Io sono il vento […] Sono l’aria che talora sospira/E che al sol del mattino più dolce si fa/Son la furia che improvvisa si adira/E che va, fugge e va, dove andrà non lo sa… La canzone sanremese che Arturo Testa cantò nel 1959 sembra evocare d’improvviso un vento che arriva da Sud. Un soffio che come nessun altro è capace di condensare, far viaggiare e restituire i profumi degli infiniti giardini che attraversa indomabile. Piace pensare che Maria Martino lo abbia un giorno sentito arrivare, spalancare le finestre e passare. L’istante in cui, forse, è nata la sua casa nel vento.
Maria vive all’estrema punta meridionale della Calabria, nel cuore del distretto del bergamotto, un’areale di appena 120 km limitato alla fascia jonica di Reggio Calabria, dove è nata. Dopo pochi anni vissuti nella provincia di Milano dove suo padre lavorava, la famiglia è tornata a Saline Joniche, e qui lei ha trascorso la sua infanzia giocando nei giardini, rapita dai racconti della nonna che da giovane fu gelsominaia. «Le sue storie legate a questo splendido fiore – racconta – per me sono state sempre fonte di grande fascino. Amo l’armonia e l‘equilibrio, il design e l’arte, per questo motivo ho studiato architettura. Come un filo conduttore che unisce il tutto, gli odori, i profumi sono diventati la mia principale passione».
Maria ha iniziato da autodidatta, ha frequentato dei corsi di profumeria, e continua a studiare. Ha maturato l’idea di trasformare i profumi della sua terra in un racconto del territorio, della bellezza struggente delle perenni primavere, dell’essere avvolti in una varietà di profumi, del vento di Scirocco. «La Mia Casa Nel Vento nasce dall’autenticità e dalla splendida natura della Calabria e dal mio desiderio e intento di intrecciare storie, ricordi olfattivi e territorialità. Dalle mie passioni, dalle mie ricerche, sono arrivata alla creazione di una linea esclusiva di cosmetici, con una concentrazione di attivi botanici molto elevata, ricca di materie prime locali e formulazioni speciali per perseguire, oltre all’alta efficacia, il concetto di benessere olfattivo, di metamorfosi e stupore che è della natura. Certo, la mia fonte d’ispirazione sono i giardini del Sud, carichi di odori esaltati dai caldi venti di Scirocco. È sempre un viaggio emozionale e sensoriale in quei luoghi che conservano il segreto delle erbe, delle piante e degli arbusti odorosi il cui profumo si svela quando ne stropicciamo una foglia tra le dita».
In effetti l’olfatto è il senso più intimamente connesso alla nostra sfera emotiva, e l’utilizzo dei profumi naturali è quanto di più vicino alla neuro-cosmesi: gli odori influiscono sull’umore e sul senso di felicità e benessere. «Questo è esattamente il lavoro che faccio. Racchiudo sempre in modo immaginario i luoghi che amo, come piccoli microcosmi, hortus conclusus. I miei giardini del Sud hanno il colore verde intenso degli alberi di agrumi, profumano di zagara al mattino presto e di rose e gerani selvatici sui sentieri nei pomeriggi assolati. Sono quelli ai quali tornare al tramonto e trovare la quiete negli effluvi dei gelsomini».
Per questo motivo dedica a ogni prodotto che porta il marchio La Mia Casa nel Vento il concentrato del patrimonio botanico del territorio, in cui è sottolineato l’uso di materie prime naturali preziose, che ne esaltano esclusività e piacere sensoriale. Il vero segreto risiede nei fattori ambientali associati alla crescita delle colture in una regione specifica, che conferiscono un carattere unico, e soprattutto pregiato, che nessun’altro luogo del mondo può replicare. «Il territorio ha plasmato la mia visione, mi regala veri tesori botanici con cui formuliamo i nostri prodotti. Da un punto di vista olfattivo, i panorami mozzafiato in cui i bergamotteti crescono lungo la costa calabrese dai pendii sino al mare, sotto un sole imperante e vento continuo, sono impressi nell’aroma ricco e sfaccettato che ritroviamo nelle formulazioni dei prodotti che ho creato. Il bergamotto, estremamente ricco, è un ventaglio quasi infinito di profili olfattivi che varia a seconda dei giorni di pioggia e di sole della stagione, del terreno, del momento di raccolta, dell’anzianità dell’albero. Si potrebbe dire che l’aroma della sua scorza sia già un profumo a sé stante, completo, con note di testa, note di cuore e note di fondo».
