Oggi il fascicolo su Lo Voi a Perugia. FI critica con Parodi. Mantovano: ho incorniciato l’avviso
La dichiarata «disponibilità al dialogo» del sottosegretario Mantovano e l’auspicio della ripresa di un «sano confronto» della premier Meloni dopo l’elezione del nuovo presidente dell’Anm Parodi non fermano la protesta dei magistrati, che in tutte le udienze civili e penali, fino a fine mese, indosseranno un coccarda tricolore sulle loro toghe, come già fatto all’inaugurazione dell’anno giudiziario. Troppo avvelenato il clima dalle polemiche stratificatesi in questi giorni, troppo diretti i ripetuti attacchi ai magistrati nei casi Almasri e Caputi per metterseli alle spalle. Il Comitato direttivo centrale dell’Anm ha inoltre deliberato lo sciopero generale il 27 febbraio.
«La destra ipocrita parla di dialogo, ma nei fatti dimostra che il suo unico obiettivo è garantire impunità e immunità ai potenti e delegittimare l’autorità giudiziaria», attacca Angelo Bonelli di Avs. Sul fronte opposto, Maurizio Gasparri (FI) ironizza invitando i magistrati a «indossare una coccarda rossa», parla di «sciopero eversivo» ed esorta i magistrati a «lavorare di più» (uno dei temi della protesta sono i vuoti in organico). Sempre Forza Italia parla di «pessimo esordio» per il neo eletto presidente della Anm.
Al centro dello scontro, come detto, oltre alla osteggiata separazione delle carriere c’è la tempesta scatenatasi sugli uffici giudiziari di Roma nelle due inchieste che hanno paralizzato anche l’attività politica di questi giorni. La liberazione del torturatore libico con le responsabilità attribuite (senza riscontri) dal ministro Nordio alla Procura generale della corte d’Appello e l’attacco della premier al procuratore capo Lo Voi per le ipotesi di reato trasmesse al tribunale dei ministri a carico degli stessi Nordio, Meloni Mantovano e Piantedosi. «Io tento di avere rispetto istituzionale. Sono sotto accusa per favoreggiamento e peculato e attendo di spiegare nelle sedi competenti quanto è successo — ha commentato sul punto il sottosegretario — posso solo dire che, nella mia stanza, da qualche giorno quell’avviso è incorniciato». Il tribunale dei ministri deve valutare in particolare nei confronti del Guardasigilli l’ipotesi di omissione di atti d’ufficio per non aver dato seguito alle sollecitazioni della corte d’Appello. Un comportamento analogo, su un piano diverso, contrappone il governo alla Cpi, che chiedeva la cattura di Almasri.
Lo Voi è chiamato in causa anche per la presunta rivelazione di segreto in relazione agli accertamenti compiuti dall’Aisi sul capo di gabinetto di palazzo Chigi, Gaetano Caputi, finiti negli atti delle indagini nate da una denuncia dello stesso contro il quotidiano Domani. Il Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, che fa capo proprio a Mantovano, ha denunciato a Perugia il capo dei pm romani e il suo omologo Raffaele Cantone valuterà oggi come procedere. Possibile l’apertura di un fascicolo senza reati né indagati per le prime valutazioni. Nel Csm, invece, si sono invece attivati i consiglieri laici di centrodestra, chiedendo l’avvio di una procedura di incompatibilità a carico di Lo Voi. Il capo dei pm capitolini è certo di aver rispettato tutte le procedure in entrambe le vicende e attende la convocazione del Copasir (entro le due settimane) per poterle esporre nel merito. In procura a Roma, intanto, è arrivata una nuova denuncia contro il governo da parte di un sudanese vittima di Almasri.
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