Iniziative di welfare come formazione e consulenza hanno un impatto positivo sulla responsabilità sociale d’impresa
Articolo in collaborazione con B2YOU by Altroconsumo
Quando parliamo di Responsabilità Sociale d’Impresa, o Corporate Social Responsibility (CSR), ci riferiamo all’impegno di etica e sostenibilità che un’azienda decide di assumersi nei confronti dell’ambiente ma anche delle persone.
Le aziende che puntano a essere sostenibili si confrontano dunque con le diverse dimensioni di intervento ESG, cioè Environmental, Social, e Governance. Alla categoria Social fanno riferimento le iniziative di welfare aziendale e wellbeing aziendale, che in vario modo contribuiscono a migliorare il benessere delle persone, nel lavoro ma non solo.
In questo articolo vedremo come includere consulenze e attività formative nel piano di welfare può impattare in modo positivo sulla CSR.
CSR e welfare aziendaleÈ l’insieme di benefit e prestazioni che un datore di lavoro riconosce ai suoi dipendenti, in aggiunta alla normale retribuzione, con lo scopo di migliorarne la qualità della vita privata e professionale. More: sostenibilità sociale, alla base della responsabilità aziendale
Tra i cardini della Responsabilità Sociale d’Impresa non può mancare la sostenibilità sociale, la categoria “Social” tra le iniziative ESG: si tratta dell’ambito di intervento con cui possiamo migliorare e mantenere il benessere delle persone – del personale, nel caso delle aziende.
Perché un’azienda possa dirsi sostenibile dal punto di vista sociale, deve rispettare principi di equità, diversità e inclusione, ma anche di sicurezza e condivisione: elementi che contribuiscono a migliorare l’ambiente lavorativo e creare una cultura aziendale positiva.
Le persone che lavorano in un’azienda che rispetta criteri di sostenibilità sociale non solo vedranno aumentare il proprio benessere, ma saranno a loro volta più attente a queste tematiche. Sensibilizzare e formare il personale innesca dunque un circolo virtuoso per cui i dipendenti diventano cittadini più consapevoli, in grado di impattare positivamente sia sul luogo di lavoro, ma in modo più ampio sulle comunità che frequentano.
Negli ultimi anni sono cresciuti i modelli virtuosi di aziende che danno grande impulso alla sostenibilità sociale:
- Patagonia per esempio ha creato programmi di inclusione e incoraggia il personale a impegnarsi socialmente per la tutela dell’ambiente;
- IKEA organizza formazione su temi come disabilità ed empowerment femminile;
- o ancora l’italiana Luxottica, che ha avviato iniziative dedicate alle persone ipovedenti o provenienti da aree svantaggiate.
CSR e Welfare: Formazione e consulenza come tool di sostenibilità sociale
In un’ottica di sostenibilità aziendale, le iniziative di consulenza e formazione sono strategiche per tutti i livelli di personale, incluso il management: investire in formazione su diverse tematiche contribuisce a centrare gli obiettivi ESG che l’azienda si prefigge.
Se consideriamo in particolare la sostenibilità sociale, ci sarà molto utile sensibilizzare le persone rispetto all’inclusività ed equità, per esempio, o ancora formare il management a una gestione aziendale positiva e alla risoluzione dei conflitti: l’azienda beneficerà così di un ambiente di lavoro più sano e coeso, e i dipendenti ne guadagneranno in benessere.
Formazione al consumo: investire sulle persone
Guardando al benessere da un punto di vista generale, possiamo includere nel piano di welfare anche occasioni formative legate a temi rilevanti che impattano direttamente sulla quotidianità dei dipendenti anche oltre il lavoro, come per esempio la formazione al consumo B2You di Altroconsumo.
Di cosa si tratta? La formazione al consumo consiste nell’informarsi rispetto ai comportamenti e alle scelte di consumo, appunto, che sono sì personali ma hanno ricadute sulla nostra collettività: pensiamo a temi di rilevanza globale quali salute, educazione finanziaria e sostenibilità.
Possiamo formare i neo-genitori su temi come l’alimentazione più sostenibile per la famiglia e per l’infanzia, mentre se ci rivolgiamo al personale più giovane e attento alle spese domestiche può essere interessante discutere di risparmio energetico e scelta dei provider energetici più sostenibili. E ancora, a un team manageriale composto da persone più senior si può parlare di piani di investimento, magari guidando la scelta verso i fondi più etici.
Scegliere per l’azienda questo tipo di formazione significa innanzitutto ascoltare i bisogni delle persone e investire nel loro benessere personale – modalità che aiuta a creare team di lavoro più solidali, equi e responsabili.
Promuovere una cultura di consumo più consapevole e rispettosa ha un impatto positivo sull’ambiente ma anche sul benessere collettivo attuale e delle generazioni future.
Rendicontazione del welfare nel CSR
Per le aziende che decidono di investire in sostenibilità sociale è cruciale misurare l’efficacia delle misure di welfare proposte al personale, sia in termini qualitativi che quantitativi.
In quest’ultimo caso, si possono prendere in esame dei KPI (Key Performance Indicators) specifici quali:
- Tasso di partecipazione alle iniziative di welfare: più le persone partecipano, più ritengono che la proposta sia utile e possa avere un impatto positivo;
- Tassi di assenteismo e turnover: se il welfare riesce ad aumentare il benessere del personale, l’azienda vedrà diminuire sia le assenze sia il numero di persone che si dimettono; di pari passo diminuiranno anche le spese aziendali che questi due fenomeni implicano.
Altri KPI interessanti sono la soddisfazione del personale (employee satisfaction) e il grado di coinvolgimento (employee engagement) in azienda. Non da ultimo, anche l’indice di retention è utile, perché restituisce la misura di quanto l’azienda riesca a trattenere il personale per periodi lunghi.
Tutti questi indicatori testimoniano quanto il clima aziendale favorisca il benessere delle persone, che si sentono coinvolte e soddisfatte e scelgono dunque di mantenere il posto di lavoro anziché cercare una nuova occupazione.
Questi ultimi parametri possono essere valutati, per esempio, somministrando dei questionari in cui il personale può giudicare la propria esperienza generale in azienda, ma anche il gradimento e l’utilità delle iniziative di welfare.
Welfare e bilancio di sostenibilità aziendale
Prendersi l’impegno di diventare più sostenibili per le aziende significa anche redigere il bilancio di sostenibilità, documento che dichiara le iniziative ESG intraprese.
Si tratta di uno strumento di rendicontazione ma anche di comunicazione, sia esterna che nei confronti del personale dipendente.
Ecco perché è importante includere le iniziative di welfare, come consulenze e formazione, all’interno del bilancio. La parte “Social” del documento diventa un biglietto da visita con cui l’azienda può attirare nuovi talenti e con cui racconta il proprio impegno e i propri valori non solo al personale, ma anche ai collaboratori e ai clienti.
Un buon piano di welfare – che guardi a tutte le persone, tenendo conto delle diverse esigenze – dà sicuramente una spinta importante alla sostenibilità sociale in azienda. Mettere al centro del welfare le persone e la comprensione delle loro esigenze è un passo importante per le organizzazioni e compone un bel capitolo nel bilancio di sostenibilità.
L’approccio innovativo al welfare di Altroconsumo combina ascolto attivo, formazione personalizzata e strumenti digitali e tradizionali. L’obiettivo è supportare le aziende nel rispondere alle sfide quotidiane dei collaboratori e migliorare il loro benessere.
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