BASSANO DEL GRAPPA (VI)- Poesia, celebrazione dell’amore, feste alla moda, “case delle illusioni” e salotti intellettuali di Parigi vengono ritratti dalle foto di Brassaï. Le immagini del celebre fotografo del Novecento si possono ammirare al Museo Civico di Bassano del Grappa. Un’esposizione che vi consigliamo come piccola fuga romantica di San Valentino e come immersione nella grande arte internazionale.
Una Parigi suggestiva, abitata da amanti e malviventi, con feste alla moda e bordelli. E’ quella ritratta dalle foto di Brassaï, pseudonimo di Gyula Halász (1899- 1984), fotografo ungherese di nascita, ma parigino d’adozione. Guardando l’esposizione sembra di stare dentro la Parigi degli anni Venti, Trenta e Quaranta del Novecento. Si ha la sensazione di essere a Parigi in quell’epoca. Brassaï è uno dei più importanti autori del Novecento e rende immortali e uniche le atmosfere della capitale francese. Con 200 scatti d’epoca, stampati dallo stesso artista, ci si immerge in una città-spettacolo che seduce e rapisce.
La Ville Lumière, con i suoi luoghi e i suoi protagonisti è la musa ispiratrice di Brassaï: ci sono immagini di quartieri operai, monumenti simbolo della città, del mondo della moda, ritratti degli amici artisti e intellettuali, fino ai graffiti e alla vita notturna. Altrettanto straordinaria è la galleria di immagini dei protagonisti di quegli anni leggendari: scrittori, artisti, musicisti, personaggi del mondo della moda e dello spettacolo, ma anche le persone più umili, come i venditori ambulanti e i lavoratori delle Halles che, visti assieme, compongono un ritratto di poetica bellezza.
Nelle sue passeggiate, Brassaï non si limita alla rappresentazione del paesaggio o alle vedute architettoniche, ma si avventura anche in spazi interni più intimi e confinati, dove la società si incontra e si diverte, come ad esempio si può osservare nella bellissima foto “Serata di gala da Maxim’s, 1949”. Brassaï ha ritratto in foto anche Salvador Dalí, Henri Matisse, Jacques Prévert e Pablo Picasso, aprendo le porte dei salotti intellettuali e facendoci partecipare allo straordinario fermento culturale che investì Parigi in quegli anni irripetibili.
Questa mostra è un’occasione unica per immergersi nel mondo sofisticato e nelle atmosfere più autentiche della Parigi della prima metà del Novecento. Brassaï trova nella fotografia il mezzo perfetto con cui affrontare il reale. L’obiettivo è un filtro che gli permette di depurare il mondo che lo circonda dalle convenzioni e dalle consuetudini, trasformando anche l’oggetto più banale in qualcosa di sorprendente: “Se tutto può diventare banale, tutto può ridiventare meraviglioso: che cos’è il banale se non il meraviglioso impoverito dall’abitudine?” afferma infatti l’artista. E questa espressione è scritta anche nella parete di entrata della mostra.
Le sue più celebri immagini, come la serie Parigi di notte e le foto che hanno ispirato la nascente poetica del Surrealismo e quelle della serie Graffiti che hanno precorso la poetica dell’Informale e dell’Art Brut, accompagnate da una selezione di sculture, un arazzo, documenti e oggetti appartenuti all’artista, si snodano in un percorso espositivo di dieci sezioni tematiche.
Brassaï è stato assieme a Henri Cartier-Bresson uno dei padri della fotografia del Novecento, autore di immagini che tutt’oggi identificano nell’immaginario collettivo il volto della capitale dell’arte moderna, Parigi. Pittore, scultore, scrittore dalla formazione cosmopolita, intellettuale a tutto tondo, osservatore curioso, acuto e sensibile, Brassaï sceglie di dedicarsi principalmente alla fotografia attorno al 1929, ovvero solo dopo il suo definitivo trasferimento nella capitale francese.
La mostra “Brassaï. L’occhio di Parigi” è a cura di Philippe Ribeyrolles e Barbara Guidi ed è visitabile fino al 21 aprile 2025.
Potrebbe interessarti anche:
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link