Foligno, in tanti in piazza per dire “no” alla violenza e all’odio razziale

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“No alla violenza, all’intolleranza, all’odio razziale. Sì alla fratellanza, alla convivenza pacifica, all’inclusione, alla collaborazione”. È il grido che si è alzato forte da piazza della Repubblica, nella mattinata di domenica 9 febbraio, in occasione della partecipata manifestazione organizzata dall’associazione Al Islamiya, dopo l’episodio di cronaca che aveva coinvolto, solo una settimana fa, una donna musulmana che aveva denunciato di essere stata aggredita e insultata da un farmacista folignate e che avrebbe tentato di strapparle il velo. A raccogliere l’invito del sodalizio guidato da Said Baslam tante associazioni non solo del territorio, ma arrivate nella centralissima piazza di Foligno da tutta la regione con un unico obiettivo, esprimere solidarietà per quanto accaduto e ribadire un “no” forte e deciso alla violenza in tutte le sue forme.

La manifestazione organizzata da Al Islamiya

“Vogliamo vivere in pace e in fratellanza e vogliamo reagire a quanto accaduto in maniera positiva e costruttiva” ha dichiarato Hicham Ouahib, tra i rappresentanti di Al Islamiya, aprendo la serie di interventi che hanno scandito la mattinata e ringraziando i tantissimi partecipanti per la loro presenza. “Viviamo qui da tanti anni” gli ha fatto eco il presidente Baslam, parlando di una convivenza che è sempre stata pacifica. “I nostri figli sono nati qui e vanno a scuola con i vostri figli”. “Siamo tutti uguali” ha, quindi, sottolineato, rimarcando la necessità di lavorare tutti insieme per “mantenere questa pace e questa integrazione” e invitando tutti a ritrovarsi in piazza il primo marzo, quando per i musulmani inizierà il periodo di Ramadan, per “manifestare la nostra amicizia”. “Spezzeremo il pane insieme” ha aggiunto Hicham Ouahib, ribadendo la necessità di “conoscersi reciprocamente”. “Venite a trovarci nella nostra sede per sapere chi siamo e quello che facciamo” ha proseguito, ricordando anche il grande impegno dell’associazione Al Islamiya nella raccolta di sangue, in un sodalizio, ormai decennale, con la sezione cittadina dell’Avis. A prendere la parola anche la giovanissima Sara Laoyad, con al fianco la cugina Alae, per portare una testimonianza delle nuove generazioni, quelle cioè nate e cresciute in Italia. “La nostra comunità – ha detto – ci ha sempre insegnato l’amore per il prossimo. Abbiamo sempre vissuto bene in questa città, non abbiamo mai avuto nessun problema, neppure a scuola. Quello che è accaduto deve farci riflettere e spero non si ripeta più”.

La manifestazione organizzata da Al Islamiya

Presente l’assessore regionale Fabio Barcaioli, con delega – tra le altre – alla pace. “Sono qui per portare la solidarietà della Regione – ha dichiarato -, quanto accaduto ha sconvolto anche noi. Siete la testimonianza di un vivere civile, perché la vostra è una comunità integrata da sempre”. “Saremo qui anche il primo marzo per spezzare insieme il pane al tramonto” ha quindi detto, sottolineando la necessità che anche le istituzioni facciano la loro parte. Ad intervenire anche la capogruppo in consiglio comunale del Pd, Rita Barbetti, e il consigliere Mario Bravi. “Questa comunità ci dona il cuore, perché questo vuol dire donare il sangue – ha detto Barbetti -. Sangue che ora scorre anche nelle vene di tanti di noi che ne hanno avuto bisogno. Foligno è una città accogliente e chi cavalca l’odio lo fa solo perché non ha altre proposte”. “Dobbiamo mettere in campo tutte le iniziative necessarie per dire no al razzismo – ha dichiarato da parte sua Bravi – e a chi alimenta la paura. E quanto si sta svolgendo oggi in questa piazza credo sia utile si discuta anche in consiglio comunale, perché non può considerarsi estraneo rispetto a tutto questo”.

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La manifestazione organizzata da Al Islamiya

In piazza un susseguirsi di tante voci, come quella Hedi Kirhat, membro dell’assemblea Fiom Cgil nazionale e responsabile della Camera del Lavoro di Gualdo Tadino: “Nella terra di San Francesco e di Aldo Capitini – ha ribadito – nessuna violenza e nessuna forma di razzismo. Vogliamo lavorare per una pace senza confini. La differenza tra le persone non sta nella provenienza, nel colore della pelle o nella religione, ma nel contributo dato al territorio. Noi ci sentiamo italiani. Siamo tutti uguali, in primis davanti alla legge italiana. Abbiamo superato l’integrazione – ha quindi concluso – siamo alla partecipazione economica, politica e diamo il nostro contributo al Pil di questo paese”. Parole, quelle pronunciate da Kirhat, a cui sono seguite quelle di altri due esponenti della Cgil, Angelo Scatena e Marco Bizzarri, ma anche della presidente dell’associazione Actu, del numero uno dell’associazione siriana di Perugia, di esponenti dell’Anpi di Spoleto e di Resistenza popolare.



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