In notevole ritardo ma resistenti ai cambiamenti
Grandi, resistenti ma altamente inquinanti e controproducenti rispetto agli sforzi della differenziata. A Bari i sacchi neri non si possono più usare per gettare l’immondizia. Lo stabilisce un’ordinanza del Comune che sta incontrando resistenza nei cittadini, ma che arriva molto tardi rispetto a tanti altri comuni italiani.
Sul sito dell’Ama di Roma, l’azienda municipalizzata di igiene pubblica della capitale, il regolamento che vieta l’utilizzo di sacchi non trasparenti per il conferimento della frazione multimateriale leggero (plastica e metalli) e per la frazione indifferenziata/secco residuo, nell’intento di responsabilizzare i cittadini alla corretta effettuazione della differenziata e di migliorare il funzionamento generale della raccolta sul territorio, è datata 31 gennaio 2020.
Il divieto di utilizzo di tali sacchi di plastica è previsto in quanto non biodegradabili nè compostabili. Inoltre, per una corretta procedura di conferimento è obbligatorio utilizzare sacchi trasparenti come per l’umido, la carta, il vetro, il multimateriale e i rifiuti indifferenziati. Non solo,0 bisogna ottemperare alle normative europee relative alla raccolta differenziata che chiede ai Comuni italiani il raggiungimento di una sempre più comprovata efficienza e corretta differenziazione. Il sacco trasparente permette inoltre, agli addetti al ritiro dei rifiuti, di riconoscere se all’interno siano stati gettati erroneamente quei materiali che andrebbero invece separati per essere avviati al riciclo.
Dal 1 marzo multe fino a 500 euro anche a Bari
L’ordinanza del Comune di Bari non lascia dubbi ai comportamenti: “È vietato a chiunque utilizzare, per il conferimento di rifiuti, buste e sacchi neri tali da impedire la verifica del corretto conferimento”. Dal 1 febbraio è entrata in vigore lasciando un mese di tolleranza prima di comminare eventuali infrazioni.
A partire dal 1 marzo però, l’inosservanza comporterà una sanzione amministrativa da 25 a 500 euro.
Obiettivo è favorire l’igiene pubblica e la riduzione dello smaltimento finale dei rifiuti attraverso il reimpiego, il riciclaggio e le altre forme di recupero sempre con lo scopo di limitare la quantità di rifiuti da conferire in discarica.
Buste e sacchi neri non trasparenti non solo non consentono il controllo visivo da parte degli operatori adibiti al servizio di raccolta e della Polizia locale a cui ostacolano la verifica di conformità del rifiuto differenziato, ma si tratta anche di fronteggiare anomalie e disfunzioni nelle attività di raccolta e criticità agli impianti di trattamento di rifiuti. Quando avvengono, comportano un aggravio di costi per la collettività e difficoltà di gestione delle frazioni differenziate e non differenziate dovute al conferimento di rifiuti in buste e sacchi neri non trasparenti.
A gennaio, il sindaco Vito Leccese, annunciando l’ordinanza aveva detto: “I dati sulla raccolta differenziata sono incoraggianti ma non ancora sufficienti per far fronte ai costanti aumenti che si registrano per il conferimento dell’indifferenziato nelle discariche. Quindi, in attesa di completare il lavoro del porta a porta su tutta la città, intendiamo assicurarci che tutti quanti contribuiscano all’obiettivo, introducendo l’obbligo di conferire i propri rifiuti differenziati con sacchetti semitrasparenti e non più con i bustoni neri, che spesso diventano strumento per nascondere la mancata differenziazione e in tanti casi, cioè quando vengono “trascinati” sul basolato dei nostri marciapiedi, diventano anche portatori di ulteriore degrado e sporcizia in tante zone della città. Credo che Bari sia stanca di subire l’inciviltà di chi la utilizza come una vera e propria discarica. Noi insieme ad Amiu ci stiamo impegniamo a efficientare i servizi ma saremo molto scrupolosi sul controllo delle regole”.
