha contattato i carabinieri di Rivergaro, che si sono poi presentati all’incontro che il truffatore aveva dato alla vittima del furto, il quale si era finto interessato all’acquisto. Sarebbe stato scoperto così il primo garage a Rivergaro, nel quale erano stoccati 49 elettroutensili e utensili edili di diverse marche: trapani, avvitatori, attrezzi di vario genere e una bicicletta da corsa, per un valore complessivo di circa 30 mila euro. Intuendo che dietro poteva celarsi un’attività criminale ben più strutturata, i militari piacentini hanno dato il via a indagini articolate con l’uso di intercettazioni ambientali e telefoniche, gps e telecamere, che avrebbero confermato i loro sospetti. 

Ciò che piano piano veniva alla luce avrebbe portato i militari a svelare l’organigramma del gruppo, che prevedeva varie mansioni, tra chi si occupava dei colpi, chi dei garage per nascodere la refurtiva, chi la ricettava e chi dava supporto logistico. Avrebbero svolto anche un’attività di spaccio di droga, relativamente marginale.

Per mettere le mani su costose biciclette di un valore compreso tra i 2 mila e i 18 mila euro l’una (varie marche nel mirino tra cui Scott, Specialized, Wilier, Trek, Pinarello), il sodalizio si sarebbe spostato in varie città d’Italia in occasione di gare ciclistiche, entrando in azione dopo aver controllato parcheggi e misure di sicurezza. Il modus operandi sarebbe stato quasi sempre lo stesso: mentre i ciclisti erano impegnati nella competizione, i ladri avrebbero forzato i mezzi parcheggiati per mettere le mani sulle bici di riserva, approfittando dell’occasione per mettere le mani anche su carte di credito e bancomat. Furti registrati a Desenzano del Garda, Novara, Cernobbio, Cuneo, Massa, Siena, Verona, Pistoia, Cremona, Vercelli, Orio Litta, Borghetto Lodigiano e non solo.

A loro carico anche l’accusa di due colpi ai danni di altrettanti negozio di bici di Castelsangiovanni, nel Piacentino, avvenuti tra il 21 e il 22 febbraio, dai quali era stata asportata merce per 28 mila e quasi 10 mila euro. 

Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Matteo Centini, avrebbero portato alla scoperta di un secondo magazzino a Piacenza, dove sarebbe stata presente refurtiva per un valore complessivo di 45 mila euro. 



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