BARI – La decima edizione di PhEST, il festival internazionale di fotografia e arte, si prepara a trasformare Monopoli in un vero e proprio museo a cielo aperto. L’annuncio è arrivato direttamente dalla BIT di Milano, nello stand della Regione Puglia, con una grande novità: il festival durerà tre mesi anziché due, dal dall’8 agosto al 16 novembre.
Ad inaugurare il decennale di PhEST sarà un ospite di rilievo: Martin Parr, fotografo britannico di fama mondiale, noto per il suo stile ironico e dissacrante, presenterà una mostra personale e parteciperà a un talk aperto al pubblico. Un evento imperdibile per appassionati e curiosi, che potranno ammirare da vicino il lavoro di uno dei grandi maestri della fotografia contemporanea.
Un festival che cresce e si rinnova
Come ogni anno, PhEST – See Beyond the Sea porterà a Monopoli alcuni dei più importanti artisti della scena internazionale. Il festival è prodotto dall’associazione culturale PhEST, con il supporto di Regione Puglia, Pugliapromozione, Puglia Culture e Comune di Monopoli, oltre alla collaborazione dell’Università di Bari Aldo Moro.
“La Puglia celebra con orgoglio dieci anni di PhEST, un festival che ha saputo imporsi nel panorama culturale internazionale” ha dichiarato Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia. “L’annuncio di Martin Parr come primo ospite e l’ampliamento della durata dell’evento sono la conferma di un festival sempre più prestigioso e capace di valorizzare il territorio”.
Anche il sindaco di Monopoli, Angelo Annese, ha sottolineato l’importanza dell’evento: “Per la città, PhEST rappresenta una straordinaria occasione di crescita culturale e turistica. Questa edizione speciale, con la presenza di Martin Parr, renderà il nostro centro storico ancora più vivo e attrattivo”.
Un decennio di arte e cultura
L’edizione 2025 vedrà ancora una volta la guida della direttrice organizzativa Cinzia Negherbon, del direttore artistico Giovanni Troilo, della curatrice fotografica Arianna Rinaldo e del curatore per l’arte contemporanea Roberto Lacarbonara. Nei prossimi giorni verrà annunciato il tema del festival e l’apertura della quinta edizione di PhEST Pop Up Open Call, in collaborazione con LensCulture.
A sottolineare il valore del festival è anche il rettore dell’Università di Bari, Stefano Bronzini: “PhEST è un viaggio attraverso la fotografia che ci insegna a guardare il mondo con occhi nuovi. Sostenere questa iniziativa significa educare alla bellezza e alla cultura”.
Un’edizione che segna un traguardo importante e che si preannuncia ricca di sorprese, con la fotografia protagonista assoluta nel cuore di Monopoli.
A proposito di Parr
Thomas Weski, uno dei più importanti e prominenti curatori e scrittori di fotografia in Germania, di lui dice: A prima vista, le sue fotografie sembrano esagerate o addirittura grottesche. I soggetti che sceglie sono strani, i colori sono sgargianti e le prospettive sono insolite. Il termine che Parr usa per descrivere l’enorme potere delle immagini pubblicate è “propaganda”. Lui contrasta questa propaganda con le proprie armi scelte: critica, seduzione e umorismo. Di conseguenza, le sue fotografie sono originali e divertenti, accessibili e comprensibili. Ma allo stesso tempo ci mostrano in modo penetrante come viviamo, come ci presentiamo agli altri e cosa consideriamo importante. Il tempo libero, il consumo e la comunicazione sono i concetti che questo fotografo britannico esplora da diversi decenni nei suoi viaggi in tutto il mondo. In questo processo, esamina le caratteristiche nazionali e i fenomeni internazionali per capire quanto siano validi come simboli che aiuteranno le future generazioni a comprendere le nostre peculiarità culturali.
Parr ci permette di vedere cose che ci sono sembrate familiari in un modo completamente nuovo. In questo modo crea la sua immagine della società, che ci consente di combinare un’analisi dei segni visibili della globalizzazione con esperienze visive insolite. Nelle sue foto, Parr accosta immagini specifiche a immagini universali senza risolvere le contraddizioni. Le caratteristiche individuali sono accettate e le eccentricità sono apprezzate. I temi che Parr seleziona e il suo trattamento inimitabile li rendono un fotografo che crea ampie serie. Parte della sua strategia insolita è quella di presentare e pubblicare le stesse foto nel contesto della fotografia d’arte, in mostre e in libri d’arte, così come nei settori correlati della pubblicità e del giornalismo. In questo modo, supera la tradizionale separazione dei diversi tipi di fotografia. Grazie a questo approccio integrativo, nonché al suo stile e alla sua scelta dei temi, è da tempo un modello per la giovane generazione di fotografi.
Martin Parr sensibilizza il nostro subconscio – e una volta che abbiamo visto le sue fotografie, continuiamo a scoprire queste immagini ripetutamente nelle nostre vite quotidiane e a riconoscerci in esse. L’umorismo in queste fotografie ci fa ridere di noi stessi, con un senso di riconoscimento e liberazione.
BIO MARTIN PARR
Martin Parr è uno dei fotografi documentaristi più conosciuti della sua generazione. Con oltre 100 libri pubblicati e altri 30 curati da lui, il suo lascito fotografico è già consolidato. Parr è anche curatore e redattore. Ha curato due festival di fotografia, Arles nel 2004 e il Brighton Biennial nel 2010. Più recentemente, ha curato la mostra Strange and Familiar al Barbican. Parr è membro dell’agenzia Magnum dal 1994 e ne è stato Presidente dal 2013 al 2017. Nel 2013 è stato nominato professore di fotografia all’Università di Ulster.
Il lavoro di Parr è stato raccolto da molti dei principali musei, tra cui la Tate, il Pompidou e il Museum of Modern Art di New York. Martin Parr ha fondato la Martin Parr Foundation nel 2017. Nel 2019, la National Portrait Gallery di Londra ha ospitato una grande mostra sul lavoro di Parr intitolata Only Human.
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