Giovani che abbandonano la scuola, una mappa piacentina per monitorare il fenomeno

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Giovani che abbandonano la scuola, una mappa piacentina per monitorare il fenomeno e «costruire una collaborazione più forte contro la dispersione scolastica». Questo l’oggetto del protocollo d’intesa firmato da Ufficio scolastico di Piacenza, Provincia di Piacenza, comuni di Castel San Giovanni, Fiorenzuola d’Arda e Piacenza, Unione Montana Valli Trebbia e Luretta, Rete “Piacenza Orienta” e sede locale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.

UN MONITORAGGIO PER LA DISPERSIONE – L’obiettivo dell’accordo – scrive la Provincia – è avviare una sinergia interistituzionale per la realizzazione di un documento che fotografi e monitori annualmente la complessità e la composizione del sistema scolastico e formativo della provincia di Piacenza, con riferimento ai fenomeni della dispersione e dell’orientamento scolastici.

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«L’analisi – spiega l’ente – condurrà alla realizzazione di un documento, preparato partendo dai dati del sistema scolastico e formativo, dal titolo “Analisi sulla dispersione scolastica e formativa nella provincia di Piacenza”: scopo del documento sarà fornire uno strumento per far emergere le problematiche esistenti in tema di dispersione e riorientamento scolastici, al fine della successiva possibile definizione di strategie territoriali di promozione di azioni condivise. L’analisi verrà estesa al territorio provinciale piacentino, tenuto conto della presenza di istituti secondari di secondo grado e di centri di formazione professionale diffusi su tutto il territorio».

L’ACCORDO – Ad ogni partner il protocollo affida compiti specifici per la riuscita di quanto indicato dall’accordo: per assicurare l’avanzamento dell’iniziativa è stato previsto un gruppo di lavoro, formato dai referenti scientifici di ciascuna realtà aderente, chiamato a riunirsi con cadenza concordata (anche in modalità telematica).

Il gruppo di lavoro è coordinato dall’Ufficio Scolastico e dall’Università Cattolica, mentre la Provincia svolge il ruolo di co-coordinatore.

LA PRIMA RIUNIONE OPERATIVA – La prima riunione operativa tra i firmatari, che si è tenuta in forma mista martedì 11 febbraio in Provincia ed è stata dedicata all’impostazione del lavoro e alla definizione del cronoprogramma.

«La ricerca dei dati – osserva Nadia Pompini, consigliera provinciale con delega a Programmazione scolastica e diritto allo studio – è un’azione strategica perché consente di individuare diversi fattori legati alla dispersione scolastica e di avviare la costruzione di uno “storico” in grado di fotografare, di anno in anno, la situazione provinciale e di leggere al meglio i dati relativi all’abbandono e al riorientamento scolastico. Saranno interessanti anche statistiche più particolari, utili ad interpretare le possibili cause dell’insuccesso scolastico nel primo anno di Secondaria di II grado, in riferimento ad esempio all’offerta educativa presente sul territorio, all’influenza delle amicizie sulla scelta, agli interessi e alle inclinazioni degli studenti e delle studentesse, alle aspettative di genitori e degli insegnanti, alla distanza delle scuole dal territorio di provenienza e alla capillarità del trasporto pubblico locale. L’auspicio è che i dati elaborati possano raggiungere ogni scuola, al fine di accompagnare studenti e studentesse verso scelte più consapevoli e motivate».

«Il protocollo – per Elisabetta Ghiretti, dirigente del Liceo Respighi che è scuola capofila della Rete “Piacenza Orienta” – corona un percorso avviato a ottobre 2023, quando i dirigenti scolastici di Piacenza Orienta avevano evidenziato la mancanza di un sistema informativo relativo al sistema scolastico e formativo provinciale: un fenomeno non mappato “non esiste”, invece dimensionarlo garantisce elementi importanti anche al decisore politico. C’è poi la necessità sia di monitorare nel tempo i fenomeni sia di verificare l’effettiva efficacia degli interventi. Dal punto di vista di Piacenza Orienta, che ha da sempre una struttura corale, è importante avere un punto di riferimento comune: disporre di uno “storico” eviterà il ripetersi dell’assenza di dati che, nel passato, ha impedito ad esempio di attivare a Piacenza un professionale serale e che, nel presente, non consente di quantificare con esattezza il numero di ragazze impegnate in un percorso di studio di discipline STEM, scelta che è sostenuta da iniziative importanti come il progetto “Ragazze Digitali”».

«Questo protocollo – spiega il professor Pierpaolo Triani, docente dell’Università Cattolica – ha un valore sia simbolico sia pratico. Simbolico perché c’è un’alleanza per il successo formativo delle nuove generazioni, pratico perché – attraverso questo accordo – si inizierà ad avere un quadro dettagliato, e aggiornato nel tempo, della dispersione scolastica: nei prossimi anni i dati raccolti forniranno al territorio spunti di riflessione su evidenze concrete».

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