Pensioni, altro che aumenti, adesso arriva la beffa amara, svelato il problema maggiore

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Complicare le pensioni più di così, è possibile? Forse è questa la vera domanda, alla quale si cerca di dare le risposte più esaustive possibili davanti uno scenario così critico. 

Aiutare i cittadini a terminare in maniera dignitosa il loro percorso lavorativo con il sistema previdenziale odierno sembra quasi impossibile. Non perché non lo si voglia, ma tutte le negatività sono conseguenti a delle criticità ormai cronicizzate all’interno del sistema, e per cui pare necessario dover fare ferro e fuoco per ristabilire la situazione. Qual è il problema peggiore delle pensioni?

Pensioni, altro che aumenti, adesso arriva la beffa amara, svelato il problema maggiore- Trading.it

In primis, si potrebbe accennare al fatto che più che un problema, sarebbe meglio evidenziare quanto sia importante e necessario avere finalmente la tanto desiderata Riforma delle pensioni. Ma c’è una piccola falla di sistema che intoppa le migliori aspettative: non ci sono le risorse per concretizzarla!

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Allora, la soluzione a portata di mano esiste, solo che non ne sussistono le condizioni. Da qui, sono uscite tantissime novità legate al settore, ma nessuna che riesca ad essere coerente rispetto le esigenze dei cittadini. Con l’aumento continuo e costante del livello dei prezzi, il carovita cresce a sua volta, e difatti ci dovrebbe essere lo stesso incremento per pensioni e retribuzioni, ma poi non è affatto così.

Si entra nel vivo della Terza manovra finanziaria del Governo Meloni, una news bomba che arriva in Senato per essere accettata definitivamente. In seguito alle modifiche determinate dalla Camera, il testo appare blindato. In poche parole “massima segretezza”, ma le novità sono già ampiamente discusse.

Successivamente all’esame in Commissione Bilancio e la relazione del Senatore Guida Liris, si attendono conferme, ma come si suol dire, “il dado è tratto”. Infatti, la relazione tecnica fa emergere le caratteristiche delle novità per la popolazione, tutte d’impatto, anche perché riguardano soprattutto le pensioni. Si parla di 1,8 milioni di euro tra assegni INPS delle minime e maggiorazioni sociali dal valore di 1,1 milioni di euro. Ma ci sono delle falle di sistema che accendono forti dibattiti.

Quali sono le peggiori notizie sulle pensioni? Quelle che non ci si aspetta!

Si parlerebbe più di un aiuto per pochi, ma che significa? Di seguito, si analizza nel concreto, dopo aver affrontato nel paragrafo precedente, il quadro generale con tanto di contesto, nel quale si esauriscono le vicende del momento. Molte di queste novità è possibile farle rientrare nelle “peggiori decisioni” che si potessero attuare per alcuni cittadini. 

anziana triste
Quali sono le peggiori notizie sulle pensioni? Quelle che non ci si aspetta!- Trading.it

Si toccano ancora una volta le pensioni anticipate, quelle che permetterebbero di andare in pensione a 64 anni cumulando gli importi del fondo complementare, ma solo se si hanno già 20 anni di contributi e si è nel pieno del regime contributivo. A vederla così, si tratta di una manovra che se all’inizio toccherà poche persone. Sul lungo periodo finirà per estendere i suoi effetti anche agli altri. Per molti si tratta di un sistema che si è solo complicato.

Poiché all’apertura dei fondi integrativi verrebbe corrisposto anche un aumento dei requisiti per l’accesso a queste pensioni. Facendo passare da 20 a 30 gli anni di contribuzione! Si compie un piccolo paragone, se la Legge Fornero permetteva una pensione con valore di 2,8 per l’assegno sociale, circa 1500 euro, e 64 anni+20 di contributi, con il Governo Meloni si giunge alla soglia di 3,2 il minimo, specie a partire dal 2030 con 1710 euro. Ma ad andare prima in pensione saranno solo le madri con figli.

Sostanzialmente, chi ha iniziato a lavorare dopo la Riforma Dini, dal 1996, può accedere al pensionamento di vecchiaia solo se matura un assegno oltre l’importo soglia. Questo è garantito da più alti stipendi o perché si sfrutta la previdenza complementare. Ancora, il Governo vorrebbe conferire il TFR ai fondi pensioni mediante il silenzio-assenso, se accettato. Ma ci sono dei flop ancora più grossi da esaminare.

Danno con beffa, elenco di tutti gli aggiornamenti che… non piaceranno per niente!

Cambiano le regole e i dettagli della pensione a 64 anni, ma non solo, perché anche il flop dei sostituti del reddito di cittadinanza darà le peggiori conseguenze possibili. E che succederà alla Naspi? C’è tanta carne sul fuoco, ma l’esito pare esser tutto, meno che favorevole per i cittadini che si sostengono soprattutto con gli aiuti statali.

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Danno con beffa, elenco di tutti gli aggiornamenti che… non piaceranno di certo!- Trading.it

In sostanza, ci si potrebbe trovare in pensione a 64 ma con gli esiti delle Riforme Dini, Fornero per le pensioni, e quella di Biagi per il lavoro. Appunto, con la presenza di un sistema contributivo che per quanto più equo di quello retributivo, darà meno frutti. Specie con la flessibilizzazione del lavoro, con contratti smart, carriere precarie, e stipendi da fame.

Per alcuni si potrebbe aggirare il sistema, cioè per la Generazione X, i nati negli anni Settanta. Questi dovrebbero versare alla previdenza integrativa minimo 209 euro al mese, massimo 1129 euro. Oppure aspettare 67 anni con 20 di contributi. Lo faranno? È da vedere!

Per la Naspi ci sono news inedite, infatti, davanti dimissioni volontarie e licenziamento da un posto di lavoro a tempo indeterminato, si potrà avere l’assegno di disoccupazione solo se ci sono minimo 13 settimane di contribuzione.

Mentre per i sussidi alle fragilità c’è predisposto l’ADI e il Supporto Formazione Lavoro, di cui ne beneficiano circa 670 mila persone dal primo, a circa 80 mila dal secondo. Ma dati i requisiti più rigidi, si segnala un insuccesso rispetto il RDC. Quindi, l’intento sarebbe estendere il loro utilizzo ad una platea più fitta. Infatti, si attesta un ISEE che sale di soglia a 10 mila euro, con variazioni in base al nucleo familiare e alla presenza di anziani o disabili.



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