Da un agrume unico, nei bergamotteti rigogliosi, all’olio il cui aroma illumina e rinfresca, il bergamotto si trasforma in un ingrediente indispensabile per formule cosmetiche eccezionali. Ma non è il solo, c’è anche il gelsomino in quella che ancora oggi chiamiamo, appunto, Riviera dei Gelsomini. «Termini dialettali utilizzati da sempre nella narrazione del territorio, sono come racconti intrisi di profumo: crita (creta-argilla) e fiura (la fioritura) rafforzano la potenza delle tradizioni e trasportano nei paesaggi di una terra ancora autentica e selvaggia. Mia nonna Caterina, diceva sempre che ogni mattina, molto prima dell’alba, si andava a raccogliere la fiura; il profumo impregnava ogni cosa, dalle mani ai vestiti, ai bambini che dormivano tra i filari, e persisteva per giorni. Fiura (Hjura) è il termine per indicare la fioritura, la raccolta del gelsomino: nelle notti estive, parevano concentrarsi i profumi di tutti gli antichi giardini arabi. Quello sottile ed avvolgente di gelsomino aleggiava fra la collina e il mare».
Insieme al bergamotto, i gelsomini hanno caratterizzato a lungo le coltivazioni calabresi, costituendo una importante risorsa economica per gli abitanti del luogo e per le migliaia di gelsominaie. «La raccolta dei fiori era affidata alle donne: servivano mani piccole per staccare il prezioso fiore con una precisione quasi chirurgica, nel separare con delicatezza i fiori appena dischiusi da quelli ancora chiusi e dalle foglie. Un lavoro pesante che terminava prima che il sole potesse rovinare i fiori. Le coltivazioni lungo le coste iniziarono negli anni ’20, e nell’arco di qualche decennio si svilupparono velocemente, grazie ad un microclima particolarmente favorevole».
La storia di questa pianta rimane fortemente legata al territorio e soprattutto alle raccoglitrici di gelsomino, che ne hanno reso possibile la raccolta tra gli anni ’40 e ’60. Quelle donne della Calabria jonica reggina si resero protagoniste di una battaglia sindacale, che è tuttora poco nota. In quegli anni, quel tipo di lavoro ebbe un impatto molto forte sulla vita economica e sociale, poiché contribuì a creare una vasta rete di collegamenti tra le numerose aziende agricole specializzate nella coltivazione del gelsomino e alcuni dei marchi più prestigiosi delle case profumiere francesi, come Chanel. «Questa crescente consapevolezza – racconta ancora Maria – innescò proteste e rivendicazioni che portarono poi a un notevole miglioramento delle condizioni lavorative e a una maggiore valorizzazione sociale di queste lavoratrici: molte di queste donne dovevano ricoprire il ruolo di capo-famiglia, perché tra disoccupazione maschile ed emigrazione, spessissimo erano sole a badare alla prole. Mia nonna raccontava spesso di portare con sé le figlie più piccole per non lasciarle sole (tra cui mia madre), mentre le più grandi aiutavano nella raccolta. In quel periodo, molti bambini dormivano vicino ai cespugli profumati, in attesa che le loro mamme terminassero l’estenuante giornata di raccolta».
Verso la metà degli anni Settanta, l’eccesso di produzione e la concorrenza con Egitto, Spagna, Tunisia, causò una forte crisi del settore, dovuta anche alla competitiva differenza dei costi della manodopera. Questo provocò un crollo delle vendite di gelsomino per la produzione dell’essenza, portando man mano alla sparizione delle coltivazioni lungo tutta la costa. Tra l’altro, le essenze di sintesi, erano sempre più presenti nella palette del profumiere. Lo Stato intervenne alla fine degli anni ’70, troppo tardi ormai perché quasi più nessuno in Calabria coltivava il gelsomino.
Però da qualche parte fortunatamente esiste ancora, o forse resiste, e si presta ad essere raccolto. Così Maria Martino ne fa tesoro per i suoi prodotti. «La particolarità del territorio, incastonato tra il mare e la montagna, conferisce ai fiori speciali caratteristiche olfattive che lo rendono unico e pregiato. Per la nostra acqua floreale, un trattamento esclusivo per il viso, abbiamo scelto proprio l’Assoluta di un raro gelsomino calabrese, coltivato da un’azienda che si trova nella zona di Condofuri, a pochi chilometri dalla nostra sede di Melito Porto Salvo, esattamente nel luogo in cui è fiorito oltre cinquant’anni fa».