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Sacco nero, rifiuto non conforme
Nel 2024, Mola di Bari, aveva intensificato i controlli sul territorio per rintracciare, “punire” e soprattutto incentivare il corretto conferimento della spazzatura domestica. Gli operatori per settimane hanno apposto un bollino rosso sui rifiuti messi nei bustoni neri senza ritirarli così da segnalare non solo l’errore ma la necessità di riaprirli e conferirli correttamente. In molti casi erano stati aperti e verificati e dentro è stata trovata carta, plastica e umido che potevano essere differenziati in maniera corretta. “Separare carta, plastica e vetro – aveva detto il sindaco Colonna – ha conseguenze anche sui costi perché sono materiali che vendiamo ai consorzi da cui riceviamo proventi mentre l’indifferenziato costa tantissimo a tonnellata”.
Striscia gialla di non conformità anche a Monopoli. Il provvedimento è stato adottato con lo stesso scopo e i rifiuti urbani sono rimasti sul marciapiede con la scritta “I tuoi rifiuti non sono conformi, puoi migliorare la tua raccolta differenziata”.
Anche a Palo del Colle l‘indicazione è ben in evidenza anche sul sito di di AroBa2, dove si legge l’avviso: “Si invitano i cittadini a differenziare correttamente i propri rifiuti domestici. Si ricorda inoltre che il non utilizzo del mastello e/o l’utilizzo di sacchi neri costituisce un errato conferimento ed è dunque sanzionabile. I rifiuti non correttamente differenziati o in sacchi neri non verranno ritirati dall’impresa di igiene urbana”.
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Tempo abbondantemente scaduto per i sacchi neri
A Milano il bando del sacco nero risale addirittura al 15 maggio 2012 quando peraltro l’introduzione del sacco trasparente era stato già adottato da oltre 2000 Comuni italiani.
A Messina il divieto è in vigore dal 2018 dove il divieto assoluto vale anche nelle isole ecologiche: “È fatto obbligo a chiunque di depositare e conferire i rifiuti indifferenziati nei giorni dal lunedì al venerdì e nelle giornate di domenica, durante la fascia oraria dalle 17 alle 21, con divieto assoluto di conferimento nei giorni di sabato e nei prefestivi” diceva l’ordinanza.
Nel 2019 anche il Comune di Napoli ha ordinato il divieto di utilizzo di sacchetti neri per il conferimento di rifiuti. Ordinava di non utilizzare, fornire e commercializzare sacchi neri, in plastica non biodegradabile e non compostabile, per lo smaltimento dei rifiuti. Faceva divieto, inoltre, a tutte le attività, di commercializzare o cedere sacchi neri non trasparenti.
A Catania il divieto vale dal 202o: “È infatti assolutamente vietato l’utilizzo dei sacchi in plastica neri per qualunque frazione di rifiuto differenziato”.
A Reggio Calabria la norma entra in vigore nel 2021 con la precisazione che l’abbandono dei rifiuti è puniubile civilmente e penalmente.
A Pomezia il divieto è targato 2022: “È fatto divieto assoluto di depositare e esporre qualsiasi tipo di rifiuto in sacchi neri o comunque non trasparenti, tali da impedire la verifica del corretto conferimento; è fatto divieto assoluto di utilizzo di sacchi e/o sacchetti diversi da quelli biodegradabili compostabili per il conferimento della frazione organica F.O.R.S.U. (umido); è fatto divieto assoluto di introdurre nel sacco contenente il rifiuto indifferenziato frazioni di rifiuto per le quali è già attivo il circuito di raccolta differenziata”.
Nell’ottobre 2023 Isernia dispone con ordinanza comunale che “è vietato a tutte le utenze cittadine, domestiche e non domestiche, di depositare qualsiasi tipo di rifiuto in sacchi neri o comunque non trasparenti tali da impedire la verifica del tipo di rifiuto contenuto. In caso di inosservanza, ai trasgressori sarà comminata una sanzione amministrativa pecuniaria”.
E in Puglia? Bari fanalino di coda
Lecce li ha messi al bando nel novembre 2022, con una disposizione che scaturisce dalla circostanza che spesso i sacchi neri non trasparenti sono illecitamente utilizzati per conferire rifiuti misti e rifiuti speciali pericolosi e non.
