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AKOBUNDU EHIOGU 4,5 – Due voli alti in avvio, poi però qualsiasi quintetto con lui in panchina e Tyus in campo appare più equilibrato. Continua ad avere deficit gravi sul modo di posizionarsi in campo, di seguire l’avversario, di trovare le spaziature giuste. Rimandato per l’ennesima volta, anche perché non migliora mai i propri difetti.
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ALVITI 6,5 – La faccia è costantemente quella da “chi me l’ha fatto fare”, perché la sua prova personale continua a essere buona mentre attorno a lui è un fiorire di errori. Di nuovo top scorer, con 19, di nuovo qualche prodezza a mascherare le mancanze altrui. Non la sua miglior partita ma di qualche gradino al di sopra della media biancorossa. Come sempre. Sarebbe da blindare oggi, il 9 febbraio, se Varese potesse permettersi una programmazione di qualche tipo.
GRAY 5 – Si iscrive alla partita con due belle triple dall’angolo, ed è quasi una novità visti i tanti tiri al piccione delle gare precedenti. Poi però il libro della gara non rispetta l’introduzione: le pagine di Gray sono praticamente bianche: mette attenzione in difesa ma praticamente non dà contributi né a livello statistico e nemmeno negli intangibili.
TYUS 7 (IL MIGLIORE) – A un certo punto gli addetti alle statistiche lasciano la penna e passano al pallottoliere. Il conto dei rimbalzi di Sir Alex arriva a 18, quello dei punti a 17. Se c’è un giocatore che stavolta ha dato tutto il meglio di sé è il pivot super veterano, autore di una partita da “c’era una volta”. Costretto a mezz’ora di impiego per sopperire ai buchi lasciati dal compagno di reparto Kao, andrebbe preso dalla società e messo a fare il mentore per i suoi inguardabili connazionali. Capito? Vi stiamo dando un’idea per provare a raddrizzare la baracca…
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SYKES 4 (IL PEGGIORE) – Forse, per spiegargli la storia di Varese, gli hanno mostrato qualche filmato degli anni Settanta quando i giocatori, anche i campioni, viaggiavano a una velocità che era la metà di oggi. Perché Keifer cammina, rallenta, si guarda in giro. Ogni tanto accelera ma tolte un paio di entrate non riesce mai a incidere: basteranno tre settimane senza partite per rimettere a lucido uno che, invece, dovrebbe giocare tanto per recuperare il ritmo? Nel frattempo, Trento ringrazia e se lo mangia con Ford ed Ellis.
LIBRIZZI 6 – Restiamo nell’alveo della sufficienza per due motivi. Il primo “morale”, perché Librizzi per lo meno continua a mettere in campo quella voglia di giocare che latita nelle altre canottiere biancorosse e non a caso è l’unico a veder salire la colonnina dei falli (fatti e subiti). Il secondo è che Matteo ha l’intelligenza per capire di essere in una serata senza fortuna in attacco e quindi si mette al servizio dei compagni: 10 assist, per i tagli di Alviti e per le mani forti di Tyus. Fossero tutti così.
ASSUI 5,5 – Guadagnare tiri liberi conta poco, se poi vengono sbagliati. Elisee fa 1 su 3 e questa volta non trova altro modo per graffiare. Piega le gambe in difese, mette ancora un pizzico di esperienza nel bagagliaio.
HANDS 4 – Partita irritante, e la gente a un certo punto glielo fa capire fischiandolo quando torna in panchina per una sostituzione. Se all’andata aveva mostrato la sua versione migliore, stavolta tocca il fondo con un modo di giocare ai limiti dell’incomprensibile. Tra palleggi prolungati, tiri forzati, esitazioni fatali e la solita e poca difesa. E a differenza di altre volte, non si salva neppure con gli assist. Atteggiamento ai limiti, ma per Mandole c’è unità di intenti da parte di tutti.
JOHNSON 4,5 – Si eleva rispetto a compare Keifer e a fratello Jaylen solo perché, a un certo punto, ritrova una manciata di orgoglio e sigla una striscia vincente che coincide con una rara fiammata biancorossa nella ripresa. Però la doppia cifra è solo per la statistica: sulla partita incide ben di più lo zero (nei punti, e l’uno nei rimbalzi) del primo tempo quando Varese perde contatto e, in pratica, il match. Meno parole, meno gesti, più fatti, grazie.
Mandole: “Giocato male, capisco i fischi dei tifosi”
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