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In questo articolo esploriamo le principali novità che interessano l’attività di riscossione degli enti creditori e le regole per bloccare il temuto pignoramento
La normativa di riferimento in materia di pignoramento presso terzi – sembra utile rammentare – è contenuta nel Libro III del codice di procedura civile, agli artt. 543 e seguenti.
In Italia, anche per il 2025, resta fermo che la prima casa del debitore è protetta contro il pignoramento se il creditore è un ente pubblico come l’Agenzia delle Entrate – Riscossione (AdER), cioè l’ente pubblico responsabile della riscossione dei crediti della pubblica amministrazione. Tuttavia, se il creditore è un soggetto privato, come una banca, una finanziaria o un altro ente privato, la prima casa non è protetta, e può essere pignorata senza alcuna limitazione.
Blocco del pignoramento con una rata di 50 euro
Ai contribuenti che vogliono mettersi in regola con il versamento delle somme richieste dall’Agenzia delle entrate – Riscossione (AdeR) in avvisi e cartelle di pagamento, ma non riescono a pagare in un’unica soluzione, è data la possibilità di dilazionare il pagamento delle somme da versare in più rate di importo non inferiore a 50 euro.
Il pagamento della prima rata del piano di ammortamento determina una serie di effetti sul debito compreso nelle cartelle oggetto della rateizzazione e sulle eventuali procedure collegate:
- AdeR sospende l’eventuale fermo amministrativo disposto in precedenza sul bene mobile registrato (si pensi all’automobile), a condizione che tutti i debiti oggetto del fermo siano stati ricompresi nell’istanza di dilazione;
- sono da considerarsi estinte le procedure esecutive (pignoramenti) in corso, a condizione che non si sia ancora tenuto l’incanto con esito positivo e non sia stato già emesso provvedimento di assegnazione dei crediti pignorati;
- il contribuente, a seguito del pagamento delle rate e, conseguentemente, dell’abbattimento dell’importo del debito, può chiedere, con spese a proprio carico, e al ricorrere di determinate condizioni, la riduzione (diminuzione della somma garantita da ipoteca) o restrizione (liberazione parziale di uno o più degli immobili ipotecati) dell’eventuale ipoteca iscritta in data antecedente alla presentazione dell’istanza.
Il contribuente decade dai benefici della rateizzazione per inadempienza quando non esegue il pagamento di alcune rate, anche non consecutive.
Nuova modalità di riscossione delle imposte da parte dell’Agenzia delle Entrate
A partire dal 2025, per alcune imposte non pagate, non sarà più necessario inviare una cartella esattoriale preventiva prima di iniziare un pignoramento. Sarà sufficiente l’accertamento esecutivo, che può agire in caso di mancato pagamento entro 60 giorni dalla notifica dell’atto.
Questo significa che, una volta trascorsi i 30 giorni dalla scadenza del termine per il pagamento, l’Agenzia delle Entrate potrà avviare direttamente la procedura di pignoramento, senza dover inviare prima la cartella esattoriale. Le imposte per cui questa nuova procedura si applicherà includeranno:
- imposta di registro
- imposta di successione
- restituzione di agevolazioni fiscali non spettanti
- crediti d’imposta utilizzati in modalità indebito
- debiti relativi a Irpef, Iva, Imu, Tari, Tosap, e imposta sulla pubblicità.
Pignoramento sprint
Il prossimo decreto di riforma del fisco locale consentirà, ad ogni Comune, di agire direttamente contro i contribuenti che non sono in regola con i pagamenti dell’Imu e della Tari sui rifiuti. È, in particolare, prevista la riduzione da 180 a 60 giorni dei termini per le azioni esecutive nei casi in cui un cittadino non paga l’Imu, la Tari o gli altri tributi degli enti territoriali.
Nuovi limiti d’importo al pignoramento di stipendi e pensioni
Secondo la normativa in vigore, il pignoramento, sia degli stipendi che delle pensioni, può essere effettuato solo per determinati importi ed entro precisi limiti, aggiornati nel 2025. Può essere pignorato fino al 20% dello stipendio percepito e al netto delle ritenute previdenziali e di quelle fiscali, garantendo sempre ad ogni soggetto il minimo vitale per la propria sopravvivenza.
Sono considerate del tutto impignorabili le pensioni di importo mensile inferiore o pari a 1.000 euro.
L’Agenzia delle Entrate ha, poi, aggiornato le quote pignorabili:
- 1/10 per reddito fino a 2.500 euro al mese;
- 1/7 per reddito tra 2.501 euro e 5.000 euro al mese;
- 1/5 per redditi oltre 5.000 euro al mese.
Inoltre la L. 207/2024, legge di bilancio 2025 ha introdotto una novità ai fini dell’esercizio dell’attività di riscossione. Le pubbliche amministrazioni e le società a partecipazione pubblica, prima di erogare stipendi o emolumenti superiori ai 2.500 euro, devono verificare l’esistenza di debiti fiscali non saldati superiori ai 5.000 euro. Il nuovo regime entrerà in vigore nel 2026, così consentendo alle amministrazioni pubbliche il tempo necessario per adeguare i sistemi informatici ai nuovi controlli.
Discarico automatico
Le cartelle esattoriali non riscosse entro il 31 dicembre del quinto anno successivo a quello dell’affidamento all’AdER saranno automaticamente discaricate, anche nel caso in cui non siano scaduti i termini di prescrizione. Più chiaramente: i debiti resteranno esigibili ma non sarà più l’Agenzia delle Entrate – Riscossione ad occuparsene.
La nuova procedura si applica a partire dalle cartelle affidate all’Agenzia delle Entrate-Riscossione a far data dal 2025, con primo discarico automatico che scatterà, pertanto, il 1° gennaio 2030.
La finalità perseguita è quella di liberare il magazzino fiscale da carichi in sospeso difficilmente recuperabili, alleggerendo l’ente di riscossione e concentrando le risorse sui crediti esigibili.
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