Il nucleare è una scelta giusta e sostenibile

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Negli ultimi anni, l’Italia è chiamata ad affrontare una importante fase di transizione. Il conflitto in Ucraina ha messo in evidenza la necessità di una politica energetica comunitaria, il dibattito sul nucleare e sulle fonti alternative continua a dividere l’opinione pubblica e politica. L’ex segretario della Cisl Raffaele Bonanni ha parlato a Beemagazine dell’importanza della politica energetica, delle alternative ai fossili, dell’offerta di Mps a Mediobanca, della presidente del Consiglio e della legge di bilancio.

Aumentano i costi dell’energia, quali potrebbero essere le soluzioni a fronte del proseguimento del conflitto in Ucraina?

L’Europa deve darsi una politica unica di approvvigionamento perché, nel gioco dell’economia di scala, questo avvantaggia l’acquirente. L’Ue ha agito per far fronte all’emergenza energetica ma la gestione univoca non è ancora arrivata, l’Italia soffre maggiormente i costi. Noi una politica energetica purtroppo non l’abbiamo mai avuta, dagli anni ‘30 agli anni ‘60 abbiamo costruito un patrimonio energetico ma da allora e dalla soppressione del nucleare non abbiamo più avuto una politica energetica.

Il risultato? Siamo sottoposti a costi altissimi. Il gas ci viene fatto pagare a carissimo prezzo, l’unico rimedio è agire in senso europeo per avere un unico acquirente. Si potrebbe anche ragionare su nuove perforazioni, il versante Adriatico e Tirrenico potrebbero essere ottime per la ricerca di energia anche idrogeno puro… ma ci sono state politiche vergognose a riguardo.

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Da tempo si è tornati a parlare di nucleare, può essere applicabile al nostro territorio? O richiederebbe troppi anni?

Ci vorranno anche tanti anni ma questo lungo periodo potrebbe essere ridotto. Secondo i tempi italiani, si potrebbe essere più veloci e realizzare tutto in quindici anni. Sarà necessario però fare gestioni straordinarie, quando c’è un’emergenza è necessario: questo è un sistema che aiuta. Il dibattito sul nucleare al momento sembra quasi fermo. In Italia è stata portata avanti una forte campagna contro il nucleare. Esiste purtroppo chi insiste su soluzioni demenziali che non fanno altro che far proseguire il consumo di energia fossile con conseguenze sulle emissioni. Quella nucleare è una scelta di autonomia, la più limpida e la più conveniente sul piano ambientale.

Esistono anche impianti nucleari più piccoli, come quelli che usano le big tech per l’intelligenza artificiale. Noi potremmo accedere in parte a un sistema del genere che si presta anche per una più soluzioni: questo tipo di piccoli impianti possono anche essere usati per diverse funzioni. Sarà necessario muoversi, informare molto e lavorare sull’opinione pubblica. I giovani italiani in grande parte si dicono favorevoli al nucleare.

È pensabile un ritorno al gas russo laddove il conflitto in Ucraina termini?
Raffaele Bonanni – Licenza creative commons

Il gas russo è tossico per più motivi. Mosca non si è dimostrata un partner commerciale normale, quella che portano avanti i russi è una vera e propria guerra ibrida. In passato abbiamo commerciato molto con l’Algeria, qualcuno dovrebbe chiedersi perché  il chiodo russo ha scacciato quello algerino.

Questo è avvenuto perché i russi conoscono più sistemi e hanno un apparato commerciale e militare riuscendo ad avere influenza su di noi, anche sulla guerra nell’Est Europa. Si spieghi dunque perché si costruisce la conduttura dall’Azerbaigian che arriva fino al tacco della Puglia.

Chissà per quale motivo si usava un gas e non l’altro? Nel mercato internazionale per non soggiacere, devi avere più approvvigionamento. E’ stato fatto di tutto invece contro la sicurezza commerciale e energetica, questo è un argomento che si sposa con il nucleare.

Tre anni fa, quando scoppiava la guerra in Ucraina, andavano avanti campagne di elogio del gas russo dicendo che l’Italia avrebbe sofferto. È bastata un lavoro di pochi mesi per l’Algeria funzionante, si è lavorato con l’Azerbaigian e ora abbiamo da Qatar e Usa il gas liquido grazie ai rigassificatori. Dobbiamo ragionare sull’affrancamento dall’energia fossile e per la sicurezza, nonostante le tante campagne a favore dei fossili.

 

Segnali positivi per l’economia italiana arrivano dal settore bancario: Mps ha presentato un’offerta per Mediobanca. Al di là degli esiti, come va interpretata questa trattativa?

Certamente, il Mps ha avuto un percorso che ha portato a una ripresa. Ora si ripresenta con l’ambizione di fare da terzo polo, questo è un bene per l’Italia al di là dell’offerta rifiutata. È importante che ci sia un terzo polo, avere poli creditizi italiani in ambito europeo e mondiale è fortemente positivo per la nostra economia.

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Questo è importante soprattutto per famiglie e imprese. Con l’unificazione si ottengono risultati positivi, così si riesce a restare nel mercato. L’Italia ha un’ottima tradizione di banche e mi auguro che quanto meno la mantenga, si tratta di una tradizione millenaria, Mps viene da questo “mondo”. Nell’agone competitivo mondiale ci si rimane se riesci a competere con altri colossi. Questo, ribadisco, è un segnale positivo al di là della risposta di Mediobanca Premier che credo sarà spiegata meglio in futuro.

Dopo la legge finanziaria diverse questioni sembrano restare irrisolte: tpl, pensioni, istruzione e automotive sono solo alcuni dei settori in crisi. Saranno queste le sfide economiche del governo Meloni per il 2025?

Viviamo una condizione difficile: il Pil non cresce come dovrebbe, se non avessimo avuto il Pnrr saremmo in recessione. Meloni ha fatto un’operazione quasi tutta sulla parte fiscale che riguarda i lavoratori, l’unica cosa che si poteva fare. Ci sono diversi settori che si lamentano della finanziaria. Per quanto riguarda il trasporto pubblico locale, è necessario affrontare con serietà alcune condizioni che riguardano il settore. Vanno ridefinite alcune condizioni altrimenti si rischia di non risolvere nulla.

Prima di parlare delle pensioni è necessario dire che all’interno dell’Inps non si fa più distinzione tra versamenti e chi ha versato. È necessario trovare delle alternative per quanto riguarda la previdenza sociale rispetto al passato.

E per quanto riguarda istruzione e automotive?

 L’istruzione, dal canto suo, si appresta a vivere la rivoluzione del post digitale con l’intelligenza artificiale. Sarà necessario cercare di preparare il personale e fare nuove assunzioni. Ritengo che la scuola e la sanità siano le questioni più importanti per un Paese civile, bisogna saper andare oltre l’acquisto delle attrezzature promuovendo il miglioramento del personale.

Bisogna capire qual è la scuola di oggi. L’innovazione arriva anche grazie a chi la vive. Infine sull’automotive: va sostenuto ma bisogna anche cercare di prestare attenzione alla logistica, durante la discussione tra Stellantis e governo ritenevo che fosse necessario un piano industriale ricordando l’importanza dell’Italia in Europa e nel mondo. Il piano industriale si fa su tanti aspetti, sennò rischiamo di limitarci a erogare fondi alle imprese senza risolvere nulla.

 

Francesco Fatone Giornalista

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