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Non hanno intenzione di aspettare con le mani in mano che le promesse si concretizzino in fatti. Così, i lavoratori e i familiari dei pazienti ospiti della Rsa Don Mottola Medical Center di Drapia hanno deciso di trasferire la loro protesta dinanzi alla sede della Regione Calabria, dove domani mercoledì 12, alle 10, organizzeranno un sit-in di «sensibilizzazione civile per rivendicare il diritto alla salute e l’equità di accesso alle cure nel territorio Vibonese» e per richiamare l’attenzione sulla vertenza che da mesi li vede impegnati. La questione è nota: il Don Mottola, pur essendo una struttura regolarmente accreditata alla Regione, non ha ancora sottoscritto un contratto con l’Asp di Vibo, situazione che costringe i pazienti ricoverati a pagare di tasca propria le rette e che sta spingendo la Rsa verso la chiusura.
«È ormai chiaro a tutti – si legge in una nota diffusa dal Don Mottola Medical Center per annunciare la mobilitazione di domani – come questo territorio sia stato fortemente penalizzato in termini di servizi sanitari durante gli ormai 15 anni di piano di rientro». A questo proposito viene citato il taglio, rispetto al 2023, di circa 32 milioni di euro nel budget assegnato dalla Regione nel 2024 all’Asp di Vibo.
«Taglio – continua la nota – che è stato giustificato dal fatto che comunque sul territorio vibonese pesa la spesa della mobilità passiva, di cui si fa carico la Regione. Bene, è importante – però – sottolineare come questa quota economica sia già “compresa” nel fondo attribuito. In particolare, nel Vibonese la mobilità intraregionale ed extraregionale 2023, pesa per 60.343.983 di euro; tale somma viene decurtata e non aggiunta al fondo attribuito, per cui nelle tasche dell’Asp, alla fine, non arriveranno 272 milioni ma 212 milioni. L’onestà intellettuale ci porta a dire che il taglio, purtroppo, c’è stato, e pure brutale. 32 milioni di euro sarebbero stati certamente utili per l’attivazione dei programmi di screening oncologici, per il potenziamento della medicina di urgenza, per potenziare le prestazioni specialistiche ambulatoriali, per potenziare reparti ospedalieri, per attivare letti accreditati e dare risposta ad una domanda sanitaria sempre più crescente».
Ancora: «In termini di equità, il nostro territorio, purtroppo, è fortemente inadempiente nei LEA dell’area preventiva (screening oncologici (tumore Utero 12,3% (Italia 41,2%); tumore mammella 8,6% (Italia 43.1%) colon rettale 2,7% (Italia 28,2%) e vaccinali (area pediatrica 84% (valore atteso > 95%) e dell’anziano (62% valore atteso > 75%) dell’area distrettuale (anziani gestiti in ADI 2.42% verso il 6% atteso; anziani > 75 aa in Regime residenziale 8.1 %° vs 24.6%°). L’area ospedaliera, di fatto, è stata depotenziata ed inserita come spoke dell’area Centro. Non solo. La mancata offerta sanitaria condiziona un’importante mobilità passiva intra ed extraregionale, condizionando una spesa di 60 milioni di euro.
La discontinuità assistenziale, derivante dalla mancata attivazione dei modelli gestionali accreditati sul territorio, comporta un aumento del rischio di eventi cardiaci maggiori (+6%) e di mortalità a un anno dell’infarto miocardico, (+12%) e del rischio di mortalità ad un anno dopo ictus (+ 26%)».
La nota continua sottolineando che «la triade commissariale prefettizia ha eseguito un meritorio lavoro, identificando i nodi delle criticità strutturali ed organizzative, traducendoli in obiettivi nel Piano integrato di attività e organizzazione P.I.A.O. 2025-2027».
«Tale lavoro, tuttavia, merita essere supportato da due strategie strutturali: corretta ed adeguata assegnazione delle risorse; controllo civico per la realizzazione dello stesso. Bene, in questi giorni, appuriamo che la regione Calabria uscirà presto dal Piano di Rientro; in gestione Sanitaria Accentrata (fondo della regione Calabria) al 31.12.2024 residuavano 346 milioni di euro. si stanno definendo i budgets triennali: esistono tutte le condizioni per attivare meccanismi di perequazione verso il territorio Vibonese. È importante rivendicare qui ed ora l’equità di accesso alle risorse, perché solo così la Triade avrà le risorse per garantire l’implementazione dell’attività che devono perseguire gli obiettivi del Piao. «Qui ed ora – concludono dal Don Mottola – unitamente a tutte le forze politiche, sindacali e associazioni professionali serve rivendicare l’assegnazione delle adeguate risorse all’Asp di Vibo per l’erogazione di servizi».
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