Il restauro del Duomo è strutturale. Ecco le specifiche tecniche

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Sconto crediti fiscali

Finanziamenti e contributi

 


Questa mattina il progetto di restauro del Duomo di Catanzaro è uscito dalle nebbie burocratiche, che per quanto spesse sono necessarie, per offrire squarci di adeguata visibilità a una cittadinanza che, nella parte più avveduta ne chiedeva, e ne chiede, conto e ragione. Della conferenza stampa svolta in arcivescovato, dei partecipanti, delle linee generali di intervento, dei finanziamenti e dei tempi di esecuzione abbiamo già detto in latra parte de giornale.

Rimaneva da scandagliare un po’ più da vicino le anticipazioni tecniche dell’intervento che sono state sintetizzate in particolare dai tre interventi successivi della soprintendete Apac Stefania Argento che da architetto è anche direttrice dei lavori, dell’architetto Giancarlo Battista dello studio omonimo basato a Napoli che si è aggiudicato il servizio progettuale, e dell’ingegnere strutturista Andrea Giannantoni spesso partner dello studio Battista in importanti interventi insieme restaurativi e strutturali in Italia e non solo.

Finanziamenti personali e aziendali

Prestiti immediati

 

Stefania Argenti

L’architetto Stefania Argenti: Le “alternative progettuali”
Argenti ha dato ragione della complessità dell’intervento, non solo dal punto di vista amministrativo., ma anche solo per capire la “patologia” del costruito. “Tutto è partito dalla best practice operata dal Segretariato del Mic per la Calabria che appena chiusa la Cattedrale ha avviato una campagna di indagini diagnostiche molto imponenti. A questa dal gruppo di progettazione è stato associato uno studio storico critico eccezionale che ha ricostruito la storia appassionante e coinvolgente di questo edificio che esporremo in un convegno scientifico, ritenendo che progetto e cantiere siano una pratica da fare rientrare nella letteratura tecnica specialistica.

A valle di questa campagna diagnostica e avviata la progettazione che si pensava dovesse essere limitata alla parte ammalorata, ci siamo resi conto che il male non era contingentato a una sola parte”. Da qui l’esigenza di ampliare la progettazione, recuperare ulteriori finanziamenti, riunire le competenze dei due enti appaltanti, come si è già spiegato.

“L’intervento – ha continuato Argenti – si rendeva necessariamente più invasivo perché erano stati fatti dei passaggi sbagliati nel dimensionare le parti e per di più eseguiti con materiali scadenti. Ciò significa che l’edifico sotto verifica sismica non tiene, ovvero che la nostra Cattedrale per come è oggi è una bomba a orologeria. Per la prima volta si è elaborato un documento di ‘alternativa progettuale’ in cui è stato molto utile la consulenza dell’arcivescovo Maniago come ‘progettista autoriale’. Abbiamo scelto tra due soluzioni scientificamente corrette. Lo studio Battista ha elaborato due percorsi ambedue fondati: proporre una spazialità molto simile a quella attuale, o valutare la possibilità di ripartire dal fatidico giorno del bombardamento 1943. Ci ha convinto l’ipotesi della ripartenza, di un ambiente voltato che spinge i fedeli verso l’altare”.

Da tutti gli studi e gli incartamenti originali il Duomo consegnato nel ’60 “era il frutto di una grande incomprensione tra il progettista e il suo allievo che era direttore dei lavori, per cui il progetto originale non è stato eseguito, e il risultato è stato un ibrido dalle sproporzioni tali che disorienta, perché la spinta verso l’alto non è commisurata alla prospettiva verso l’altare. La scelta liturgica è stata quella corretta e pienamente condivisa da me e da tutti, ed è stato molto bella condividerla. Ecco perché è stato un percorso virtuoso e condiviso anche con il clero. Abbiamo scelto di riproporre questa spazialità, non il com’era, ma la spazialità originaria, con una tecnologia moderna, leggera e potenzialmente reversibile cha sarà compito dell’architetto Battista e dell’ingegnere Giannantoni illustrarci in pillole”.

Giancarlo Battista
Duomo progetto

L’architetto Giancarlo Battista: “la sconfinata convinzione dell’ingegneria di sopperire alla qualità architettonica”
“Sul caso Catanzaro – ha relazionato Battista – abbiamo svolto una approfondita ricerca d’archivio. L’ingegnere Vincenzo Fasolo, anche presidente dell’Accademia di San Luca, era persona di spessore, un’autorità del restauro nel periodo, che si è trovato nel mezzo del maggiore credito del cemento armato che si riteneva fosse la panacea per la soluzione di problemi strutturali come nel caso della Cattedrale, bombardata e ridotta all’osso. Una Cattedrale – e qui Battista ne mostra una foto prima delle bombe del ’43 –con un massiccio campanile sul lato sinistro della facciata principale e una configurazione molto più equilibrata di quanto non sia adesso, quando si nota la sproporzione di alcuni elementi, dal campanile alla cupola principale che presentano delle forme che sono più celebrazione del progettista che ricerca di equilibrio del complesso architettonico”.

