Ucraina, Trump, voglio equivalente 500 miliardi in terre rare di Kiev

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Donald Trump ha detto che vuole che in qualche modo l’Ucraina ripaghi gli aiuti americani, che a suo avviso ammontano a 300-350 miliardi contro i circa 100 europei. “Ho detto loro che voglio l’equivalente di 500 miliardi di dollari di terre rare, e hanno sostanzialmente accettato di farlo”, ha dichiarato in una intervista a Fox News. 

“Ho detto loro, dobbiamo ottenere qualcosa. Non possiamo continuare a pagare questi soldi“, ha aggiunto. 

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Le trattative a suon di comunicati
Intanto trattative, a suon di comunicati di seconde file dei vertici del potere, si stanno di fatto svolgendo, a tutti i livelli, anche se finchè non inizieranno veri e propri negoziati, si tratta di ballon d’essai, o di proclami o dichiarazioni d’intenti, che lasciano il tempo che trovano: ieri Volodymyr Zelensky si è detto “pronto a qualsiasi formato di dialogo” per riportare la pace nel suo Paese, ma a condizione che gli Usa e l’Europa diano “garanzie di sicurezza” che scongiurino nuovi attacchi russi in futuro. Una disponibilità dichiarata il giorno dopo che Donald Trump ha reso noto di aver parlato al telefono con Vladimir Putin e mentre Mosca ribadisce che ogni accordo deve escludere un ingresso di Kiev nella Nato, con il vice ministro degli Esteri russo, Sergey Ryabkov, che dichiara che Mosca continua a pretendere il controllo di quattro regioni ucraine solo in parte occupate dalle sue truppe.

Il dialogo tra Trump e Putin
Il Cremlino non ha né confermato né smentito il colloquio telefonico tra i presidenti americano e russo, ma due vice ministri degli Esteri di Mosca si sono incaricati di spegnere i facili entusiasmi per dire che le rispettive posizioni rimangono distanti. “I segnali” possono essere “importanti”, ha detto Serghei Ryabkov, ma la Russia non vede “alcun cambiamento” nella linea di Washington, la cui “assistenza a Kiev continua”. “E’ importante – gli ha fatto eco l’altro vice ministro, Mikhail Galuzin – che le parole siano sostenute da passi concreti che tengano in considerazione i legittimi interessi russi. Ma nessuna proposta specifica di questa natura è stata finora ricevuta”.

Le condizioni di Mosca: regioni ucraine e la Nato
Quali siano gli interessi che la Russia giudica “legittimi”, anzi, “vitali”, lo ha ricordato Ryabkov: “La proprietà incontestabile” delle regioni ucraine parzialmente occupate e ufficialmente annesse (Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson, oltre alla Crimea) e la garanzia che Kiev non entrerà nella Nato. Che l’Ucraina non abbia la forza per riconquistare militarmente la Crimea e le altre quattro regioni, Zelensky lo ha ammesso da tempo, lasciando intendere che un compromesso in termini territoriali è necessario. Quanto alla Nato, recentemente ha riconosciuto l’opposizione degli Usa e della Germania ad un ingresso del suo Paese. Resta dunque il nodo di quali altre garanzie di sicurezza degli alleati occidentali Kiev si possa fidare, dopo quelle ricevute nel 1994 in cambio della rinuncia all’arsenale nucleare ereditato dall’Urss, che hanno palesemente fallito il loro scopo.

Zelensky apre a “Qualsiasi forma di dialogo”
“Se avessi la consapevolezza che l’America e l’Europa non ci abbandoneranno, ci sosterranno e forniranno garanzie di sicurezza, sarei pronto a qualsiasi formato di dialogo”, ha assicurato Zelensky in un’intervista alla tv britannica Itv.

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Volodymyr Zelensky al telefono con il Primo Ministro australiano , 4 febbraio 2025 (Afp)

Volodymyr Zelensky arriva per deporre dei fiori durante una cerimonia a Kiev per commemorare il 107° anniversario della battaglia di Kruty contro l'Armata Rossa bolscevica.

Volodymyr Zelensky arriva per deporre dei fiori durante una cerimonia a Kiev per commemorare il 107° anniversario della battaglia di Kruty contro l’Armata Rossa bolscevica. (AFP)

Trump, ha aggiunto il presidente ucraino, “non ha bisogno solo di porre fine alla guerra, ha bisogno di agire in modo che Putin non abbia più alcuna possibilità di muoverci guerra”. E già questa “sarebbe una vittoria”.
Un appello rivolto dunque in primo luogo all’inquilino della Casa Bianca, iniziatore di un percorso diplomatico con cui Zelensky deve fare i conti, al punto da promettere a Trump contratti per lo sfruttamento delle terre rare e altre preziose riserve minerarie in cambio di una garanzia di protezione. 

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L’integrità territoriale dell’Ucraina
Una promessa, fa notare qualche commentatore a Mosca, in contraddizione con il fatto che gran parte di quelle riserve si trova nel Donbass, in territorio controllato dai russi. Questo non basta a mitigare il timore dell’Europa di essere esclusa dai giochi. “Ogni accordo di pace deve rispettare la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina”, ha affermato oggi la portavoce del Servizio di Azione Esterna della Commissione Europea, senza rispondere alla domanda se Washington abbia avvisato o meno l’Ue prima della telefonata.
 

Il fatto che Trump abbia reso pubblica la telefonata contravvenendo a una regola del protocollo diplomatico che impone un annuncio congiunto delle due parti interessate è un tentativo del tycoon di “avviare un dialogo il prima possibile” per arrivare a un cessate il fuoco in Ucraina, ha detto al quotidiano Vedomosti il politologo Dmitry Suslov, della Higher School of Economics di Mosca. Ma il Cremlino vuole di più, cioè “una revisione fondamentale della politica americana” verso la Russia.
 

La conferenza di sicurezza di Monaco
Gli occhi sono ora puntati sulla Conferenza di sicurezza di Monaco, in programma nel fine settimana, dove Zelensky incontrerà il vicepresidente americano JD Vance. Sarà presente anche il negoziatore nominato da Trump, Keith Kellogg, atteso a sua volta in Ucraina il 20 febbraio. Quest’ultimo aveva detto nei giorni scorsi che il piano Usa non sarebbe stato presentato a Monaco perché spetta al tycoon renderlo pubblico, e una fonte Nato ha confermato oggi che il piano “non è ancora pronto”. L’ex generale inviato di Trump, che sta intensificando in questi giorni i contatti diplomatici, ha fatto sapere di avere avuto tra gli altri un colloquio con l’ambasciatrice italiana negli Stati Uniti Mariangela Zappia “per discutere la cooperazione sugli sforzi per riportare la stabilità e la pace in Ucraina e nella regione”. 

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L’Italia è “un prezioso partner transatlantico”, ha aggiunto Kellogg sul suo profilo X. L’incontro, secondo quanto si è appreso, rientra in una ricognizione delle varie posizioni che l’ex generale sta facendo con alcuni dei principali Paesi europei: Kellogg ha già visto recentemente l’ambasciatore e il consigliere per la sicurezza nazionale britannici, Peter Mandelson e Jonathan Powell, i ministri degli Esteri baltici e il capo della diplomazia ceca. 

 

La diplomazia in qualche modo avanza. Ma le cose, come spesso accade in questi frangenti, verranno decise dai vertici, Trump, Zelensky, Putin. Da loro uscirà fuori, nel terzo anniversario del conflitto, una trattativa vera e forse, la fine delle ostitilità.
 

Trump e Putin

Trump e Putin (rainews.it)

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