Accelerando sul porta a porta Foggia li ha vietati nel febbraio 2024. Con una ordinanza sindacale “vieta il conferimento e l’esposizione di tutti i rifiuti con attrezzature difformi da quanto previsto nella presente ordinanza e in particolare in buste e o sacchi di colore scuro che renda impossibile il controllo visivo dei conferimenti”.
Taranto lo ha stabilito nell’ottobre 2024. Si fa “divieto assoluto di depositare ed esporre qualsiasi tipo di rifiuto in sacchi neri o comunque non trasparenti, tali da impedire la verifica del corretto conferimento come pure il divieto assoluto di utilizzo di sacchi e/o sacchetti diversi da quelli biodegradabili compostabili, per il conferimento della frazione organica”.
A Trani nel marzo 2023 con ordinanza dirigenziale dell’Area Urbanistica, Demanio ed Ambiente “è stato disposto a tutte le utenze, sia domestiche che non domestiche, il divieto assoluto di depositare ed esporre qualsiasi tipo di rifiuto in sacchi neri o comunque non trasparenti, tali da impedire la verifica del corretto conferimento ed il divieto assoluto di utilizzo di sacchi e/o sacchetti diversi da quelli biodegradabili compostabili, per il conferimento della frazione organica. La decisione è stata assunta in quanto diverse utenze (sia non domestiche che domestiche) nonostante le ripetute raccomandazioni e le apposite campagne di comunicazione promosse da Amiu e Comune di Trani, continuano ad utilizzare sacchi neri o comunque non trasparenti per il conferimento delle varie frazioni di rifiuti. Attraverso le costanti attività condotte dalla Polizia Locale (in collaborazione con Amiu) è stata accertata la presenza di rifiuti estranei all’interno dei sacchi e delle buste nere o comunque non trasparenti, con grave pregiudizio della corretta gestione dei rifiuti giacché per molti la busta nera è diventata il modo per eludere i controlli e non differenziare i rifiuti. L’Amministrazione Comunale, a seguito anche di una ulteriore segnalazione dell’azienda di igiene urbana, ha inteso adottare con atto dirigenziale questo provvedimento per evitare che il mancato rispetto delle regole da parte di poche utenze possa arrecare danno all’intera collettività sia sul piano ambientale che economico”.
Nell’aprile 2024 scattano le nuove regole ad Andria, che punta sul rispetto delle regole di conferimento dei rifiuti per raggiungere traguardi della differenziata sempre più prestigiosi.
Ma anche attorno a Bari molti Comuni da tempo si sono adeguati alla regola.
A Terlizzi nel febbraio 2024 è entrato il vigore il regolamento contro l’utilizzo di sacchi neri opachi per il conferimento dei rifiuti indifferenziati per migliorare ulteriormente la raccolta differenziata.
A Bitetto l’ordinanza è del giugno 2024. Dispone “a tutte le utenze, sia domestiche che non domestiche: il divieto assoluto di depositare ed esporre qualsiasi tipo di rifiuto in sacchi e buste nere o comunque non trasparenti, tali da impedire la verifica del corretto conferimento”.
A Modugno la deliberazione di Giunta Comunale di giugno 2024 prevede il divieto di utilizzo dei sacchi neri per il conferimento dei rifiuti e in un post social mette in chiaro tutte le disposizioni. Occorre, si legge, “Eliminare l’abbandono dei rifiuti e l’utilizzo dei sacchi neri, migliorare il decoro urbano e promuovere una raccolta differenziata per un ambiente più pulito e sostenibile: la Città di Modugno lancia la campagna “Tolleranza Zero, mai più sacco nero”.
A Castellana Grotte, dall’ottobre scorso, si è perfino fatto un passo ulteriore rispetto alla “classica “differenziata che ha raggiunto il 72%. Un’ulteriore spinta è stata data dal progetto sperimentale per la separazione di vetro chiaro e vetro scuro, iniziativa attualmente riservata alle utenze commerciali, ma che presto sarà diffusa anche a quelle domestiche, e resa possibile grazie ai finanziamenti del bando Anci-CoReVe.
Leggi Raccolta differenziata, a Castellana si differenzia il vetro chiaro dallo scuro
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