ESPLOSIVO: Perché l’Italia Ha Riportato Almasri Dalla Libia? Scopri il Motivo!


Il Caso di Osama Elmasry Njeem, noto come Almasri

Osama Elmasry Njeem, conosciuto anche come Almasri, è al centro di una complicata vicenda internazionale che ha scosso il panorama politico italiano. Questo personaggio, simbolo delle controversie legate alle decisioni spesso precipitose dello Stato italiano, è stato accusato di tortura e le sue azioni sono sotto indagine all’Aia. Recentemente, la situazione si è ulteriormente complicata a seguito della restituzione del miliziano, evento che ha innescato un dibattito politico che ha coinvolto figure di alto profilo come il presidente del Consiglio Meloni e altri membri del governo. Ibrahim Magdud, arabista e intellettuale libico, offre una prospettiva più approfondita e contestualizzata su Almasri.

Chi è Almasri?

Almasri è un miliziano che opera all’interno di una milizia di Tripoli e ha il compito di dirigere il campo di detenzione di Mitiga, situato vicino alla capitale libica.

Una struttura di detenzione

Effettivamente, il campo di detenzione di Mitiga funziona come una prigione, anche se formalmente non rientra nella giurisdizione del ministero della Giustizia libico, bensì sotto quella del ministero degli Interni, a differenza di quanto avviene in Italia.

Chi sono i detenuti di questa struttura?

La struttura ospita non solo migranti ma anche cittadini libici, detenuti per svariati crimini come il traffico di droga e atti di terrorismo. I migranti possono finire in questa struttura se entrati illegalmente nel paese, ma non vi sono persone in attesa di imbarcarsi per l’Europa.

Qual è il destino dei detenuti di Mitiga?

Il ministero dell’Interno si occupa di esaminare i casi dei detenuti e il procuratore decide sulle eventuali accuse. Se un reato viene confermato, il caso passa alla competenza del ministero della Giustizia. È stato riportato che Almasri opererebbe sotto l’egida della polizia giudiziaria, ma non è così. La ministra della Giustizia, Halima Abdel Rahman, ha richiesto indagini sulle violenze nei campi di detenzione.

Le gravi accuse contro Almasri

Le accuse contro Almasri sono emerse dalle testimonianze delle sue vittime libiche, che hanno portato il caso all’attenzione di numerose organizzazioni per i diritti umani operanti anche in Libia. Nonostante alcune fonti lo descrivano come un generale, Almasri non ha un ruolo di rilievo nelle decisioni politiche; il suo potere si limita al controllo interno del campo di detenzione, dove agisce con autonomia, paragonabile a quella dei torturatori di Abu Ghraib.

La posizione di Almasri e le reazioni italiane

La decisione dell’Italia di non consegnare Almasri alla Corte Penale Internazionale e di riportarlo in Libia con un volo di stato rimane avvolta nel mistero. Si ipotizza che l’Italia abbia agito così per prevenire possibili ritorsioni da parte della milizia Rada, molto influente e armata, che potrebbe impattare negativamente sulle attività italiane in Libia, inclusa l’Eni. Ciò dimostra il continuo e complesso rapporto tra Italia e Libia, un legame che ha visto anche in passato la restituzione di criminali al governo libico.

Implicazioni e copertura mediatica

La vicenda di Almasri non ha suscitato il dovuto interesse mediatico, essendo spesso rappresentato come un elemento isolato piuttosto che come parte di un problema più ampio. La stampa ha inoltre trascurato di menzionare che Almasri è un fervente tifoso della Juventus, dettaglio che umanizza in qualche modo la sua figura in un contesto altrimenti dominato da narrazioni di violenza e politica.

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