La meritocrazia in Italia continua a essere un tabù. Lo evidenzia il report “Meritometro 2024”, presentato durante l’ottava edizione della Giornata nazionale del Merito, l’appuntamento annuale del forum della Meritocrazia in collaborazione con Deloitte, tenutasi il 6 febbraio a Milano, dal titolo “Merito, fattore chiave di attrattività”.
Dai risultati emerge che il Paese si colloca nuovamente all’ultimo posto tra i 12 Paesi europei analizzati, con un punteggio del 27%, ben 39 punti percentuali sotto la Finlandia, leader del ranking con il 66%. Questo dato riflette una persistente difficoltà nell’attrarre e trattenere capitale umano qualificato, problema accentuato da una mobilità sociale stagnante e da una burocrazia che ostacola l’innovazione e il riconoscimento delle competenze.
Meritometro 2024, classifica completa
La classifica integrale dell’ottava edizione del Rettitometro è la seguente:
- Finlandia:
- Svezia
- Danimarca
- Norvegia
- Paesi Bassi
- Germania
- Regno Unito
- Austria
- Francia
- Polonia
- Spagna
- Italia
Perché l’Italia fatica a valorizzare il merito?
Secondo il report, i maggiori deficit si registrano nei pilastri “libertà”, “regole”, “trasparenza” e “attrattività per i talenti”, mentre si osservano solo lievi miglioramenti su “pari opportunità” e “qualità del sistema educativo”. L’Italia ha registrato un avanzamento di appena 0,66 punti percentuali rispetto alla rilevazione precedente, e una crescita media annua di 0,5 punti dal 2015 al 2024, segnale di un immobilismo preoccupante.
Già il Rapporto Plus 2022 dell’Inapp aveva lanciato l’allarme: in Italia, il figlio di un padre laureato ha oltre il doppio di possibilità di laurearsi rispetto al figlio di un diplomato e oltre il triplo delle possibilità rispetto al figlio di chi ha conseguito la terza media. Più esattamente, nella fascia d’età 30-39 anni (la più giovane tra quelle considerate) la probabilità di laurearsi per il figlio di un laureato è del 61% contro il 30% del figlio di un diplomato, e il 18% di chi ha il padre con al massimo la licenza media.
Maria Cristina Origlia, presidente del Forum della Meritocrazia, ha sottolineato la necessità di un profondo cambiamento: “Il Genius loci in Italia non manca. Il problema è che abbiamo un sistema generale che non riesce a valorizzare le persone e a investire attraverso la formazione. E a riconoscere il merito di coloro che investono nello studio e si impegnano da un punto di vista professionale”. Per Origlia bisogna “Rendere più attrattivo il nostro Paese, i nostri ecosistemi territoriali e le nostre aziende con policy che devono essere integrate e con una evoluzione della governance delle aziende che diventando più meritocratiche possano diventare più attrattive per italiani e stranieri. Il punto è favorire la circolarità dei talenti”. Senza interventi strutturali, il rischio è che i talenti continuino a cercare opportunità all’estero, impoverendo ulteriormente il tessuto economico e sociale del Paese già appesantito dalla crisi demografica.
Un problema che riguarda anche le aziende
Se da un lato le istituzioni devono creare un contesto favorevole, dall’altro anche le aziende hanno un ruolo chiave nella promozione della meritocrazia. Valeria Brambilla, amministratore delegato di Deloitte & Touche, ha evidenziato la necessità di creare un ambiente lavorativo più inclusivo e stimolante: “Le competenze in Italia esistono, il compito nostro è di valorizzarle, investire nella formazione dei nuovi ragazzi. Una formazione sia in aula sia al lavoro. E soprattutto la valorizzazione passa da premiare il merito e da un concetto di meritocrazia come fattore chiave per la crescita delle persone e della società che investe nelle persone”.
Per molte imprese italiane, tuttavia, la meritocrazia rimane più un concetto astratto che una realtà concreta. Ancora troppo spesso, avanzamenti di carriera e opportunità professionali sono legati all’anzianità di servizio piuttosto che ai risultati ottenuti. Questo frena l’innovazione e riduce la competitività delle aziende italiane rispetto a quelle di altri Paesi europei.