Il progetto di Fasolo, corredato anche da una serie di disegni apprezzabili, “un po’ futuristi e un po’piranesiani”, pur con delle superfetazioni che solo l’utilizzo del cemento armato poteva sostenere, fu poi eseguito dal suo allievo locale architetto Franco Domestico. “Domestico, che un po’ l’ha interpretato – ha sostenuto Battista – un po’ la coperta si era ristretta, si è lasciato prendere la mano e il frutto lo vediamo nella Cattedrale chiusa. La chiesa sorge su un’antica preesistenza, ci sono tracce ancora visibili di una fase pre-aragonese di costruzione. A basilica bombardata, la ricostruzione ha impiegato molto materiale raccolto a terra. All’interno dei grossi pilastri ci sono ancora reperti alto medievali che sono stati inseriti nella loro compattezza strutturale. Nella ricerca effettuata c’è tutta la patologia” , dettata in fondo, secondo Battista, dalla sconfinata convinzione che l’ingegneria debba sopperire alla qualità architettonica: “con solai di cemento armato che sfondellando hanno già avuto dei crolli parziali, con alcuni elementi come la raccolta delle acque che normalmente comporta gronde pluviali visibili, e Domestico pensò di realizzarle a scomparsa, cosa che, in mancanza di manutenzione ha comportato che l’acqua trasudasse all’interno in particolare nei pilastri che hanno creato anche distacchi delle pareti interne. Anche per quanto riguarda i rivestimenti lapidei, ci si rifà a un campionario di fiera dei marmi più pregiati di quel periodo, messi anche un po’ in disordine rispetto al contesto”.

L’ipotesi restaurativa comporta una “riduzione delle altezze sia per quanto riguarda la cupola sia per quanto riguarda la quota delle finestre esistenti sulla facciata laterale con chiusura dei matronei sulla navata centrale e anche sulla torre campanaria. Abbastanza semplice la vista interna nella quale vengono riproposti gli elementi dei canoni dell’architettura, che erano di Leon Battista Alberti, e noi riteniamo di dover riproporre modelli attestati senza troppi protagonismi. Nella resa grafica le immagini appaiono troppo bianche ma sono i rendering che tendono a dare l’effetto. Ma a noi interessa particolarmente la riproposizione di un arco trionfale adeguato, di una cupola che sia proporzionata al resto della chiesa, di una copertura a volta. L’altezza delle finestre sulla navata centrale sarà abbassata, quanto basta per mantenere i giusti apporti di luce naturale”. E’ il punto in cui interviene l’ingegnere Giannantoni.

Andrea Giannantoni
Duomo progetto

L’ingegnere Andrea Giannantoni: “Calare le masse, alleggerire i carichi”
Ci troviamo difronte a “un’operazione di restauro strutturale, intendendosi con il termine un approccio ingegneristico sulle deficienze statiche”. Questo l’esordio perentorio dell’ingegnere, che ha così proseguito: “sempre più frequentemente ci troviamo a restaurare edifici già restaurati, anzi sempre più frequentemente perché c’è stato un periodo storico che non tanto per errore umano, ma per inconsapevolezza figlia dei tempi, sono state utilizzati tecniche e materiali che hanno messo in crisi delle strutture esistenti mettendole in sofferenza in abbinamento con fenomeni accelerato di degrado.

Conto e carta

difficile da pignorare

 

L’uso del cemento armato non è da demonizzare a priori, ma in generale la carena di manutenzione ha effetti molto più incisiva su strutture in cemento armato che su una struttura in muratura. Questo mette in crisi le strutture, mette in crisi sia la parte sostituita sia la parte su cui questa si appoggia. È proprio il caso della Cattedrale di Catanzaro che è chiusa proprio perché è pericolosa. È in pericolo statico, non sismico. Siamo in una terra tra le più pericolose dal punto di vista sismico, cosa da tenere in debito conto. Ma innanzitutto è obbligo garantire la stabilità statica che oggi non c’è. Molto opportunamente la chiesa è stata chiusa”.

Ciò ha dettato il lessico fondamentale dell’intervento: “calare le masse, alleggerire i carichi. Questa operazione di ricostruzione architettonica è tornata molto utile anche dal punto di vista strutturale. Sostanzialmente abbiamo tolto le strutture in cemento armato riducendole. Noi utilizzeremo la tecnica del mattone e del ferro, sostanzialmente andremo a rimurare murature di mattone, e ricreare telai in metallo con enorme diminuzione di massa, decine e decine di tonnellate di peso in meno, e rigidezze molto più compatibili con la struttura che li ospita. Certamente c’è anche la necessità di andare a consolidare le strutture superstiti, i pilastri in particolare, ce ne sono alcuni che sono ancora gli originali altri che sono una sorta di clone, un agglomerato di una struttura in muratura preesistente, una struttura in muratura ricostituita con un inserto in cemento armato. Quelli più complicati verranno consolidati con una tecnica particolare che prevede utilizzo di acciaio, di malta e di muratura.”. Ancora:” I cordoli sommitali, per esempio, che attualmente sono cavi enormi in cemento armato, sono sostituiti da sottilissime travi in muratura, quasi un ossimoro, oggi è possibile farlo, inserendo semplicemente nella malta fibra di vetro, di carbonio e altro, togliamo qualcosa che pesa 6 -7 quintali per metro lineare con qualcosa che pesa 30 40 chili. Alcune strutture in cemento armato non saranno estratte ma consolidate, altre vengono ricostruite in acciaio. Le volte saranno molto leggere, fatte con esilissima struttura in acciaio, e del gesso con supporto di una rete in alluminio per creare la configurazione di una volta. La cupola viene totalmente sostituita togliendo il cemento armato e sostituendolo con l’acciaio. Allo stesso modo sarà curato il restauro del campanile che prevede una riconfigurazione geometrica e la sovrapposizione non più in cemento armato ma in metallo e in muratura”. Vasto programma. Non per nulla, Andrea Giannantoni, docente all’Università di Ferrara, ha terminato con il più classico degli auguri: “L’impresa sarà difficile dal punto di vista tecnico. Per cui bocca al lupo a tutti”. E si salvi anche il lupo.





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Richiedi prestito online

Procedura celere