L’innovazione aperta ha un primo orizzonte che è la risposta concreta a un bisogno che arriva dal business, la soluzione di un problema dell’azienda con evidenti vantaggi economici.
“Noi lavoriamo trasversalmente con tutte le unità di business per cercare l’innovazione che può servire loro. Spesso seguiamo progettualità verticali, cercando una startup che possa soddisfare un bisogno interno che emerge. Noi realizziamo il match, gestiamo l’incontro e lasciamo il seguito all’unità di business”, aveva detto a EconomyUp poco meno di un anno fa Davide Dotti, Business Innovation Director di Edison, una struttura di 11 persone che gestisce l’innovazione nella società controllata dal gruppo francese EDF (Électricité de France).
Ecco un caso di innovazione aperta, collaborazione fra Edison Rinnovabili, divisione del gruppo dedicata a solare ed ecolico, e la startup Builti, una proptech che ha visto la propria proposta di innovazione crescere anche nel mondo delle multiutility, che hanno una grande attività di impiantistica.
Il need di partenza
Se l’innovazione aperta parte da un need, quel che serve a Edison Rinnovabili è monitorare e verificare le condizioni delle strutture civili degli impianti eolici, con un focus particolare sulle fondamenta che supportano gli aerogeneratori, cioè le pale eoliche.
Questi impianti, spesso collocati in zone extraurbane, collinari o montuose, sono soggetti alle sollecitazioni causate dal vento e dal funzionamento discontinuo delle macchine. Di conseguenza, è necessaria una manutenzione costante,sia dell’aerogeneratore che delle sua fondamenta, al fine di prevenire guasti che potrebbero comportare lunghe fermate, con conseguenti perdite di energia e ricadute economiche, nonché la sicurezza dei siti di produzione rinnovabile. Diventa fondamentale intercettare segnali precoci di possibili guasti.
Che cosa si fa di solito? “Nel campo meccanico ed elettrico esistono già numerose tecnologie per la manutenzione predittiva”, spiega Dotti. “Ma non è la stessa cosa nel settore delle strutture civili, dove mancano soluzioni di mercato pronte per essere applicate a specifici contesti”.
Visto che non ci sono strumenti affidabili, per capire le condizioni della struttura interrata di un impianto è necessario scavare per poter eseguire un’ispezione visiva. Un lavoro che va fatto periodicamente e che, è facile comprendere, risulta particolarmente impegnativo e costoso.
Che cosa può fare la tecnologia? C’è un’innovazione che può rendere questi controlli più veloci, semplici ed economici? La risposta è stata trovata in una startup che nasce nell’ambiente universitario: Builti.
La startup
Builti è una startup italiana fondata nel 2018 da Massimo Bava ed Enzo Castellaneta dallo sviluppo di un progetto (“RE.SIS.TO. Project) realizzato in collaborazione con l’Università di Bologna.
Builti nasce con l’obiettivo di rivoluzionare il settore dell’Asset Integrity, combinando metodologie innovative di valutazione strutturale di derivazione universitaria con tecnologie digitali e IoT. Il suo focus sono, quindi, i sistemi di diagnostica strutturale avanzata, monitoraggio e implementazione di modelli di analisi rapida.
L’azienda si pone come punto di riferimento per un servizio tramite piattaforma di monitoraggio per la manutenzione predittiva di infrastrutture critiche, garantendo sicurezza, efficienza e sostenibilità. Questi sistemi supportano l’ingegneria civile, inclusi edifici strategici, infrastrutture, edilizia abitativa e produttiva, e il restauro di edifici storici e lo fanno utilizzando IoT, sensori smart e intelligenza artificiale.
Builti è nata come proptech ma è andata oltre il tradizionale mercato del real estate grazie alle sfide lanciate da diverse multiutility. Ha, infatti, collaborato con ENI, ENEL e sta adesso sviluppando un nuovo prodotto/servizio con Edison Rinnovabili per il monitoraggio di impiati eolici e idroelettrici e la manutenzione predittiva. Il primo ciclo di installazione dei sensori ha riguardato 40 aerogeneratori, ma il progetto è già in fase di scalabilità a 120 turbine (diversi modelli) con l’obiettivo di arrivare alla copertura dell’intera flotta Edison, composta da oltre 700 impianti.
La sfida lanciata alla startup
“Nella nostra attività di dialogo con le linee di business e le startup abbiamo raccolto questa sfida: sviluppare un sensore e una metodologia di diagnostica e monitoraggio ad hoc per il caso d’uso della generazione eolica”, racconta Dotti, “e l’abbiamo girata a Builti.
La startup si è messa al lavoro per concepire un nuovo prodotto (il sensore) e un nuovo servizio (software e competenze per affrontare questa sfida), che adesso Edison Rinnovabili sta testando in alcuni suoi impianti e che presto la startup potrebbe portare sul mercato.
La soluzione e i vantaggi per il business
Quali vantaggi può portare la proposta di Builti e a che punto è la loro implementazione in Edison Rinnovabili?
“Il progetto si articola su due fronti: gli impianti già esistenti e quelli di nuova costruzione”, spiega Dotti. “Per gli impianti esistenti, è stato avviato un Proof of Concept (POC) che prevede l’installazione di sensori di vibrazione lungo la torre metallica dell’aerogeneratore. Questi sensori consentono di rilevare eventuali anomalie nelle frequenze attese, permettendo di concentrare ispezioni approfondite solo dove necessario. Per gli impianti in costruzione, invece, si punta alla strumentazione diretta delle fondamenta, inclusi plinti (un blocco delle fondamenta, ndr.) e pali, se presenti”.
Quali tecnologie vengono utilizzate? Sostanzialmente si tratta d fibre ottiche installate durante la costruzione delle fondazioni, che permettono di rilevare deformazioni e variazioni di temperatura. Così diventa possibile avere un monitoraggio continuo dello stato delle fondamenta degli impianti eolici, individuando tempestivamente eventuali problemi. “In questo modo, si riduce la necessità di interventi invasivi di ispezione visiva, che vengono effettuati solo in caso di anomalie rilevate dal sistema, prevenendo così l’aggravarsi delle criticità”, sottolinea Dotti.
I vantaggi economici sono evidenti: si abbassano drasticamente i costi di ispezione e manutenzione. “Inoltre, la manutenzione predittiva permette di pianificare gli interventi, riducendo i tempi di inattività degli impianti, ottimizzando l’uso delle risorse e migliorando l’efficienza operativa”, aggiunge Dotti. Ma non ci sono solo i vantaggi economici: con la soluzione sviluppata da Builti è possibile controllare a distanza anche gli impianti situati in aree remote, semplificando anche le operation.
“Questa è per noi l’innovazione aperta e significativa, a medio e lungo termine, che sia utile per il business e che diventa una opportunità per la creazione di nuovo valore”, conclude Dotti.
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