Come invertire la rotta?
Secondo il Forum della Meritocrazia, servono politiche integrate a livello territoriale e aziendale per creare un ambiente che favorisca la crescita del talento. La proposta include:
- Riforme per ridurre la burocrazia e semplificare l’accesso al mercato del lavoro;
- Un sistema di valutazione più trasparente che premi il merito e le competenze reali;
- Un rafforzamento della formazione e dell’orientamento professionale, in linea con le esigenze del mercato del lavoro;
- Una governance aziendale più attenta al talento, con politiche che incentivino l’innovazione e la crescita interna.
“Dobbiamo rendere il nostro Paese, i nostri ecosistemi territoriali e le nostre aziende più attrattive, con policy integrate e una governance che favorisca la circolarità dei talenti”, ha affermato Origlia. Un cambiamento che, se attuato in modo efficace, potrebbe aumentare la competitività italiana e ridurre il fenomeno della fuga dei cervelli. Dal 2011 al 2023, circa 550 mila italiani tra i 18 e i 34 anni hanno deciso di lasciare il Paese per stabilirsi all’estero. Questo numero resta allarmante anche se corretto per i rientri (fuga dei cervelli attestata a 377 mila individui). Il Rapporto “I giovani e la scelta di trasferirsi all’estero”, realizzato dalla Fondazione Nord Est, stima una perdita stimata in 134 miliardi di euro di capitale umano negli ultimi tredici anni evidenziando un problema strutturale che è conseguenza e causa di molti problemi macroeconomici nostrani.
Merito e Italia, un rapporto difficile
In Italia, diversi fattori contribuiscono alla persistente mancanza di meritocrazia, come evidenziato dal “Meritometro”. Oltre all’eccessiva burocrazia, che ostacola l’attrazione di capitale umano qualificato e limita la mobilità sociale, c’è anche un substrato culturale che penalizza la valorizzazione del merito e delle competenze, favorendo meccanismi di promozione sociale basati sull’appartenenza e sulle relazioni. Il nepotismo è diffuso in vari settori, incluso il mondo accademico.
A ciò si aggiungono gli scarsi investimenti nell’istruzione, con l’Italia che presenta uno dei livelli più bassi di spesa pubblica per l’istruzione in Europa. La situazione genera un circolo vizioso per cui vi è una generale sfiducia nel sistema del merito, che porta sempre più giovani a desistere dai propri intenti o ad accontentarsi dei risultati ottenuti.
La scarsa meritocrazia ha un impatto significativo sull’Italia. Molti giovani italiani scelgono di lasciare il Paese in cerca di migliori opportunità e una maggiore valorizzazione delle proprie conoscenze. Questo fenomeno contribuisce alla crisi demografica che a sua volta innesca un circolo vizioso, come largamente analizzato sulle pagine di Demografica.
La mancanza di meritocrazia è trasversale: riguarda il privato, ma anche la cosa pubblica finendo non solo per rallentare la crescita economica, ma anche per aumentare il debito pubblico del Paese a causa delle scarse competenze nei ruoli decisionali. Gli indicatori strutturali mostrano che l’Italia è in ritardo nelle classifiche internazionali relative alla crescita anche perché i tentativi di riformare l’economia italiana spesso non sono socialmente accettati (e quindi non sono appetibili da un punto di vista politico ed elettorale). L’eccessiva dipendenza dagli incentivi del bilancio pubblico può essere controproducente se distrae dal concentrarsi sul capitale umano e sulla competitività.
Il ruolo del Forum della Meritocrazia
Fondato nel 2011, il Forum della Meritocrazia è la prima associazione italiana dedicata alla promozione del merito in modo sistemico. Indipendente e apartitico, collabora con istituzioni e aziende per diffondere le migliori pratiche a livello nazionale e internazionale.
Tra i suoi strumenti principali ci sono il Meritometro, sviluppato con l’Università Cattolica, che dal 2015 misura il livello di meritocrazia nei Paesi europei; e il Meritorg, un sistema che valuta il merito nelle organizzazioni, aiutando le aziende a migliorare la propria governance.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link