La durata delle società è fino al 2050, incompatibile con il bando. Serve una modifica entro fine mese per partecipare alla cordata
È una strada lunga e tortuosa quella che dovrebbe portare alla concessione per l’A22. E adesso ci si mettono di mezzo anche gli statuti di Dolomiti Energia e Alperia.
I due colossi energetici, ai quali si è rivolta Autobrennero per chiedere un investimento di 300 milioni di euro, hanno negli statuti societari un ostacolo per il via libera alla cordata: «La durata della Società è stabilita sino al 31 dicembre 2050 e potrà essere prorogata con deliberazione dell’assemblea dei soci», è scritto nell’articolo 3 sia dello statuto di Alperia che di Dolomiti Energia. In pratica, c’è un rischio di incompatibilità tra questo articolo e la durata cinquantennale del bando pubblicato dal Ministero dei Trasporti.
Il tempo è tiranno nel tentavo di Autobrennero per mantenere la concessione sull’arteria stradale. Alla scadenza entro il 28 febbraio per depositare la domanda di partecipazione si aggiunge anche «l’ostacolo» dello statuto di Dolomiti Energia e Alperia.
Facciamo un ipotesi: anche se andasse in porto l’accordo tra Dolomiti Energia, Alperia e Autostrada del Brennero, senza una modifica entro la fine del mese degli statuti societari, la commissione valutatrice del bando potrebbe decidere di escludere dalla gara il consorzio. Vorrebbe dire che Autostrada del Brennero sarebbe fuori dalla futura gestione del tratto autostradale.
Questo non è un ostacolo insormontabile in quanto, mediante la convocazione di un’assemblea straordinaria, si potrebbero modificare le regole statuarie. Ma non c’è un minuto da perdere. «Il Consiglio di Amministrazione delibera validamente con la presenza della maggioranza degli amministratori in carica, a maggioranza assoluta dei presenti», è scritto nello statuto di Dolomiti Energia, società controllata da soci pubblici al 68,7%.
Un po’ più difficile per quanto riguarda Alperia, società totalmente pubblica: «L’assemblea dei soci si costituisce e delibera validamente con il voto favorevole di tanti soci che rappresentino in prima convocazione almeno il 90% ed in seconda convocazione almeno l’80% del capitale della Società».
In sostanza, basterebbe il «No» del comune di Merano o di Bolzano, entrambi con il 21% delle quote, per bloccare il tutto. «Ci sono le valutazione in corso tecniche e finanziarie — ha detto Dario Dal Medico, sindaco di Merano —. È un’operazione molto importante, ma rispetto alle richieste di A22 rispetto a una settimana fa, le condizioni sono cambiate e sono meno onerose, ma necessitano di passaggi e approfondimenti tecnici, legali e notarili».
E ha aggiunto: «Non abbiamo ancora preso una decisione e abbiamo chiesto un approfondimento ai vertici di Alperia che già ci avevano fatto una disamina molto approfondita sui riflessi dell’operazione sui mercati finanziari».
L’interesse per i mercati finanziari è dovuto anche all’oggetto dell’operazione. Le autostrade non fanno parte, da statuto, del business di Alperia e di Dolomiti Energia. Per questo motivo, i due colossi energetici stanno studiando la situazione per capire in che modo entrare in cordata.
Nella «Finanza di progetto», l’intervento interessante per le società sarebbe il numero 8, il quale comprende la mobilità sostenibile, l’idrogeno e il fotovoltaico. In totale, stando al piano presentato dalla Regione a inizio gennaio, le opere riguardanti le fonti energetiche sostenibili costerebbero 353.246.688 milioni di euro: impianti di Gnl per il rifornimento di mezzi industriali (8.630.600 milioni), impianti per la produzione di idrogeno per autotrazione (197.807.618,10 euro), realizzazione di impianti solari fotovoltaici e pannelli montati su barriere antirumore (55.385.530 euro) e infrastrutture di ricarica per veicoli elettrici (91.113.430 euro).
Un cifra che poco si discosta dai 300 milioni di euro che, secondo indiscrezioni, sarebbero stati chiesti da Autobrennero alle due società. Inoltre, nello statuto delle due imprese energetiche, tra le attività principali, si parla anche di progettazione, realizzazione e gestione di sistemi e di servizi di supporto alla mobilità.
Ma perché Autobrennero si è rivolta ad Alperia e Dolomiti Energia? Stando al bando stilato per la concessione della Modena-Brennero, oltre ad avere un fatturato non inferiore al miliardo, i partecipanti dovranno avere un capitale sociale di almeno 513 milioni e presentare una garanzia fideiussoria pari al 2% degli investimenti lordi previsti (il piano presentato dalla società parla di 9,2 miliardi).
E poi, il vincitore della gara dovrà versare come garanzia il 10% dell’importo previsto per gli investimenti, oltre a 124 milioni da versare al concessionario uscente (che però sarebbe sempre Autobrennero, dunque resterebbero in casa).
Infine, andrà costituita una nuova società di scopo che abbia un capitale sociale non inferiore a 380 milioni. Da qui la necessità di Autobrennero, che nell’ultimo bilancio ha fatto registrare utili per 80,3 milioni e ne ha distribuiti 35,3 milioni di dividendi, di tentare la strada della partnership strategica.
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