Ma perché il gelsomino calabrese era così ricercato? «È il microclima unico di questo tratto di costa che regala alla gemma preziosa un profilo olfattivo eccelso: il mio cosmetologo, farmacista di terza generazione i cui primi laboratori risalgono all’epoca Borbonica, durante la fase di ricerca e sviluppo della linea, dopo averlo analizzato ne rimase sbalordito. Non esiste un’altra varietà di gelsomino che abbia questo tipo di intensità aromatica».
Il gelsomino è fiore troppo fragile per poter essere distillato in corrente di vapore, così la sua essenza viene catturata con l’Assoluta estratta direttamente sul luogo, subito dopo la raccolta a mano. E, per dare un’idea, per ottenerne appena una goccia, servono circa 8.000 fiori. Da qui la sua preziosità. Il procedimento di estrazione non prevede la distillazione in corrente di vapore perché la temperatura troppo alta danneggerebbe la materia prima. Questa viene posta, invece, in un estrattore, entrando in contatto con un solvente volatile che, raggiunta la temperatura massima di 60°, si carica delle sostanze odorose. Alla fine del processo si ottiene una sostanza densa che, raffreddandosi, si solidifica in quella che viene chiamata Concreta. Ulteriormente trattata, restituisce la profumatissima Assoluta, la forma più pregiata, pura e concentrata di tutte le materie prime. Da tutto questo nascono poi i prodotti de La Mia Casa Nel Vento.
«Partendo dalla bellezza degli ingredienti del patrimonio naturale, dagli estratti botanici che hanno da sempre caratterizzato vita e tradizioni creando uno straordinario legame di vita con un territorio, La Mia Casa Nel Vento crea rituali unici, per una vera e propria esperienza sensoriale, sinestesie olfattive per un viaggio nei giardini del Sud. Ciò che produciamo è pensato e creato con un’attenzione rigorosa alla produzione naturale ed è caratterizzato dalla valorizzazione della filiera corta: per ottenere ingredienti di alta qualità scegliamo piccoli distributori, piantagioni e siti produttivi nel luogo d’origine delle materie prime, per poter seguire il ciclo di lavorazione e conoscerne la provenienza. E poi produciamo esclusivamente in piccoli lotti. La loro destinazione è la profumeria di nicchia, dove di base c’è una scrupolosa selezione di marchi, della qualità, per offrire cosmetici che con fragranze uniche raccontano storie».
Nell’idea di paradiso in terra di Maria c’è però molto altro, come la diffusione della cultura olfattiva legata ai luoghi. «La mia è una terra di spiagge nascoste e vento, che ad ogni stagione si trasforma in una nuova percezione olfattiva, e quel che volevo quando ho iniziato, era fermarne l’odore usando la memoria e il cuore. Per questo ho iniziato a proporre La via delle essenze, un viaggio emozionale e sensoriale attraverso il distretto del bergamotto. Questo significa avvicinare nuovi visitatori al bene culturale/naturalistico unendo l’esperienza sensoriale del territorio, la scoperta delle produzioni e tipicità locali, delle imprese artigianali d’eccellenza. In quest’ottica, riuscire magari a creare nel territorio un polo delle essenze e dei profumi».
Basta guardarsi intorno, affacciarsi da quella casa nel vento, a mezza costa tra le colline – generose di ulivi e agrumi – e lo Jonio. Da qui si coglie il sentimento più profondo di Maria. «Sin dal principio, ho voluto trasferire nel mondo della cosmetica i profondi legami che raccontano la mia Calabria e le eccellenze del suo patrimonio botanico. Sono intimamente legata a questa terra, alla sua bellezza, al suo straordinario potere, ma ne percepisco la fragilità e sento il bisogno di difenderla».
Come brand completamente indipendente, La Mia Casa Nel Vento affronta ogni giorno sfide importanti: dalla creazione di prodotti unici, alla ricerca di materie prime autoctone di alta qualità, alla necessità di crearsi uno spazio adeguato in un mercato dominato dai grandi nomi che, spesso, con la sostenibilità hanno poco a che vedere. «Sentiamo però che è proprio questa indipendenza a renderci speciali. Ogni decisione è guidata dalla nostra passione e dai valori in cui crediamo: autenticità, tradizioni e attenzione. Siamo liberi di ascoltare davvero chi ci sceglie e raccontare una storia che è solo nostra. E profuma di buono».
di Daniela Malatacca (info@meravigliedicalabria.it)
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